Appalti e ditte coinvolte con i clan a Eboli? Sospetto di infiltrazioni camorristiche e prestanome dei Casalesi.
I Capigruppo Fido (Eboli 3.0) e Cardiello (FI) dopo la pubblicazione del rapporto Del Procuratore Nazionale Antimafia del 1° semestre 2019: “Infiltrazione camorristiche ad Eboli? Cariello smentisca subito. Intervenga il Prefetto di Salerno“. Presentata una interrogazione Consiliare urgente.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – “Infiltrazione camorristiche ad Eboli?” – Esordiscono con questo interrogativo i Consiglieri di opposizione Fido e Cardiello che preoccupati aggiungono – Ma soprattutto è necessario sapere se ad Eboli si è realmente insediata la camorra del casertano!!! – e contestualmente si rivolgono direttamente al Sindaco di Eboli perché chiarisca è allontani ogni dubbio – Cariello smentisca subito. Il Prefetto di Salerno intervenga“.
I consiglieri comunali di opposizione Santo Venerando Fido e Damiano Cardiello dopo la pubblicazione della notizia sulla stampa locale intervengono e annunciano di aver presentato a tale proposito una interrogazione Consiliare urgente ed indifferibili.
“C’è da restare basiti innanzi alla relazione della Direzione Nazionale Antimafia, ripresa dalla stampa locale. – Proseguono Fido e Cardiello, esprimendo una “rinnovata meraviglia”, sebbene da anni abbiano insistito e percorso la strada dell’opposizione giudiziaria all’amministrazione Cariello – Nessuno avrebbe mai pensato di ritrovare un appalto pubblico, gestito dal nostro Ente, sotto la lente di ingrandimento della più importante struttura dello Stato che si occupa di lotta alle mafie di ogni tipo. Ma c’è da ricredersi.
Si legge – aggiungono i due indefessi oppositori Fido e Cardiello – che “nel comune di Eboli, una ditta riconducibile a prestanomi del clan dei casalesi ha acquisito l’appalto per la gestione delle aree di sosta comunali“. E a lanciare l’allarme – sempre per i consiglieri Fido e Cardiello – è il Procuratore Nazionale Antimafia, Dott. Federico Cafiero De Raho.
A questo punto – si chiedono e chiedono i due consiglieri di opposizione – è lecito chiedersi se e quali controlli attiverà il Sindaco di Eboli e il Segretario comunale, in qualità di organo anticorruzione in merito. – e giù di lì l’affondo di Fido e Cardiello affinché si chiarisca e si individuino nomi e prestanomi coinvolti in queste ultime e pericolose e sconvolgenti notizie – Altresì opportuno risulta conoscere i nomi e cognomi dei “prestanomi del clan dei casalesi” e la ditta di loro riferimento, per capire come sia stato possibile aggiudicarsi un appalto pubblico alla luce del sole.
Ma soprattutto è necessario sapere se ad Eboli si è realmente insediata la camorra del casertano!!! – proseguono ancora i due esponenti di Eboli 3.0 e Forza Italia i quali ritengono che sia giusto e presto chiarire – Occorre sgombrare il campo da una “ipotesi” (e continueremo a ritenerla tale) surreale che mina sia l’immagine che la dignità di tutte le Istituzioni locali.
Pochi minuti fa è stata presentata un’interrogazione comunale urgente e verrà chiesto un incontro con il Prefetto di Salerno, perchè tale situazione non può e non deve passare sotto traccia. – Concludono i capigruppo di Eboli 3.0 e Forza Italia Santo Venerando Fido e Damiano Cardiello – E’ arrivato il momento di chiarire sotto tutti i punti di vista questa vicenda. Bisogna farlo per gli Ebolitani che hanno a cuore la legalità e l’onestà.“
Tanto tuonó che piove o tanto è scuro il cielo che pioverà? Questa è la domanda da un milione di trilioni di euro che da sempre ci poniamo, specie noi altri che viviamo in questa Regione e in questo martoriato Sud. Sono anni che i vari Procuratori Nazionali Antimafia della Repubblica ci attenzionano dei pericoli e delle possibili infiltrazioni delle Camorre nelle varie aree del territorio e i loro affari e le loro possibili relazioni con la politica, gli amministratori, imprenditori e funzionari ai vari livelli di responsabilità, eppure la storia non finisce mai.
E mai finirà fino a che ci sarà chi si mescola con le organizzazioni criminali, e non finirà mai fino a che chi dovrebbe combattere quelle organizzazioni non riuscirà ad affrontarle con strategie comuni. Di sicuro quello che da anni accade e quello che ci riconduce a questa vicenda specifica dei Parcheggi non ci aiuta a fare chiarezza, anzi ci fa comprendere come: Enti locali, Prefettura, Forze di Polizia, Procura e Procura Nazionale non si parlano, non si scrivono, non collaborano; e questo ci riporta indietro nel tempo e tornando indietro rispetto a questo appalto, passato ai raggi X fino dall’espletamento della Gara. Un appalto da 5milioni di euro che ha “affittato” tutti o quasi tutti i parcheggi in cambio di pochi spiccioli.
Appalto contestato, visto e rivisto anche a seguito dei suggerimenti dell’ANAC. Insomma un appalto aggiudicato a quella ditta che oggi apprendiamo dal Rapporto del primo semestre 2019 del Procuratore Nazionale Antimafia De Raho essere: “una ditta riconducibile a prestanomi del clan dei casalesi ha acquisito l’appalto per la gestione delle aree di sosta comunali“; e come dicono Sindaco e Vice Sindaco Massimo Cariello e Cosimo Pio Di Benedetto, a seguito di una regolare procedura di Gara, corredata di documentazione idonea, non escludendo un Certificato Antimafia pulito. Di qui ci chiediamo: se si sapevano queste cose perché mai non si è preso i dovuti provvedimenti? Di chi è la responsabilità?
Queste cose si sapevano e come, o almeno lo sapevano gli addetti ai lavori, e a dire il vero, senza voler sminuire la relazione del Procuratore Nazionale De Raho del primo semestre dell’anno 2019, quindi un rapporto risalente a luglio scorso e che fotografava fatti e circostanze delle criminalità per organizzazioni, per aree e territori, per argomenti e affari, per relazioni e connivenze, insomma fatti indicati oltre sei mesi fa e riportati alla luce solo oggi, perché? Chi ha diffuso quei dati e perché? Come mai sono stati pubblicati oggi o almeno ripresi oggi? Quali fatti nuovi sono emersi rispetto a questo appalto specifico? Sembrerebbe che questi “richiami” che certo non farebbero piacere al Procuratore Nazionale Antimafia se quel trafiletto venisse usato a “fiancheggiare” e semmai “corredare” completando un teorema che associato ad altri processi come quello della Videosorveglianza per disegnare un quadro criminoso e giungere semmai a convincere, chi ne ha facoltà, ad adottare un provvedimento di “scioglimento del Consiglio Comunale” e “pulire” il quadro politico cittadino servendosi della strada giudiziaria.
Ovviamente oggi se si vuole raggiungere obiettivi che magari politicamente non sono possibili, basta ricorrere all’associazione di chicchessia alla camorra o alle camorre. E in queste “battaglie” mentre si cerca una “camorra”, la Camorra vera quella che tiene prigioniera la Campania, il Sud e ora tutto il Paese fa i cazzi suoi indisturbata e mentre ringrazia, si fa una grande risata. In questo va ricordato quello che accadde 6 anni fa a Battipaglia, quando partendo da una ditta in odore di Camorra, subentrata nell’appalto del completamento del Palazzo Comunale, si procurò dopo che il Consiglio Comunale si era auto sciolto la nomina di una Commissione di Accesso e successivamente lo Scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni camorristiche, si arrestò il Sindaco Giovanni Santomauro e successivamente si commissarió il Commissario Prefettizio con una terna commissariale speciale. Di quelle indagini non se ne sa più nulla, non si sa più nulla rispetto a quella Ditta e non si sa più nulla rispetto ai capi di accusa che portarono all’arresto di Santomauro. Che significa, forse che la Camorra non c’è? Assolutamente no. C’è e come, in quella Città c’è il più alto numero di beni confiscati alle camorre. E anche in quel caso mettendo a dormire una vicenda, qualcuno vorrebbe convincerci che la Camorra non c’è, e ci spieghino chi è che appicca gli incendi di Monnezza e come mai a Battipaglia ci sono oltre 20 aziende che trattano rifiuti?
In tutto questo, senza entrare nei vari processi che sono in corso e che coinvolgono alcuni componenti dell’amministrazione comunale, sembra quanto mai sospetto che solo oggi si evidenzia un rapporto “datato“. Cosa ha spinto e chi ha fornito l’informativa vecchia “rinnovandole” al punto da sembrare una notizia nuova e semmai aggiungerla alle altre in corso e partendo da queste giungere a “conclusioni processuali mediatiche“. Un tranello nel quale è caduta anche la stampa locale o un disegno che involontariamente coinvolge la stampa locale o una parte di essa? Cercheremo in diverse puntate di scoprirlo.
Eboli, 23 gennaio 2020
ma i forzisti che per 25 anni ci hanno rotto con il garantismo leguleio e peloso ora fanno i grillini?
facit pace pe i cervella