Dall’Università di Torino il nuovo fascismo e il manganello dell’antifascismo: È possibile negoziare i principi costituzionali?
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una riflessione di Giovanni Coscia sulla vicenda che ha toccato di recente il Campus Einaudi dell’Università di Torino e del suo Rettore Stefano Geuna che ha “limitato” la concessione di spazi dell’Ateneo e quindi la partecipazione esclusivamente a chi sottoscrive “una dichiarazione di Anti-fascismo e Anti-razzismo“. È opportuno dire anche che la decisione segue alcune manifestazioni ed alcune intemperanti azioni di alcuni gruppi studenteschi, che hanno fatto rispolverare come spesso accade negli ultimi decenni, il fascismo e conseguentemente l’antifascismo, e di qui purtroppo per le plateali azioni del “Maresciallo” Salvini nei confronti degli immigrati si è rispolverato il razzismo e l’antirazzismo.
Senza scomodare Orwel e volando più terra, terra, ovviamente pur non condividendo i sentimenti politici che animano quei gruppi studenteschi appartenenti alla Destra, come animatore di POLITICAdeMENTE ha ritenuto di offrire a tutti questi spazi di informazione, e pur rispettando i contenuti e senza alterarli, ha assicurato un “Porto” sicuro pur dialogando e pur confrontandosi ed esprimendo motivazioni diverse e semmai opposte a quelle che quei comunicati di Partiti di Estrema Destra esprimevano.
Ciò detto non si può affatto condividere quella iniziativa poiché qualsiasi forma di intolleranza e ispirate a “fascismi” di qualsiasi colore va combattuta con le idee, con l’esempio e con l’affermazione di principi democratici per niente negoziabili. Va detto che la nostra Costituzione ha nel suo indelebile principio quello della democrazia, della libertà e l’antifascismo è alla base del “Dettato”. Una qualsiasi sottoscrizione è una diminutivo per la nostra Carta costituzionale che purtroppo per chi contesta L’Antifascismo, che l’ha ispirata, è nata all’indomani di un ventennio che ad alcuni non piace ricordare, essendo stato un periodo che quei principi dettati nella nostra costituzione sono stati repressi.
In verità bisogna essere più consapevoli del bagaglio politico che è contenuto nella nostra Costituzione e più che vietare sarebbe giusto confrontarsi e con la forza delle idee prevalere non sulla negoziazione tra fascismo e antifascismo per rimetterli in discussione ma per affermare con convinzione il valore e le differenze che non hanno niente a che vedere con il comunismo e il sovietismo e i Partiti che lo hanno interpretato anche in Italia, alcuni dei quali sono stati interpreti e attori di quella democrazia che oggi tutti vorrebbero reinterpretare “ad usum delphini“. Insomma entrando in una Chiesa nessuno mai ci chiederà di sottoscrivere la dichiarazione di accettazione della fede e della parola di Dio.
di Giovanni Coscia
TORINO – Il noto scrittore inglese, George Orwell, (1903-1950) è conosciuto e ricordato dal mondo della letteratura, come il poeta o scrittore-giornalista, capace di descrivere i meccanismi totalitari del controllo del pensiero. E’ da considerare l’anti-sovietismo per eccellenza, che lo portò addirittura a scontrarsi con Stalin e con buona parte della sinistra Europea. Perché questo accostamento con i giorni nostri? Perché Orwell, è ancora tra di noi. E’ tra noi, in quanto il totalitarismo è accettato dalla maggior parte della gente, se non addirittura con sorda indifferenza.
L’ultima realtà Orwelliana, giunge, guarda caso, dalla università di Torino, così come riportato dal quotidiano che oserei definire, “Sabaudo”, quale LA STAMPA, nella settimana tra il 15 ed il 20 febbraio u.s. ove è possibile leggere: “L’università concederà spazi per dibattiti e conferenze, attività culturali, solo a chi abbia firmato una dichiarazione di Anti-fascismo e Anti-razzismo”. Il paradosso, francamente, appare lampante sotto gli occhi di tutti. Per poter parlare, dialogare o conferire con altri, occorre la “tessera” di Anti-Fascista. In pratica e nella totale sostanza, il fascismo è tornato, coperto sotto il nome dell’anti-fascismo. Quindi, solo chi è in possesso di quella tessera, può parlare, dialogare, conferire, esprimere una propria opinione. Tutti gli altri, saranno messi a tacere.
In maniera molto democratica, sia chiaro ed inciso. Quella che in effetti si sta dispiegando sotto i nostri occhi è la malvagità del bene. Ed in nome del bene, si mette fuori legge or dunque, il libero pensiero. Si perde di vista ciò che dovrebbe essere e deve essere, uno dei principi cardine di una società che fosse autenticamente ed eticamente libera. Quella per cui ogni tesi, anche la più errata, sbagliata, ha il diritto di espressione. Le idee sbagliate, come quelle forse, del fascismo e perché no, del comunismo, quali il razzismo, si combattono con le idee e non reprimendo le stesse idee, che danno valore alla violenza di ogni genere, senza casacca di destra o di sinistra.
Inutile ripetere quindi, che quell’antifascismo retrodatato, giusto o no che sia stato, diviene oggi una volgare e ripugnante risorsa ideologica di senso al pensiero unico. Il pensiero unico, ovvero il “politicamente corretto”, ma eticamente corrotto, diffama senza tregua alcuna, come anti-fascista, chiunque non sia allineato al pensiero unico. Poi successivamente viene silenziato nel nome dell’anti-fascismo. E’ in pratica definibile come “il nuovo fascismo dell’antifascismo”. A parti inverse, e con nomi invertiti, attua di fatto i principi della violenza per impedire la libera espressione di chi sa pensare ancora per conto proprio.
E’ l’anima totalitaria del potere della politica finanziaria, supportata dal potere rosso sbiadito dell’anti-fascismo in assenza, appunto, di fascismo. Ecco spiegato or dunque, come si dispiega o avanza il potere totalitario della società liberista, che nei fatti è anti-fascista ed anti-comunista, in assenza di entrambi, e deve nei fatti neutralizzare nel nome dell’anti comunismo e anti fascismo, ogni possibilità di evadere dai perimetri della società alienata a forma di merce. E’ il nuovo totalitarismo CULT dei mercati, laddove, per l’appunto, chi osasse pensare allo stato sociale, o magari alla sovranità nazionale, ad un altro mondo possibile, è immediatamente diffamato come fascista o comunista. E per questi motivi, ritengo, che ad ognuno di noi, sarà tolta o soppressa, la libertà di opinione. Siamo messi davvero male. E pochi hanno recepito il baratro.
Torino, 28 febbraio 2020