Covid-Center Eboli, il Pneumologo Capaccio ci scrive dopo la lettera di Gigliotti: Pronto alla sfida finale contro il Coronavirus.
“Inutili, dannosi e vuoti protagonismi non aiutano allo sforzo comune contro un nemico insidioso, potente e rapido nel determinare contagi e morte”. È polemica, personalismi o è un dibattito utile? Ma forse mancano anche Medici, Infermieri e macchinari. E i reparti? Non si chiudano si potenzino.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Dopo la lettera del Dottor Giuseppe Gigliotti Direttore dell’UOC di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Eboli, attraverso la quale egli raccontava come in pochi giorni, grazie alla generosità di tanti donatori e all’impegno degli operatori sanitari direttamente coinvolti, si stia allestendo un reparto interamente dedicato ai pazienti Covid, – reparto individuato in un’area del Nosocomio ebolitano rispondete a tutte le caratteristiche dettate dal protocollo e dal buon senso, con ingressi ed uscite autonome e soprattutto senza coinvolgere e quindi evitare ogni possibile contagio al resto dell’Ospedale – ci giunge la lettera del Dottor Damiano Capaccio Direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia del P. O. di Eboli.
Gigliotti nella sua lettera a POLITICAdeMENTE ricordava anche come, a seguito di un confronto con la Direzione Sanitaria e altri operatori sanitari a vario titolo coinvolti, si era scongiurato che il nascente Covid-Center si realizzasse in uno spazio che al contrario aveva percorsi comuni ad altri reparti e ai visitatori esponendo, operatori, degenti e visitatori a possibili contagi. Su questa narrazione egli rendeva entusiasticamente lo spirito che tutti i protagonisti di quello sforzo avevano riposto. Quella realizzazione rappresentata come un miracolo, viste le esigue risorse disponibili, evidenziava nel contempo come tutti coloro i quali vi operassero: medici, infermieri e personale vario; oltre ad avere un ambiente dedicato lo facessero con il massimo sacrificio e massimo impegno, e il sacrificio oltre l’impegno che in questo momento tutti stanno profondendo,
ci rassicura e ci dimostra, se c’è ne fosse ancora bisogno, come noi utenti della salute stiamo in buone mani.
Partendo da questa ultima rassicurante certezza, val la pena ricordare che POLITICAdeMENTE e chi vi scrive che ne è l’animatore, sono ben lieti di ospitare quanti avvertono la necessità di offrire un loro contributo vieppiú in questo particolare momento e in tutto che attraverso queste pagine si possa veicolare buona informazione, mai tendente a denigrare, sempre attenta a valorizzare gli impegni, i talenti, di qui introducendo la lettera del Dott. Capaccio, (il quale sebbene amici si rivolge a me come animatore del sito dandomi del “Lei”) ne in questo articolo ne in quello ispirato da Gigliotti vi è nessun intento denigratorio se non invece l’accendere un riflettore su quello che in questo particolare momento stiamo vivendo. Momento che mi coinvolge per diverse motivazioni: La prima innanzitutto come utente; la seconda come ormai persona anziana; la terza come informatore; La quarta come ex amministratore e tra i protagonisti del meglio che si poteva offrire in quegli anni per la crescita del Nostro Ospedale; infine come intellettuale che in questi anni, ha affiancato alla notizia anche la critica, offrendola come spunto di riflessione per contribuire ad un miglioramento generale delle cose, in questo caso della Sanità.
Questo è il “mio” Ospedale, è quello al quale si rivolgono i miei familiari, mi rivolgo io stesso e si rivolgono decine di migliaia di utenti. In novembre scorso a seguito di alcune complicazioni, fortunatamente rientrate, ho frequentato alcuni Reparti e in tutte le circostanze ho sempre riscontrato professionalitá, competenza, rigore, disponibilità, umanità, in linea con la consolidata tradizione di questo Ospedale. Non a caso il nostro nosocomio ha in sé più di una eccellenza, non voglio nemmeno citarle per non fare torto a qualcuno che magari dimentico e per evitare di incorrere in “protagonismo”, come qualcuno poco attento potrebbe attribuire a chicchessia. Un Ospedale di prossimità ma anche di grandi tradizioni con al suo interno tutte le discipline, alcune delle quali non presenti in altri Nosocomi, e ahi noi in pericolo dalle frequenti razzie a cui è stato sottoposto, e che in questi ultimi anni lo ha ridotto a perdere circa 300 posti letto e non ultimo al trasferimento di due reparti: Ginecologia e Neonatologia (realizzando un Punto nascite alla pari di un Call Center); ma non a trasferire la Cardiologia (come si era concordato) al vicino P. O. di Battipaglia, senza contare che nel frattempo si è eliminato il reparto di Geriatria diretto dal bravissimo e compianto Lorenzo D’Alessandro.
Che dire dell’altro glorioso reparto di Medicina diretto dal bravissimo e compianto Ennio D’Aniello (Medaglia d’oro al valore civile legato al suo coraggioso impegno da Medico e gravemente ferito sotto le Bombe “amiche”, allestí in casa sua un piccolo Ospedale), ridotto ora ad un accampamento. Che dire inoltre di Chirurgia e Urologia anch’essi ridotti ad “appendici”? E l’ORL e Oculistica? Il mitico Dott. Sarro si rivolta nella tomba e il Dott. Angelo Maurino nemmeno ne vuol parlare, e Ortopedia? Meglio lasciar stare per come viene trattato.
Ebbene, nonostante tutto questo, l’Ospedale è resistito a tutte le incursioni che di volta in volta hanno sottratto qualcosa, di qui la mia rabbia e forse quella di tutti coloro i quali avrebbero voluto di più anche dagli stessi operatori sanitari. Insomma un Ospedale completo che è stato trattato come un “Supermarket” della Sanità. E come si è giunto a questo? Sicuramente per rispondere agli assurdi bilanci e alle assurde restrizioni che oggi ci consegna una Sanità depotenziata al Sud ma che fa i miracoli, e non solo ora, e una Sanità al Nord supercibata, supervalutata e che ora tutti ne lamentiamo il divario. Ma come si depotenzia un Ospedale? Chiudendo Reparti, Accorpandone altri, trasferendone altri ancora, anziché dotarli di apparecchiature e macchinari moderni e utili alle corrette diagnosi, oltre che negare Medici e Infermieri. E questo è avvenuto e continua ad avvenire nel momento in cui non si pretende Medici in Cardiologia, in Radiologia, in Chirurgia, in Urologia, in Oculistica, in Ortopedia, in Neurologia, in Medicina, in Nefrologia, in Oculistica, in Anatomia Patologica, in Maxillofacciale (tenuto miracolosamente in piedi con un solo medico, il suo Direttore), e semmai, come sta avvenendo fortunatamente di allestire un Reparto Infettivo (che già avevamo) e uno di Pneumologia (finalmente).
Ecco forse questo si voleva evidenziare sia prendendo spunto dalle riflessioni di Gigliotti e ora di Capaccio, sottolineando come fosse improvvido trasferire Reparti già ridotti e depotenziati, dimenticandoci che in questa emergenza non bisogna dimenticare tutti i cittadini che presentano diverse patologie e si rivolgono ordinariamente all’ospedale. E per questo ci incazziamo anche quando assistiamo alla finta solidarietà di strutture private come il Campolongo Hospital, che nelle ultime ore assisterà i circa 40 anziani del centro Sociale Juventus di Sala Consilina ad un costo aggiuntivo di 700 euro al giorno più le spese mediche e oltre al 95% del 12° della convenzione arrivando per questo a oltre 1000 euro al giorno per letto. Scandaloso. Questa non è disponibilità e una risposta solidale ma un mercimonio di bassissimo livello. E di qui nasce spontanea una domanda: Campolongo Hospital ha i respiratori meccanici? Ha il personale giusto? Li aveva anche in precedenza quando si è presentato il primo caso? E se si presenta una recidiva ha una sala di rianimazione?
«Gentilissimo Massimo Del Mese, in questo periodo caratterizzato da una evidente gravità, legata all’epidemia globale da COVID 19 e data la responsabilità che ci unisce nel combattere il “comune nemico”, certo che saprà interpretare dando il giusto valore e comprendere il significato della immane sofferenza che noi operatori sanitari ci portiamo dentro in questi momenti drammatici per la nostra comunita, le invio la seguente. Grazie.
In questi giorni drammatici, in cui il personale medico ed infermieristico è chiamato ad uno sforzo al limite dell’inimmaginabile se non dell’impossibile, è necessario la massima coesione e collaborazione di tutti.
Inutili, dannosi e vuoti protagonismi non aiutano allo sforzo comune contro un nemico insidioso, potente e rapido nel determinare contagi e morte.
Un nemico infido che merita rispetto e che per essere affrontato, combattuto e vinto ci obbliga a scelte difficili, coraggiose, innovative e soprattutto rapide in un contesto di una rigidità organizzativa ospedaliera dove il cambiamento si scontra con posizioni consolidate e frequentemente ostili alle necessità contingenti del momento.
L’80% dei contagiati ha pochi sintomi alcuni addirittura non ne presentano alfatto, mentre il restante 20% sviluppa polmoniti interstiziali severe, con fame d’aria e valori d’ossigeno nel sangue molto bassi oltre a febbre, tosse ed astenia devastante in cui è necessario intervenire con tempestività, determinazione, competenza e soprattutto con disponibilità di posti letto adeguati alle gravità e all’imponenza dei numeri degli ammalati.
La gravità del momento ci richiede, da subito, di avere a disposizioni posti letto in Malattie Infettive, Pneumologia con la Subintensiva Respiratoria oltre ad incrementare quelli di Rianimazione per i casi più drammatici.
Dobbiamo concentrare organizzazione, risorse e tecnologie su chi è chiamato in prima linea ad assicurare assistenza adeguata e specialistica. Non possiamo continuare ad assistere a cio che sta accadendo in questi giorni: ammalati per gravi polmoniti vengono trattenuti al PS per interi giorni alla ricerca di un posto letto disponibile in altri presidi ospedalieri della Regione.
Nell’Ospedale di Eboli nessuna “follia”, è stata chiesta di attuare, ma uno sforzo immane per trovare soluzioni alle richieste dell’ASL e della Regione Campania.
Nella consapevolezza della gravità e dei rischi del momento (sono un operatore in prima linea nell’assistenza degli ammalati COVID 19) è mio intendo far giungere un messaggio chiaro e responsabile ai nostri concittadini: tutti saranno accolti e ad ognuno sarà assicurato il diritto ad essere assistito con competenza e professionalità, un diritto, che solo una grande comunità unita sa garantire.
L’altrui vuoto protagonismo lo lascio alla vostra libera valutazione».
Questo articolo esce in ritardo per motivi tecnici in generale e di rete.
Eboli, 29 marzo 2020
Non capisco, o forse si, di chi intendesse parlare il Dott. Capaccio.
E a maggior ragione non comprendo il senso di questa lettera che segue a breve, e non è una coincidenza, quella del Dott. Gigliotti. Cui prodest?
A parer mio se la poteva risparmiare.