Adelizzi (CSP) a Prefetto, ASL e Sindaco chiede il Commissariamento della Direzione Sanitaria del P.O. di Eboli.
Chiusura per contagio di Pediatria a Battipaglia, accorpamenti e tentativi di trasferimenti di Reparti da Eboli al S. Maria della Speranza, disorganizzazione e diritti negati alla salute, ciò che accade al P.O. di Eboli è scandaloso. I cittadini tra divieti di spostamento, limitazioni della libertà e paura di contagi, anche per ricoveri gravi rinunciano al diritto alla salute.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI / BATTIPAGLIA – Ormai le lettere aperte dilagano. Cittadini, organizzazioni varie, Comitati, Partiti e Amministratori, quando non riescono a stabilire rapporti corretti con le Istituzioni si affidano a lettere aperte, denunciando di tutto, sperando che qualcuno ste cazzo di lettere le legga e prenda qualche decisione e magari si informi, ma questa è una pia illusione, tanto è che ci viene un dubbio: Vuoi vedere che questi non sanno leggere? Eppure molti di questi hanno anche una Laurea. E se sanno leggere è ancora più grave, vuol dire che non vogliono prendersi responsabilità e non vogliono assumere decisioni, e poi ci si lamenta che si investono i Palazzi della Giustizia.
Quello che più di tutti riceve lettere aperte è il Prefetto di Salerno, ne riceve più di Babbo Natale, e di questi tempi lo segue a ruota il Direttore Generale dell’ASL Salerno. I problemi sono sempre gli stessi: Ingiustizie, Prevaricazioni, Diritti negati; Tutti problemi che spesso non trovano nessuna risoluzione e che contribuiscono ad accrescere la sfiducia da parte dei cittadini delle Istituzioni.
È il caso di quanto sta avvenendo da anni e negli ultimi mesi e giorni alla Sanità della Piana del Sele e più in particolare a quello che avviene all’Ospedale di Eboli: Il Supermarket della Sanità; Atteso che di volta in volta si fanno delle “offerte” due al prezzo di uno, come è avvenuto tempo addietro con i reparti di Pediatria e Ginecologia trasferiti dal PO di Eboli a quello di Battipaglia per realizzare in chiave Market un “punto nascita“. Reparti recentemente chiusi per via di un contagio, e come è avvenuto nei giorni scorsi per l’accorpamento dei Reparti di Oculistica e ORL, e di Urologia e Ortopedia, quest’ultimo oggetto anche di trasferimento da Eboli a Battipaglia, per fare spazio ad un progetto scellerato di realizzare il Centro Covid in un’area del Plesso con percorsi misti ad altissimo rischio di contaminazione.
Insomma tutte scelte sbagliate che se non avevano come obiettivo quello di depotenziare l’Ospedale di Eboli sono riuscite a sputtanarlo fino a confondere le idee agli utenti e a far passare nell’immaginario collettivo che il glorioso Maria SS Addolorata non è più un Ospedale Generalista ma un Covid Hospital e con l’aggravante di tutte le scelte sbagliate si è raggiunto il risultato criminale di desertificare tutti i Reparti poiché i cittadini per paura di contagiarsi rinunciano ai loro diritto alla salute e chi proprio non ne può fare a meno si rivolge ad altre strutture. E tra l’Ospedale di Eboli desertificato e quello di Battipaglia contagiato il piatto è servito. Una mistificazione dannosa che costringe a precisare che:
IL PRESIDIO OSPEDALIERO DI EBOLI NON È UN COVID HOSPITAL,
così come viene chiarito in una nota del 16 aprile u.s. della Regione Campania, pubblicata a pie di pagina, con la quale si identifica nell’Ospedale Scarlato di Scafati il Covid Hospital della provincia di Salerno in aggiunta a quello dell’Ospedale dei Colli di Napoli i due plessi completamente dedicati ai malati Covid-19.
Mistificazione che sollecita il Comitato per la Salute Pubblica della Valle del Sele a Scrivere una lettera al Prefetto di Salerno Francesco Russo, al Direttore Generale dell’ASL Salerno Mario Iervolino e al Sindaco di Eboli Massimo Cariello, a firma della sua Presidente Rosa Adelizzi avente ad oggetto: “Chiusura Pediatria Battipaglia ed emergenza Covid19, disorganizzazione e diritti negati alla salute”; e che si pubblica integralmente qui di seguito, nella quale si chiede anche il Commissariamento della Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Eboli e la relativa sollevazione dall’incarico della dirigenza.
«Lo scrivente Comitato deve rappresentare alle S.V. in indirizzo che, a seguito della chiusura per quarantena della Pediatria del P.O. di Battipaglia, i piccoli pazienti di una area vasta con oltre 150.000 abitanti è costretta a recarsi – in caso di emergenza – a parecchi chilometri di distanza per richiedere un diritto alla salute che, fino a qualche anno fa, garantiva l’Ospedale di Eboli e che con gli sciagurati tagli in sanità è stato disarticolato. È con forza, vista la situazione di Battipaglia, che chiediamo il ripristino del servizio denunciando che il fabbisogno di posti letto di Pediatria nell’area della Piana del Sele non è bastevole per l’attuale fabbisogno per patologia.
Per ciò che attiene alla conduzione sanitaria del Presidio Ospedaliero di Eboli dobbiamo rappresentare che l’attuale Dirigente Facente Funzioni del locale Ospedale non è in grado di dare una risposta qualificata alla popolazione. Infatti, pur avendo un’area di pre triage per COVID antistante il plesso Ospedaliero, in contrasto con tutte le direttive aziendali e regionali ha inteso effettuare un filtro all’interno del Pronto soccorso con percorsi commisti e – come denunciato da alcuni pazienti – ha permesso e/o sopporta di rifiutare i ricoveri urgenti rimandandoli al P.O. di Battipaglia, tanto da far pensare alla popolazione che il Plesso “SS. Maria Addolorata” di Eboli sia un centro COVID dedicato e non un Ospedale generalista con in aggiunta un percorso COVID. Non bisogna sottacere che, diversi giorni fa, aveva dato disposizioni di accorpare ben quattro reparti (Urologia, Chirurgia, Ortopedia, ORL, oculistica) nei locali della Chirurgia prevedendo un centro COVID di 20 posti letto nel reparto di Ortopedia, fortunatamente, poi, abortito: tale fatto avrebbe messo a rischio di contagio l’intero Ospedale come riferito anche dal dott. Gigliotti, responsabile della Nefrologia, a mezzo stampa. Attualmente nel reparto di chirurgia del plesso Eburino vi sono due reparti (Chirurgia ed Urologia) con assembramento di pazienti e di personale di cui non si conoscono le motivazioni e che espone a rischio di chiusura le due discipline in caso di contagio: sarebbe più facile ripristinare le due specialità sui rispettivi piani di appartenenza così da preservare, in caso di contagio, perlomeno uno dei due reparti ed utilizzare il rimanente per garantire il servizio della specialità afflitta da contagio.
Per tali motivi si chiede di valutare alle S.V. se l’operato dell’attuale Direttore Sanitario Facente Funzioni sia stato rispettoso delle linee guida emanate dalla Direzione Generale. In caso negativo si chiede la revoca dell’incarico e la sostituzione dello stesso. Ciò che sta accadendo ad Eboli, non abbiamo paura a dirlo, è scandaloso. La popolazione tra divieti di spostamento e limitazioni della libertà non ha nemmeno, più, il diritto a curarsi. Vogliano le S.V. in indirizzo, ognuno per le proprie prerogative dare una risposta qualificata alla popolazione, favorendo le competenze e non garantendo posizioni solo politiche a chi sta dimostrando incompetenza, pressappocaggine e che mette a rischio – giorno dopo giorno – attività ospedaliere che da sempre sono state un lustro per la città di Eboli.
Eboli, 18 aprile 2020
Le lamentazioni, perchè tali sono, della Sig.ra Adelizzi e le precisazioni dei sindacalisti Sparano, Giolitto e Catalano, contenute in un altro appello volto a rimarcare che l’ospedale di Eboli non è (solo) un ospedale specializzato covid, mi suggeriscono alcune considerazioni.
La Sig.ra Adelizzi, purtroppo, patendo forse alcune influenze esterne, non riesce a intuire la vera natura dei problemi. La denuncia dei tre sindacalisti, timorata di Dio, non si è posta tanto oltre.
Il vero dramma è capire, e denunciare, se e a chi torna utile e comodo che la gente creda che l’ospedale di Eboli è solo un ospedale covid. In parole povere, se a fronte di tanti che si fanno un mazzo a lavorare, ce ne sono altri che con la scusa del covid si girano i pollici o, peggio, continuano a girarsi i pollici. E quanto pesano gli uni e gli altri.
Non serve lamentarsi per il suolo gusto di farlo, ma è necessario parlare con documenti alla mano e fatti ben precisi.
Sia la Sig.ra Adelizzi, quale presidente di un Comitato, che i sindacalisti, hanno il cosiddetto accesso agli atti.
E allora si chieda ciò che si ritiene utile a chi è tenuto a rispondere, si legga, ci si documenti e si verifichi, e solo dopo si potrà scrivere al Prefetto o a chicchessia dicendo: queste sono le carte e questi i fatti, vedete voi.
Ci vuole poco a capire che in alcuni reparti non c’è il tempo di andare in bagno, e in altri si (per girarla in metafora). Ma questo non è compito primario dei sindacalisti? E i sindacalisti, non sono quelli che quando si chiede uno spostamento di personale da un reparto all’altro, prontamente insorgono a tutela dei diritti lesi dei propri iscritti? E alcuni di questi sindacalisti possono davvero parlare liberamente? Non penso. Taluni sono più intenti alla manutenzione del loro piccolo orto – e questo non vale solo per i sindacalisti – che alle problematiche aziendali. Appare dunque conveniente, per costoro, che l’utenza continui a credere che l’ospedale di Eboli è solo covid. Così possono continuare nella cura degli orticelli con più tranquillità e meno gente tra i piedi. E sciacqua Rosa e viva Agnese.
Si è chiesta la testa di Minervini. Bene. Bisogna anche considerare che nessuno, all’interno dell’ospedale, si lamenta veramente, prendendo posizione su fatti circostanziati o denunciando disservizi che sono sotto gli occhi di tutti. Nessuno, stranamente, alza la voce.
Ognuno tragga da ciò le conclusioni che più gli aggradano.
Manca la cooperazione, questo è certo, ma resta il fatto che quando si chiede di cooperare, certi personaggi si fingono sordi e muti; senza parlare, poi, del “ me lo mettessero per iscritto “. Altri invece vengono lasciati soli, come tante Cassandre.
E allora, soprattutto in questo periodo, basta con le lamentazioni. Chi sa parli e chi non sa taccia.
secondo me anche tu cittadino tal sisifo/chicchessia potresti visionare gli atti, senza scrivere e solo scrivere, come siete soliti fare.
La comprendo per la scarsa conoscenza delle norme di legge. La compiango per l’inutilità del suo intervento.
sisifo, antonio, pietro, mario, maria ecc, intanto se metteresti il tuo vero nome faresti più bella figura, invece di nascondersi dietro una tastiera. Anch’io la comprendo eccome la comprendo……