La denuncia della UIL-FPL: Il P.O. di Eboli non è un Covid Hospital, è un Ospedale Generale. Appello a De Luca e a Iervolino.
Sparano, Giolitto e Catalano della Uil-Fpl: denunciano il messaggio sbagliato ed irresponsabile, che ha diffuso nei cittadini-utenti la paura immotivata di contagi, al punto di rinunciare a ricoveri e cure appropriate che il P. O. di Eboli, per le sue alte e qualificate specialistiche possiede, veppiu indirizzandosi in altre strutture. Messaggio che ha procurato un danno di immagine irreversibile.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il Presidio Ospedaliero di Eboli è un Ospedale Generale non un Covid Hospital, ovvero è un Ospedale che ospita, come tutti gli altri Ospedali dell’ASL Salerno, muniti di posti di Terapia Intensiva, anche Centro Covid con percorsi differenziati rispetto al resto dell’intero Plesso, avendo ingressi a parte percorsi puliti e sporchi senza che questi interferiscano con tutti gli altri reparti dell’Ospedale di Eboli.
Perché è stato necessario questo preambolo? Perché ci è giunta una lettera da parte della Uil-Fpl e Uil-Fpl medici di Eboli a firma congiunta del segretario Vito Sparano e dei Medici Giancarlo Giolitto, Angelo Catalano, indirizzata, al Direttore Generale A.S.L. Salerno Mario Iervolino, al Direttore Sanitario A.S.L. Salerno Ferdinando Primiano, al Sindaco della Città di Eboli Massimo Cariello, al Presidente della Giunta Regionale della Campania Vincenzo De Luca, alla Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero di Eboli, alla Segreteria Generale UIL FPL, a tutti i cittadini; avente ad oggetto:
Emergenza Covid-19 – Chiarimento su ruolo del P.O. Eboli nel contesto emergenziale.
Perché questa lettera a tutte quelle persone, sorde, cieche e mute? Perché per giungere a definire l’attuale Covid Center di Eboli che avesse appunto: Ingresso e uscita a parte, che avesse percorsi “puliti” e “sporchi”, che avesse anche camere a pressione e soprattutto che non vi fosse commistione con il resto dell’Ospedale, sono state prese decisioni contestate e poi accantonate che indicavano i posti letto di Terapia Intensiva come disponibili ad accogliere i malati Covid, e per questo vi furono anche atti che prevedevano l’accorpamento di alcuni reparti come Oculistica e ORL, e l’accorpamento con trasferimento nel plesso Ospedaliero di Battipaglia, come Urologia e Ortopedia, tra l’altro provvedimenti ancora in essere dei quali la Uil-Fpl di Eboli ne chiede alla Direzione Sanitaria l’incondizionata revoca.
Con quei provvedimenti di accorpamento e trasferimento di reparti per fare spazio ad un Centro Covid che utilizzasse la Terapia Intensiva, cuore dell’Ospedale, mescolando Covid e non Covid, metteva a rischio la sicurezza dell’intero Ospedale, si è lanciato un messaggio sbagliato. Di qui la contestazione da parte di medici e sindacati, contestazione che portò poi all’individuazione del Centro Covid nei locali di medicina infettiva, avendo questi appunto, tutte le caratteristiche di autonomia e indipendenza dall’intero Ospedale.
Purtroppo il danno di quella decisione sbagliata, di autoproclamare l’Ospedale di Eboli come Centro Covid, tra l’altro immediatamente smentita dall’ASL Salerno con nota specifica del DG Iervolino, definendo l’iniziativa come “un passo avanti“. Il messaggio che si diffuse fu quello che l’Ospedale di Eboli fosse un Covid Hospital, ed ora accade che i reparti sono tutti vuoti, perché nell’immaginario collettivo è passata la convinzione che l’Ospedale di Eboli non è un Ospedale Generico ma un Covid Hospital. Di qui i cittadini temendo un contagio disertano tutte le specialistiche che il P.O. di Eboli offre.
Che significa, forse che non ci sono più ammalati che si rivolgono alle UO di Urologia, di Chirurgia, di Oculistica, di ORL, e via di seguito? Assolutamente no, vanno semplicemente altrove, di qui sorge il dubbio, ma vuoi vedere che era proprio quello che si voleva?
Vuoi vedere che si è preso a prestito l’emergenza coronavirus per dare il colpo finale all’Ospedale di Eboli?
Intanto i cittadini che continuano ad avere problemi di salute per paura di essere contagiati se ne stanno a casa rischiando ulteriori complicazioni e chi proprio non ne può fare più a meno preferisce rivolgersi agli Ospedali vicini. Grave, gravissimo.
Quello che si sta verificando è anche irresponsabile, è un danno inimmaginabile che si fa nei confronti degli utenti e nei confronti della struttura. Danno che poi nei numeri si traduce in una inattività che a sua volta, in seguito, può essere interpretata anche come poca bravura del personale medico e paramedico piuttosto che di un errore di base e di una sprovveduta conduzione di una Emergenza come quella del Coronavirus, che per carità, ci ha sconvolti per la sua virulenza ma che non giustifica il danno che si è procurato e che costringe l’UIL-FPL a scrivere a chi dovrebbe prendere le dovute misure per evitare di aver realizzato una struttura distruggendone un’altra che si cura di tutte le altre malattie che purtroppo continuano a colpire i cittadini e qui di seguito elenca i fatti, fa delle considerazioni e lancia l’allarme.
«Con provvedimento n. 62742 del 9/3/2020, il Direttore Sanitario aziendale ha disposto che “…Nel caso che venga richiesto un trattamento intensivo di…pazienti, lì dove il P.O. Cotugno non dia disponibilità di posti letto, a far data dal 16 marzo p.v., essi dovranno essere trasferiti presso la Rianimazione del PO di Eboli, in attesa dell’allestimento dei posti letto aggiuntivi dedicati a tale patologia presso il PO di Scafati…”
Nel P.O. di Eboli sono stati avviati contemporaneamente lavori-interventi straordinari di ristrutturazione/adeguamento di alcuni reparti tesi a fronteggiare l’emergenza COVID-19.
In particolare codesta Azienda ha individuato come “punti di forza” i Dip. U.O.S.D. Malattie infettive (attualmente operante come Unità Covid-19 h24 altamente specializzata), il Centro di Terapia intensiva con camere a pressione negativa per i pazienti critici (sottostante al Dip. Malattie infettive e gestito dal personale della Rianimazione), l’U.O.C di Rianimazione.
Il PS è stato fornito di un’area per la gestione dei pazienti sintomatici sospetti, cioè in attesa di definizione dello stato di infezione nonché di somministrazione di cure preliminari.
Pur riconoscendo gli sforzi, non solo logistici ma anche economici, in ottemperanza alle disposizioni Nazionali e Regionali (pubblicate con apposti decreti), si ravvisa che tutto questo ha prodotto preoccupanti e notevoli conseguenze riguardo alla gestione dell’attività ordinaria nel suo complesso, soprattutto, perché, identificato l’Ospedale di Eboli nell’immaginario collettivo, grazie anche a certa stampa fuorviante, quale Ospedale COVID-19, pazienti bisognosi di cure specialistiche preferiscono, ormai da molto tempo, restare al proprio domicilio con patologie non COVD-19 spesso gravi (i casi di aumento di mortalità generale registrati in molti comuni, rispetto ai periodi ordinari, non sono dovuti soltanto alla pandemia ma anche a patologie altrimenti curabili in Ospedale e trascurate dai pazienti stessi, come ad esempio l’infarto miocardico, l’ictus cerebrale o le urgenze chirurgiche in generale) oppure rivolgersi a plessi ospedalieri limitrofi ritenuti più sicuri e soprattutto non-COVID.
Questa problematica ha determinato, inoltre, lo sviluppo di un contesto lavorativo pervaso da spirito di naturale preoccupazione ma anche di diffidenza, con possibili ripercussioni negative soprattutto sulla salute dei cittadini.
Tutto quanto sopra, per chiedere alla S.V.:
- di definire formalmente e per sempre che l’Ospedale di Eboli non è assolutamente ed esclusivamente Ospedale COVID-19 ma Ospedale fornito di competenze specialistiche mediche e chirurgiche puntualmente operanti ;
- che le aree di specialità COVID-19 dedicate ed altamente specializzate sono e saranno ben differenziate nell’ambito di percorsi definiti e sottoposti a periodica verifica ed adeguamento da parte degli organi competenti.
Con la certezza di aver contribuito a far luce su alcuni aspetti operativi ed esprimendo il sentimento di preoccupazione, ma anche di fiducia nell’operato delle Autorità preposte, si resta in attesa di quanto richiesto e si porgono cordialità».
Eboli, 17 aprile 2020
Complimenti…bravi.