Sembra che i racconti biblici, rievocano proprio le grandi epidemie che hanno attraversato quell’epoca.
“Chi ha pensato all’attuale epidemia, con le storie narrate nelle scritture sacre?”
di Giovanni Coscia per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Chi ha pensato all’attuale epidemia, con le storie narrate nelle scritture sacre? Eppure sembra che i racconti biblici, rievocano proprio le grandi epidemie che hanno attraversato quell’epoca. Lontana migliaia di anni, vengono riportate nella Bibbia. E la storia che noi tutti conosciamo, riguarda proprio il diluvio universale. Ma il diluvio, narra davvero ciò che è successo e ci ha raccontato? E se vedessimo quell’evento in chiave attuale e quindi Pandemia? Si scopre infatti, che il diluvio universale, nasconde una vera e propria storia interessante. Il diluvio infatti, nasconde una vera e propria selezione della razza umana. Dio invero, seleziona i giusti dai cattivi e dai corrotti, avvisando tutti, di prepararsi al peggio, in quanto sta calando su tutti, il suo Definitivo Giudizio. Il coronavirus infatti, continua inesorabile la sua propagazione, mettendo in ginocchio intere nazioni. Uno scenario divenuto, apocalittico e mai visto prima. Una catastrofe mondiale, così come annunciato dall’arrivo dei Cavalieri dell’Apocalisse.
Nell’apocalisse, infatti, Giovanni, divenuto poi santo, narra dei Sette Sigilli e che portarono successivamente al ritorno di Gesù Cristo. I primi 4 cavalli, con i rispettivi cavalieri, rappresentano infatti, per le sacre scritture, 1) L’inganno, 2) la guerra, 3) la fame, 4) la malattia. E proprio in riguardo al 4^ cavaliere dell’apocalisse, si narra che lo stesso cavaliere si chiamava morte. Gli venne conferito da Dio, il potere sulla terra, per uccidere con la spada, con la fame, con la morte tutte le bestie della terra. Con gli altri tre cavalieri, racconta l’Apocalisse, verrà uccisa, attraverso la malattia, un quarto della terra. Ciò nonostante, va significato che l’Apocalisse, non è l’unico testo biblico che menziona il ritorno delle malattie e delle epidemia. Nel vangelo di Matteo, infatti, si narra dello scoppio di una pestilenza, che si verificherebbe prima della venuta di Cristo. Senza dubbio alcuno, va significato e specificato sino in fondo, estromettendo in primis le profezie bibliche, che quanto sta avvenendo in questo momento sul nostro pianeta, rappresenta uno dei peggiori momenti dell’esistenza umana, e quindi una pandemia storica. Ma riprendendo il discorso sulla “cernita” della razza umana, anche il diluvio universale, seleziona i giusti dai corrotti. E’ sempre il giudizio di Dio.
Noè, infatti, costruisce l’arca che gli è stata ordinata da Dio, per salvare la sua discendenza e gli animali. Salvare per il nuovo mondo. Da notare che tutti dovevano rimanere chiusi dentro: quanto? 40 giorni e 40 notti. Una quarantena? Come si evince, ci sono sempre i 40 giorni da osservare. Caso? Combinazione? Fatalità? Anche Mosè rimase sul Sinai per 40 giorni. Altro caso? Anche lo stesso Gesù rimase nel deserto per 40 giorni. Cosa significa questa analogia? Da notare comunque, che quando Noè toccò “terra”, dovette provvedere ad un gesto contraddittorio sul suo operato: sacrifica infatti, con un olocausto, gli stessi animali che Dio gli disse di proteggere. Che senso aveva? Visto in chiave pandemica, potremmo asserire che Noè, considerata la moria collettiva, doveva sterilizzare l’ambiente circostante. Quale verità allora sulla storia della Bibbia? Noi esseri mortali, dobbiamo adeguarci agli eventi. Dalle antiche scritture apprendiamo le tragedie passate e le ribaltiamo in tempi moderni alla attualità che viviamo? Non dimentichiamo dunque, che la storia è maestra di vita. La ciclicità è nel nostro destino. Il messaggio biblico, sta a significare che tutto si può ripetere. Quanto successo allora, è successo anche oggi. La cultura, la storia, siano elementi dai quali bisogna trarre la dovuta esperienza. Un antico detto recita: “chi non conosce la storia, è costretto a ripeterla”.
Battipaglia, 16 marzo 2020