Sanremo è Sanremo: Il Festival dei Festival

Sanremo 2020 il Festival della canzone italiana: Il Festival dei Festival, il Festival del record dei record e delle critiche. 

Una serata delle cover un crescendo tra i concorrenti e tanti ospiti straordinari come: L’Oscar Roberto Benigni; il bravissimo Tiziano Ferro; il cast della fiction di RAI1 “L’amica geniale”; la grande partecipazione del cantante anglo-libanese Mika amatissimo dagli italiani; e Lewis Capaldi, nuovo fenomeno mondiale del pop britannico. Tra applausi e critiche anche quelle inappropriate raggiunge lo share del 54.5%.

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da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

SANREMO – Si è conclusa la terza serata del Festival di Sanremo, il Festival per antonomasia della Canzone italiana, giunto quest’anno alla sua 70^ edizione e si sente ancora il riverbero delle note e il fragore degli applausi che si sono estesi sul’intera Città dei Fiori al Teatro Ariston, al PalaFiori con CasaSanremo a CasaSiae e in tutte le altre strutture nelle quali si è esteso coinvolgendo ogni angolo più remoto di Sanremo, e già si pensa a questa sera e alle performance che faranno gli artisti per farsi conoscere e apprezzare artisticamente e attraverso le loro interpretazioni le loro canzoni, offrire al pubblico dell’Ariston e di tutte le altre strutture che ne amplificano  il “palcoscenico” facendo giungere attraverso la TV a milioni e milioni di spettatori in Italia e nel Mondo la melodia, i testi la musica le interpretazioni di bravissimi interpreti rinnovando la tradizione e la magia al tempo stesso del più grande Festival italiano e internazionale.

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E la serata di ieri sera 6 febbraio del Festival di Sanremo 2020 Condotto da un grande Amadeus, affiancato da Georgina Rodriguez e alla spumeggiante Alketa Vejsiu, è stata una serata straordinaria laddove  ogni Campione ha rivisitato uno o più brani della storia del Festival, accompagnato da un ospite, sottoponendosi al voto dei musicisti e i coristi dell’Orchestra del Festival. Una serata come le altre in un continuo crescendo con ospiti come: Roberto Benigni; il bravissimo Tiziano Ferro; il cast della fiction di Raiuno “L’amica geniale”; la grande partecipazione del cantante anglo-libanese Mika tra gli artisti internazionali più amati dagli italiani; e Lewis Capaldi, nuovo fenomeno mondiale del pop britannico. Una serata straordinaria, dedicata alle cover che con il 54,5% di share, ha superato anche le due puntate precedenti che avevano registrato il 53,3% (mercoledì) e il 52,2% (martedì), distaccando nettamente l’edizione dell’anno – scorso e conquistando lo share più alto dal 1997 ad oggi.

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È ovvio che una manifestazione di quella portata che, appunto, coinvolge un’intera Città per un anno intero e non solo nel mese del Festival e in quelli precedenti e successivi, unisce musica, arte, spettacolo e business si presta anche alle critiche. Critiche e perché no, critiche anche da Giovanni Coscia che nelle riflessioni che ci ha inviato e qui di seguito pubblichiamo, egli definisce “Sanremo: Il Festival dei Radical chic!” Una riflessione e una critica che POLITICAdeMENTE non fa sua e se ne discosta, poiché ritiene siano critiche ideologiche più che tecniche, critiche potremmo fare tutti su tutto facendo prevalere la negatività alla positività. Leggendo le attribuzioni critiche di Coscia verrebbe da dire: Ma quale Festival ha visto? Naturalmente raccomanderemo al Direttore di RAI1 Stefano Coletta, di ascoltare le critiche di Coscia per modo che il Festival nell’edizione 2021 non sia “Radical chih“, non sia la fiera del “consumismo”, non sia di “regime liberista“, non vi sia più un “grottesco Fiorello“, e non vi sia nemmeno Rula Jebreal così non ci sarà più una sacralizzazione del profano“, e soprattutto che si si mantenga quando più lontano è possibile dall’Ariston, magari facciamo commentare ad un “Capitano” senza gradi una Spay stori Russa di quell’intrigo Internazionale che racconta di 65milioni di euro di tangenti che si intrecciano con sparizioni nelle Caiman di 49 milioni di euro. Quello si che sarà un festival che si affranchera’ dal regime liberista imperante. Spero non sia quello che piacerà a Coscia.

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Sanremo: Il Festival dei Radical chic!

di Giovanni Coscia

«Giunge il Festival di Sanremo. Un tempo Festival della canzone Italiana. Siamo alla 70^ edizione, ed è divenuto nei fatti, il festival del politicamente corretto. Ma altro non è che il gran galà dei radical chic; la festa dei senza patria, degli sradicati e l’occasione ghiotta, mediatica, se non addirittura un modello culturale ed antropologico da imporre a tutti i cittadini. E’ il festival del regime liberista, nonostante fosse, un tempo, l’espressione di un paese che aveva attraverso le canzoni, conquistato il mondo intero. Oggi è lo specchio di una minoranza spregiudicata, ovvero, l’egemonia culturale, in barba ai gusti e soprattutto al pensiero reale del paese.

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Sanremo ed il suo festival, sono la propaganda di una educazione di massa al globalismo; al liberismo con tutte le sue deformazioni. Il popolo italiano è quindi, gettato letteralmente alla diseducazione ed al capitalismo culturale, ovvero, nelle braccia profetiche della borghesia da salotto che non conosce di fatto il valore storico del nostro popolo, e tentare di educarlo allo spregiudicato consumismo.  E’ l’estetica dell’orrido; l’etica della auto-distruzione e la profanazione della cultura della canzone italiana. Un grottesco Fiorello, vestito da prete che simula una messa, sta a significare letteralmente la profanazione del sacro e al contempo, sacralizzare il profano. E Rula Jebreal? L’accanita sostenitrice del globalismo con le omelie ultra-femministe. Ma che cazzo rappresenta? Mah!. Ci si spoglia, or dunque, della propria identità; della propria madre lingua; dei valori etici e mortali delle canzoni. Caro Don Backy, chi scrive un brano come l’Immensità? Chi scrive Canzone? Chi scrive Casa Bianca?

Caro Tenco……. Già, dov’è la musica vera in questo festival dove si inneggia alle vestigia di loschi figuri orchestrati da falsi tempi moderni. Addio etica. Un artista è tale, se esprime col suo lavoro una condizione esistenziale, qualunque essa sia. L’arte è l’espressione del vivere e del sognare. Gli attuali signorotti, altro non sono che artigiani e schiavi del potere, in quanto seguono i modelli culturali che il sistema impone. Si rammenti Rolls Royce.

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Il festival della canzone italiana di Sanremo, è divenuto quindi, una kermesse dal costume borghese e di un regime liberista, che opprime ognuno di noi, quotidianamente. E giorno dopo giorno distrugge non lo stato o la famiglia, ma l’uomo nel suo più ampio valore. Il festival della canzone italiana, è il sismografo del mutamento delle nostre generazioni. Basta ascoltare i brani dei nuovi artisti che si sono succeduti sul palco dell’Ariston. E’ il regno animale dello spirito. E’ il tempo della omologazione planetaria, dove le canzoni sono in pratica tutte uguali. Il messaggio propagandato è sempre il medesimo: i liberi consumatori deregolamentati sul piano antropologico, cosmopolita, slegati da ogni radicamento e da ogni tradizione religiosa, etica e politica.

Svuotati di ogni identità e pronti ad essere riempiti ex novo dalle identità che la civiltà dei consumi vorrà imporre loro in forma rigorosamente multicolore e gadgettizzata: quindi usa e getta. Non sarà quindi più possibile, ritornare a quei valori artistici che hanno segnato il tempo vero e “morale” di un festival simbolo nel mondo. Hai compreso Don Backy? In ogniuno di noi, vivono le tue straordinarie opere musicali e letterarie. L’Immensità è la cultura del Festival. Per questo…..un grazie dall’Immensità». 

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Battipaglia, 7 Febbraio 2020

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