Il M5S e Virtuoso lamentano disparità di trattamento tra professionisti. E i pensionati? Gli Studenti? Gli operai?
Il DPCM “Cura Italia” è stato scritto a due mani da “Padroni” e da “Servi”. I Padroni si sono intestati gli investimenti, i “Servi” le mance. Ma “le mani dei “servi” lasciano le impronte dei padroni”. E tra figli, figliastri e figli di p…. per Pensionati, Studenti, lavoratori e famiglie, c’è una beata minchia.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera che ci è pervenuta da Francesco Virtuoso, salernitano, dalla primissima ora attivista del Movimento 5 Stelle e avendo partecipato di recente alle “regionarie” prossimo candidato alle elezioni regionali della Campania per il Movimento di Grillo e Casaleggio. Lettera che analizza gli effetti dell’ultimo DPCM del 17 marzo 2020 così detto “Cura Italia” e da questo ne trae alcune mancanze e fa alcune riflessioni, ovviamente legate alla sua professione, e per fare giustizia sarebbe il massimo poter raccogliere e pubblicare quelle di tante altre categorie professionali o di altri ancora nemmeno riconosciuti come “categoria”.
Virtuoso chiude la sua lettera rivolgendosi ai destinatari affinché la pubblichino e la diffondano conclude con: “Confido nella sua sensibilità professionale affinché possa dar voce a questi cittadini“. Ovviamente POLITICAdeMENTE la pubblica non per non essere etichettato come “insensibile” ma perché sebbene proveniente da espressioni singole di categorie professionali e non dagli ordini professionali ci offre l’opportunità di fare altre considerazioni ed unirle a quelle di Virtuoso e di Tiziana Crusco. Considerazioni che ci spiegano innanzitutto come il Mondo politico non cambia mai, anzi peggiora nel cambiamento e più staziona nelle stanze e nei palazzi del potere e più si fa corrompere da quel “Puttano” del Potere, fino a perdere ogni ritegno.
Escludendo la parte che riguarda le misure destinate al nostro Servizio Sanitario Nazionale, che tutti noi ci aspettavamo utili a potenziare le strutture esistenti, realizzarne altre e dotarle di apparecchiature nuove e moderne per fronteggiare il crescente numero di italiani contagiati dal coronavirus, in quel decreto è stato buttato proprio tutto, non manca niente, e come in tutte le disgrazie si parte in un modo e si finisce in un altro. In quel tutto, comma per comma si comprende quante mani lo hanno scritto, mani di “padroni” e mani di “servi“. Quelle dei padroni si è intestata la parte degli investimenti (il bottino), quelle dei servi i vari benefici (le mance), e se è vero che “le mani dei servi lasciano le impronte dei padroni“, questa manovra è padronale e “servizievole”.
Tralasciando la sbrigatività con la quale si è aperto il varco ai giovani medici appena laureati, assumendoli ad horas senza il dovuto tirocinio (lo faranno sui cadaveri dei vecchi) e al gruppo di medici cubani immediatamente intruppato, si è passati ai bonus, alle accessorialitá agli aumenti retributivi dei medici e degli infermieri, riconoscendo il loro ruolo importante ma non precisando soprattutto ai primi di vietare loro l’attività professionali ecxtramoenie, vera ragione dell’allungamento delle liste di attesa. E giù di lì le Forze Armate e le Forze dell’Ordine: Carabinieri, Polizia di Stato, Finanzieri, Vigili del fuoco e tutte le altre, escludendo la Polizia comunale, quella “invisibile” Provinciale e la inadeguata Polizia Forestale. Tutte categorie finalmente valorizzate e così vedremo più medici e vedremo più forze dell’ordine, viste mai prima e soprattutto ora che non c’è nessuno per strada.
Il DPCM non ha dimenticato nessuno se non le platee più ampie della Società: I Pensionati, miseramente abbandonati, gli studenti e giovani altrettanto dimenticati, gli insegnanti completamente ignorati; mentre ha inserito il mondo professionale, dell’artigianato, del commercio e della Partita IVA in maniera inadeguata, insufficiente e parziale come gli stessi Virtuoso e Crusco hanno rilevato. Certo che non sono niente i 600 euro una tantum per parte di quelle attività, come non è niente di niente destinare 100 euro ai lavoratori che assicurano le filiere di produzione e consentono al Paese di restare in piedi. E così il divario aumenta: un operaio guadagnerà netto 16mila euro all’anno, un medico 100mila euro all’anno più accessori e indennità, e se sono figli di una stessa mamma sicuramente il padre è diverso. Non è niente di niente il rinvio dei pagamenti delle tasse ad un mese e niente il rinvio delle bollette di qualche mese, come niente è la riduzione delle bollette (solo per l’elettricità) del 30% ma degli oneri accessori. Insomma solo rinvii che giungeranno inesorabili alle scadenze. E se dei Pensionati nel DPCM non vi è traccia se non in una microscopica rivalutazione dell’assegno, e non per tutti già definita dall’INPS prima del coronavirus, e solo perché questi sono una categoria che deve morire, e che muore da Covid-19, e come disse più di qualcuno appena si parlò che il virus uccideva solo gli anziani, infelicemente disse “fortunatamente colpisce gli anziani“, per le Famiglie, come direbbe Cetto La Qualunque, c’è: “una beata minchia“.
«Gent.mo Direttore, – scrive Francesco Virtuoso attivista e prossimo candidato al Consiglioregionale del M5S – a poche ore dall’approvazione del Decreto Legge che introduce le misure di potenziamento, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19, del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per le famiglie, per i lavoratori e per le imprese sono già numerose le categorie e gli ordini professionali che lamentano una discriminazione nel trattamento economico relativo agli indennizzi erogati.
La misura prevede, all’interno dei 25 miliardi complessivamente stanziati dal Decreto Legge, l’indennità di seicento euro al mese, non tassabile, prevista per i lavoratori autonomi e le partite IVA che andrà ad una platea di quasi cinque milioni di persone.
Eppure molte categorie professionali non avranno diritto a questo beneficio ma dovranno “accontentarsi”, almeno per quanto previsto nella prima versione di questo Decreto Legge che nelle prossime settimane verrà discusso in Parlamento per la sua conversione in Legge, del cosiddetto “Fondo per il reddito di ultima istanza” con una dotazione di trecento milioni di euro come fondo residuale.
Tra i professionisti iscritti agli ordini, che da subito hanno iniziato a far sentire il proprio dissenso rispetto a questo trattamento, ci sono architetti e ingegneri, agronomi e forestali, chimici, geologi, biologi, consulenti del lavoro, giornalisti, medici, farmacisti, commercialisti, ragionieri e periti commerciali, notai, avvocati, psicologi, geometri, periti industriali, agenti e rappresentanti di commercio; essi avranno una dotazione pro-capite molto inferiore e con tempi, criteri e modalità di attribuzione lasciati per ora all’incertezza.
Di fatto le richieste avanzate da molti ordini professionali, nei giorni precedenti all’emanazione del Decreto Legge, invocavano misure urgenti per aiutare i professionisti a superare la crisi in atto che sta mettendo in ginocchio interi settori produttivi della società con conseguente grave danno economico. Le richieste andavano dalle misure integrative di sostegno al reddito alla sospensione dei contributi previdenziali nelle casse degli istituti di previdenza specifici, dalla riduzione della pressione contributiva fino a quella burocratica per alleggerire i processi pedissequi autorizzativi al fine di velocizzare le pratiche.
Anche nella nostra provincia i professionisti interessati da queste misure hanno iniziato a coordinarsi sui social network per chiedere al Governo le opportune modifiche. Tra i promotori del gruppo Facebook “OUTSIDE movement”, che raccoglie centinaia di iscritti a livello nazionale tra architetti ed ingegneri, c’è l’architetto Tiziana Crusco di Sapri: “sono fiduciosa che il Governo migliorerà le misure del decreto Cura Italia ed inserirà tutti i professionisti, anche quelli esclusi in prima battuta.”
“Per ora raccolgo la delusione della categoria a cui appartengo” – continua la professionista saprese e attivista locale del M5S – “e intendo farmi promotrice di una richiesta al Governo per la rivalutazione delle categorie escluse in linea con uno dei principi del mio Movimento per cui nessuno deve restare indietro“.
Seppur al momento la limitazione ai soli lavoratori iscritti all’INPS sembra voler ridurre in maniera eccessiva la platea dei beneficiari con il rischio di creare un malcontento diffuso, c’è da dire che questo testo sicuramente non può essere definito poco coraggioso e di certo ha provato a fare una quadra in tempi strettissimi tra tantissime esigenze da soddisfare. Nella sua enormità il decreto “Cura Italia” possiede gli elementi che potranno renderlo più soddisfacente per quella platea di professionisti oggi poco rassicurati; per questo tutti i politici sono chiamati ad un ulteriore sforzo comune nell’interesse nazionale. – conclude la lettera Francesco Virtuoso – Confido nella sua sensibilità professionale affinché possa dar voce a questi cittadini. Grazie».
Salerno, 19 marzo 2020
Sono perfettamente d’accordo,su tutto.