Ripartono i servizi del Terzo Settore: La Regione Campania ha approvato il Programma “La Campania riparte”.
Antonacchio Cisl-Fp comunica ai Delegati RSA/RSU/RLS Sanità Privata e Terzo Settore, ai lavoratori, che il DD n. 83 del 9/04/2020 di validità temporale ed emergenziale, dispone le misure che i Centri diurni sociosanitari, i Centri di riabilitazione e i Presidi ambulatoriali di FKT devono adottare per la ripresa dei servizi riabilitativi e assistenziali per le persone disabili, e/o anziani con demenza, non autosufficienti.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Il Segretario Generale CISL-FP Pietro Antonacchio in una nota indirizzata ai Delegati RSA/RSU/RLS della Sanità Privata e del Terzo Settore, a tutti i lavoratori interessati, agli organi di stampa avente ad oggetto: Regione Campania – Approvazione Programma “La Campania riparte”; informa che La Regione Campania ha emanato il Decreto Dirigenziale n. 83 del 9/04/2020 “La Campania riparte – Programma transitorio per i Servizi sociosanitari e riabilitativi nella fase emergenziale COVID-19“.
Il Decreto ha una validità temporale relativa al momento emergenziale che stiamo vivendo, dispone le misure che i Centri diurni sociosanitari, i Centri di riabilitazione e i Presidi ambulatoriali di Fisiochinesiterapia (FKT) devono adottare per la ripresa dei servizi riabilitativi e assistenziali a favore delle persone in condizione di fragilità: disabili, non autosufficienti, anziani e persone con demenza.
Regolamenta, inoltre, il rapporto economico con i soggetti erogatori. Si tratta di un provvedimento coraggioso, che dà l’avvio al Programma “LA CAMPANIA RIPARTE” ed è significativo che l’attenzione sia stata rivolta prioritariamente alle persone più fragili, le più suscettibili e le più vulnerabili al rischio di infezione da SARS-CoV-2.
È importante, naturalmente con tutte le misure cautelari a tutela della salute dei lavoratori e degli assistiti, riprendere seppur in maniera ridotta i servizi. L’interruzione prolungata dell’assistenza, peraltro in un clima di indeterminatezza, ha gravi ricadute sulla salute, sul funzionamento dei servizi per le persone assistite e sulla tenuta della resilienza familiare.
Nella seconda parte del Decreto è stato attivato un meccanismo di pagamento per i mesi di marzo, aprile e maggio che consente ai gestori di pagare lo stipendio ai dipendenti senza ricorrere ai Fondi di Integrazione Salariale (FIS) o alla Cassa Integrazione in Deroga (CID).
Il Decreto prevede che le strutture accreditate remunereranno i dipendenti in forza al 01/03/2020 con l’intera retribuzione mensile, i contributi previdenziali e gli oneri sociali senza utilizzare nessun istituto contrattuale quale ferie, permessi ex festività, recupero ore lavorate in più, banca ore ecc. e inseriranno nelle procedure delle paghe un giustificativo denominato “assenza per emergenza COVID19 retribuita”.
Analogamente le strutture accreditate remunereranno oltre che i dipendenti in forza al 01/03/2020 anche i lavoratori con contratti atipici e i liberi professionisti in forza a tale data. Nonostante tutto il decreto presenta una serie di criticità, sociali e lavorative, derivanti dal fatto che purtroppo non è stato né discusso ne condiviso con le strutture interessate né con i sindacati di categoria:
- La quota del 60% è sottostimata e sarebbe dovuta essere parametrata quanto meno al 70%, in considerazione che dei fatturati dei centri, la quota relativa a garantire il pagamento delle spettanze ai lavoratori ammonta a circa il 75%;
- Prevedendo al punto 2 dell’allegato 2 la possibilità di erogare il 60% delle quote e il restante 40% riferito a prestazioni effettuate, ne deriva che tutto il periodo dall’1 aprile al 15 aprile, non volendo dissertare che in data 9 aprile si definisce una decorrenza retrodatata, i centri sono stati chiusi e pertanto si sarebbe dovuto garantire l’applicazione del 100% come prevista al comma 1 dello stesso allegato;
- La previsione del sostegno da remoto, attesa la specificità procedurale, determina che le famiglie più abbienti possano utilizzare le procedure previste e contrasta con la possibilità di garantire i livelli essenziali di assistenza socio sanitaria, atteso che nel meridione oltre il 40% della popolazione non è in possesso degli strumenti informatici per accedere a tali servizi;
- Da ultimo e non per ultimo, molti dubbi insorgono allorquando viene prevista la riapertura dei semiconvitti, attesi i rischi di contagio elevati da contaminazione epidemica da COVID-19.
Allegato Decreto 83/2020 Regione Campania: Giunta Reg Campania – Decreto 83_2020 Unito Allegato 1-2
Salerno, 10 aprile 2020