Il Dott. Lioi ex Direttore del Labor. di Analisi del P.O. di Eboli favorevole ad allargare la platea dei tamponati.
Lioi: “Con la Biologia Molecolare, possa essere un punto di riferimento nella lotta anti-coronavirus. Mi auguro che le proposte lungimiranti del dr. Lazzaro Lenza vengano accolte“.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera che ci ha inviato il Dott. Antonio Lioi già direttore del Laboratorio di Analisi dell’Ospedale di Eboli e in diverse circostanze collaborato con Santobono e l’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli e ora in pensione, ma non al punto di non poter dare un suo contributo organizzativo alla sua Città e al suo Ospedale, in questa particolare circostanza legata al l’epidemia da Covid-19, che sta mettendo in ginocchio l’intero Paese, rilevando nella proposta avanzata dal Dott. Lazzaro Lenza, già Assessore comunale del Comune di Eboli e Medico di Base che parte dalla concezione di prevenzione e allargare la “platea” dei “tamponati”, e “valutare durante la fase asintomatica verificare se sono stati a contatto con il virus“.
«Gent.mo Massimo Del Mese animatore del sito web POLITICAdeMENTE – scrive Lioi – seppur da lontano seguo sui social le vicende della “ mia “ Eboli.
Ieri ho letto (e condiviso) un post del dr. Lazzaro Lenza che mi ha molto colpito per la lucida disamina e conseguente proposta ai vertici della Sanità Pubblica Salernitana. – prosegue Lioi – Spero che il mio amico Direttore Sanitario dei nosocomi e Eboli, Battipaglia e Roccadaspide, dr Mario Minervini, la condivida e si attivi per la sua realizzabilità.
La proposta “Lenza”, parte da una considerazione di prevenzione sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 ed in particolare da una necessità ormai condivisa a livello mandiale: – prosegue il Dott. Lioi – Valutare durante la fase asintomatica (dopo un presumibile contatto con portatori positivi), che di norma è di 2-4 gg, una eventuale presenza dell’RNA nei materiali naso-oro-faringei, ma anche la eventuale presenze di anticorpi (IgG, IgA,IgM) anti Sars-cov-2 nei soggetti asintomatici (in particolare nei Sanitari addetti all’assistenza) per verificare se sono stati a contatto con il virus.
Orbene, in questi giorni si parla molto di test rapidi per la diagnosi che se eseguiti su larga scala, sembrerebbero essere una delle strategie vincenti. – aggiunge l’ex Direttore del Laboratorio di Analisi del PO di Eboli – La scelta di quale test eseguire e’ fondamentale, per evitare risultati falsati o inutilizzabili.
Solo pochi gg orsono il Comitato tecnico-scientifico della Protezione Civile ha ribadito che il test di riferimento è basato sulla identificazione dell’Rna del virus dal materiale ricavato dal tampone. – prosegue – Oggi questo test bio-molecolare comporta dei tempi piuttosto lunghi dovuti al trattamento del tampone poi un’ora abbondante per l’estrazione dell’Rna e poi ci vogliono circa due ore per l’amplificazione del bersaglio molecolare onde poter “moltiplicare” i frammenti dell’ac.nucleico per poterli individuare (rt-PCR). Dalle 5 alle 7 ore per tampone. Il personale tecnico che deve eseguire questi test in ambienti ad alto bio-contenimento e Super-protetto, deve avere una buona conoscenza delle tecniche di biologia-molecolare. Per questo motivo in Campania l’Ospedale Cotugno (provvisto di un grande laboratorio modernissimo, con locali PCL3 a pressione negativa- realizzato da poco su progetto dell’ing. Daniele Lodato e del sottoscritto) è considerato un HUB e pochi altri (compreso il Ruggi salernitano) degli Spoke.
Nell’Ospedale di Eboli, sono perfettamente funzionanti nella Biologia Molecolare i locali di alto-biocontenimento a pressione negativa PCL3 (da me realizzati con l’ausilio tecnico dell’Ing. Emilio Trani) e quindi giustamente è stato candidato a poter eseguire questo test bio-molecolare sui tamponi (che oggi vengono inviati a Salerno).
Qui si inserisce la proposta Lenza basata sulla possibilità di eseguire un nuovo testo su materiale oro-faringeo che consente in circa 60 min di valutare una positività o negatività.
Preso atto che, per quanto sopra detto, uno screening su larga scala è politicademente impossibile (e quindi molti probabili soggetti diffusori virali passano inosservati diffondendo così il contagio) poter disporre subito di questo test (per es. da oggi viene utilizzato nel Veneto)
Questo nuovo test (Unico-specifico è non fungibile), quindi acquistabile immediatamente senza fare capitolato tecnico e gara) è stato sviluppato dalla Diasorin una ditta italiana, che utilizza un analizzatore automatico (Liason mdx) è stato approvato dalla FDA (Food and Drug Administration – gli USA hanno già disposto un congruo acquisto dei kit italiani).
Il dr. Lenza propone la possibilità di metterlo a disposizione della Biologia Molecolare di Eboli al servizio anche degli altri Ospedali in modo da evitare l’invio dei tamponi a Salerno e poter in questo modo allargare la “platea” dei “tamponati”, il tutto in considerazione anche della carenza di personale.
Una apparecchiatura ad alta automazione puo’ processare un’alta quantità di tampini .
In verità anche la Roche sta sviluppando dei test da poter eseguire sugli analizzatori di una societa’ svizzera i “cobas 6800/8800”, i tempi di esecuzione però sono molto piu’ alti circa 3 ore e ½ .
Ma la proposta del dr. Lenza è ancora più precisa perché fa riferimento alla possibilità di consentire alla Biologia Molecolare ebolitana la esecuzioni un altro nuovissimo Test.
Infatti da una ricerca congiunta fra l’Istituito Spallanzani e la ditta senese Diesse è stato sviluppato un Test Sierologico (cioè da un prelievo di sangue intero senza coagulanti).
Il Governatore della Toscana Enrico Rossi, da poche ore, ha ringraziato la Diesse che ha donato alcune migliaia di questo kit per uno screening sui sanitari toscani.
E’ un test immunoenzimatico (tipo Elisa) che serve ad evidenziare la presenza nel sangue anticorpi anti – Sars-cov-2 (IgM in fase precoce, IgA e IgG nelle fasi successive al contagio) nei soggetti anche asintomatici (o nel periodo dei 2-4 gg che passano dal contagio alla comparsa dei primi sintomi). – conclude il Dott. Antonio Lioi già direttore del Laboratorio di Analisi dell’Ospedale di Eboli e in diverse circostanze collaborato con Santobono e l’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli – Caro Massimo credo che Eboli, come facemmo agli inizi della diffusione dell’HCV (anni 1995-2000) con la Biologia Molecolare, possa essere un punto di riferimento nella lotta anti-coronavirus. Mi auguro che le proposte lungimiranti del dr. Lazzaro Lenza vengano accolte». Un caro saluto, Antonio Lioi.
Eboli, 23 marzo 2020