I sistemi di potere si somigliano. Memoli,si accorge del sistema di potere di De Luca e lo definisce “clan”. Un Clan, di cui era uno dei maggiori e silenziosi componenti.
Se Memoli non fosse stato sostituito alla Presidenza di Salerno Solidale, si sarebbe mai scagliato contro De Luca?
SALERNO – Ormai sono quotidiane le bordate che Salvatore Memoli indirizza su Vincenzo De Luca, sul suo sistema di potere, sui suoi uomini, su quello che egli definisce un Clan.
Il silenzioso Memoli, da quando è stato sostituito alla Presidenza di Salerno Solidale, non perde occasioni per farsi spazio sulla stampa locale, d’altra parte per i giorrnalisti queste esternazioni, sono bocconi prelibati per Salerno.
Il questa città sembra non accade mai nulla, politicamente parlando, soprattutto perché al potere che gira intorno al Comune di Salerno e alla Provincia di Salerno, non vi è una valida ed attenta opposizione che ne sappia contrastare intelligentemente l’azione politica di Vincenzo De Luca ormai da decenni dominatore incontrastato ed ora anche di Edmondo Cirielli, che si affaccia ad essere, per certi versi, come il Sindaco di Salerno.
I sistemi di potere, spesso si somigliano.
Memoli non ha proprio digerito la sua sostituzione, da quel momento si è scagliato a testa bassa su De Luca e il suo sistema ed ha preannunciato di volersi candidare a Sindaco di Salerno in contrapposizione al Sindaco uscente e per questro ha preannunciato che chiederà, rivendicandolo, il simbolo del Partito Democratico, per questo smentendo quanti già lo darebbero in approdo al centro-destra.
E’ da vedere se per quel giorno il PD ci sarà ancora, e se resisterà a tutte le azioni demolitrici dei suoi dirigenti nazionali e di quelli locali e provinciali come gli stessi De Luca e Memoli.
Memoli vuole accomunare alla sua storia tutti quelli che sono contro De Luca, specie quelli che gli erano più vicini come Mario De Biase, Alfredo Dattore, Pasquale Stanzione, ma anche chi come Fausto Morrone ha fatto tante di quelle “crociate” contro il Sindaco di Salerno.
Ma se Memoli non fosse stato sostituito alla Presidenza di Salerno Solidale, si sarebbe mai scagliato così violentemente contro De Luca?
Questo interrogativo è legittimo, dal momento in cui dal buon Memoli, fino ad ieri, si è registrato solo moderazione e riservatezza e mai sollevazioni contro quel sistema di potere che egli adesso individua.
Che Vincenzo De Luca abbia voluto dare una svolta e abbia voluto per questo iniziare dal suo “sistema di potere” incominciando dalla sua squadra, non è condannabile, per certi versi è anche apprezzabile, tenuto conto che spesso i sistemi di potere e le loro stratificazioni, diventano “incrostrazioni” difficili da demolire, inespugnabili, e per questo additabili dall’opinione pubblica, come le cause principali, responsabili di tutto il male possibile della politica, e che De Luca, abbia voluto farlo subito dopo il suo magnifico ma sfortunato sforzo elettorale, non è comprensibile.
E’ poco comprensibile se invece nel voler cambiare e sostituire uomini, lo si fa non in base al loro lavoro svolto, di cui non se ne ha traccia,bensì in base al loro lavoro “non svolto” in relazione agli “apporti” elettorali profusi nell’ultima campagna elettorale.
Di qui si comprende come De Luca sia rimasto deluso sia del risultato elettorale che dall’impegno che quelle “incrostrazioni” del potere salernitano non hanno saputo dargli quello che invece si sarebbe aspettato.
Sulle interpretazioni si potrebbero scrivere libri sui comportamenti invece si può dare un giudizio.
Sicuramente è scomposto, poco credibile e fuori dalle righe, il comportamento di Memoli, che solo oggi si accorge del potere di de Luca, e solo oggi si chiama fuori da quello che definisce “clan”. Un Clan, se si tratta di un clan, che egli sicuramente rappresentava a pieno titrolo uno dei maggiori e silenziosi componenti.
L’intervento di De Luca, è poco credibile e allo stesso modo fuori luogo per modi e forme, perché alla base del suo ragionamento, che lo vedrebbe comunque protagonista di un cambiamento che tende a coinvolgere oltre che l’apparato burocratico e di potere che gira intorno al Comune e di riflesso il PD e il mondo della politica in generale, il rinnovamento che vorrebbe, non rrisparmierebbe nessuno, e tutrti sarebbero “antichi e superati” rispetto alle nuove esigenze che gli elettori vorrebbero, egli si esclude ritenendosi per questo ai passi con i tempi.
Se il rinnovamento secondo Memoli è sostituirsi a De Luca abbattendo il “Clan” di cui ne è stato parte, e se il rinnovamento per De Luca è cambiare tutti, perché non rispondenti alle esigenze del cambiamento dei suoi desideri, tranne se stesso, ritenendosi al di fuori di ogni giudizio e quindi promuovendosi ed autoassolvendosi, allora il nuovo è molto lontrano.
Non sempre il nuovo rappresenta una novità e non sempre le novità rappresentano quello di cui la società veramente ha bisogno.
Memoli e De Luca sono le facce di una moneta che non si ricorda più il conio. Potrebbero anche essere il nuovo, dipende solo da come riescono a rapportarsi alle nuove sfide che ci vengono incontro, dipende da come si pongono rispetto alla critica e se sappiano fare autocritica rispetto al loro vissuto politico e ai propri errori, da questo si capirà se possono essere veramente gli interpreti che vorrebbero essere.
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