Il caso di Radio Città 105, di Bruno e Fresolone, tra Censure, Museruola e le nuove frontiere della comunicazione.
È il caso di fare chiarezza e aprire un dibattis serio sulla comunicazione che vogliamo. La vicenda di Radio Città 105 dimostra come quei confini che vanno tra l’etica e la morale, la libertà e la sudditanza, il servizio e il dettato, siano stati violati e siano il valore che deve accompagnare chicchessia, specie chi svolge un ruolo pubblico, amministratori, o altro o giornalista che sia.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – “O prucchio se mbruscenave rint a farine e se sentett mulenare“, questo è un vecchio detto che calza proprio a pennello con la vicenda che ha interessato Radio Città 105, la sospensione dei due conduttori Bruno e Fresolone, la “censura” che si è operata ai danni di una intervista al segretario sezionale ed esponente del PCI locale Alfonso Del Vecchio, il fantomatico accordo che i due conduttori avrebbero prima accettato e poi violato, e l’interferenza dell’amministrazione comunale che avrebbe influenzato la decisione della sospensione, ammessa anche dalle dichiarazioni del Sindaco che a proposito ha rilasciato, come al solito sul web e all’emittente interessata e non ad altri nel momento in cui, a suo dire, pur non volendo entrare nel merito, ci entra e come quando dichiara: “Non entro nelle dinamiche interne, leggo che alcuni operatori della radio, nonostante impegni assunti solo pochi giorni prima, avrebbero violato gli accordi presi personalmente“; mostrando di essere a conoscenza di cose che non sappiamo avendo letto quell’accordo che noi non conosciamo e che molto garbatamente i due conduttori hanno tentato di spiegare in quel filmato nel momento in cui si stabilisce che ai gruppi non rappresentati in Consiglio comunale sia negato il diritto di tribuna nelle trasmissioni di quella Radio.
È opportuno, prima di avanzare valutazioni di merito ricordare che Radio Città 105 non è una testata giornalistica e che la sua funzione non è gestita da una redazione con un responsabile editoriale, non c’è un comitato di redazione e i servizi sono affidati a volontari, che “volontariamente” svolgono funzioni tipiche del giornalismo, sviluppando veri e propri servizi che vanno dalla semplice informazione, alla rassegna stampa, alle interviste e via di seguito, e l’editore altri non è che un’associazione, tuttavia l’intera organizzazione è assimilabile di fatto ad una “redazione”, solo che come pare di capire, invece di seguire una linea editoriale, i vari operatori sembrerebbero essere assoggettati ad una sorta di “regole di ingaggio” alle quali devono attenersi pena la sospensione, come è avvenuta per Luciano Bruno e Cosimo Fresolone. Sospensione seguita ad un accordo non rispettato, come loro stessi hanno dichiarato, e che lo stesso Sindaco pare avrebbe letto e sembrerebbe essere d’accordo, sebbene poi avrebbe invitato le parti ad operare una sorta di “sforzo” tendente ad assicurare una informazione plurale.
Val la pena ricordare che fu POLITICAdeMENTE che per prima introdusse lo Streaming, riprendendo e trasmettendo in diretta le sedute del Consiglio Comunale e pubblicando su un apposito canale i singoli interventi registrati, assicurando trasparenza e pluralità di informazione. Lo fece anticipando le finte “pretese” di trasparenza in seguito avanzate e subito abbandonate dal M5S. POLITICAdeMENTE lo fece gratuitamente e lo fece innanzitutto per rendere un servizio che non ha potuto più assicurare per mancanza di fondi per le attrezzature, il lavoro delle riprese ed il lavoro che ne seguiva per le singole registrazione degli interventi ancora oggi consultabili su You tube.
Pertanto in questa storia il compenso, veramente irrisorio riconosciuto per il servizio Streaming non deve nemmeno essere sfiorato, al contrario invece è indispensabile conoscere, per onore della verità e per regole deontologiche assimilabili a chicchessia tratti informazione, è giusto conoscere quali siano gli accordi che si sono sottoscritti, quali siano i rapporti tra l’amministrazione comunale e l’associazione “comunicare“, quali sono state e perché ci sono state delle interferenze, quali sono le regole che vincolano i Comunicatori che prestano e realizzano servizi giornalistici per l’emittente, se è vero che l’amministrazione esercita pressioni verso questa Radio attraverso i soci dell’associazione stessa o verso altri organi di informazione e quali siano i rapporti che regolano le funzioni che i vari giornalisti svolgono all’interno della macchina amministrativa e se gli stessi pur prestando i propri servizi con l’amministrazione, indipendentemente dalle cifre, pure quelle irrisorie, svolgono contestualmente servizi anche per organi vari di informazione?
È il caso di fare chiarezza e la vicenda di Radio Città 105 ci dimostra come quei confini che vanno tra l’etica e la morale, la libertà e la sudditanza, il servizio e il dettato, siano stati violati e siano il valore che deve accompagnare chicchessia, specie chi svolge un ruolo pubblico, amministratori, o altro o giornalista che sia. Qui sta il problema, ed è qui che bisognerebbe fare delle riflessioni sulle modalità che governano l’informazione, modalità che coinvolgono a tutto tondo i quotidiani, i siti web le Radio e le TV, indipendentemente se queste sono testate giornalistiche o meno.
Tornando al vecchio detto popolare purtroppo “non basta avere a che fare con la farina per diventare molitore” ci rendiamo conto che questa è la regola aurea di ogni cosa, compreso quella che tanto scalpore ha suscitato rispetto alla censura o museruola, ai due Comunicatori Bruno e Fresolone che tra l’altro non ricevono nessun compenso, così come non sono affatto quei compensi, si ripete irrisori tra l’altro, che questa emittente riceve per offrire il servizio della diretta Streaming dei consigli comunali e ne talpoco gli accordi riportati nelle delibere circa le interviste in cambio del compenso, tutte cose chiare e documentabili e tutte frutto di una volontà reciproca sottoscritta tra l’amministrazione comunale e i responsabili della gestione dell’emittente, l’associazione “comunicare“, ma quello che non c’è scritto in quelle delibere e che non appare ma che invece c’è, tanto che i due conduttori pur accettando di mettersi una “Museruola” non c’è l’hanno fatta, si sono liberati e hanno parlato, e anche se a mezza bocca, hanno affermato la loro libertà. Ma veramente è questo che si intende per comunicazione?
Il video che Cosimo Fresolone e Luciano Bruno hanno reso pubblico sul web è stata la plastica rappresentazione di quella “Museruola” che ha portato poi alla “censura” e a “mezza bocca hanno raccontato la loro esperienza, quella esperienza che è stata più efficace ed ha prodotto più risultati di quei “pollici” consumati che si affannano e si apprestano ad ogni minima circostanza a condividere le iniziative del Sindaco di Eboli Massimo Cariello e aubito ci si èrresi conto del boomerang che ha causato quel divieto e quella sospensione, rendendo inutile quel gruppo dei pasdaran della “comunicazione” fai da te del Palazzo, quella che quotidianamente posta ogni cosa su Facebook per creare un consenso “mediatico“, che avrebbe come obiettivo quello di alterare la realtà e forse orientare gli sprovveduti. Ma questo non è solo il problema di Eboli, è quello che passa il “governo”, cioè quello che accade nel nostro Paese e nel Mondo che da una parte a l’altra del Globo ci consegna i Trump, i Boris Jhonson, i Putin, e in Italia, i vari Grillo, i Salvini e chi ne ha più ne metta.
E tornando all’informazione e alle vicende nostrane val la pena ricordare che un Giornale, un sito Web, una Radio, una TV, nel momento in cui decide di fare informazione e indipendentemente se sono testate giornalistiche, decide di creare una sorta di “porto franco” un luogo laddove tutti si devono sentire accolti, devono sentirsi al sicuro, ma questo “Porto” deve avere delle regole che scritte o meno che siano, attengono all’etica e alla morale e nel rispetto reciproco tutti devono attenersi.
Nella giornata di ieri POLITICAdeMENTE ha pubblicato un articolo di Forza Nuova, ebbene pur assicurando a quel Partito, che non ha né rappresentanza in Parlamento e ne i Consiglio comunale ed è distante anni luce dalla mia formazione politica, alla pubblicazione si è aggiunto delle proprie valutazioni e si è fatto nel contempo comunicazione, commento ed opinione, senza alterare il senso del comunicato ma rappresentando una diversità e mettendole a confronto.
Purtroppo la maggior parte degli uomini e donne di potere sono allergici alle critiche ed hanno bisogno di fortificare le loro convinzioni costruendo una barriera di consensi, tuttavia spetta a chi fa informazione non cadere nel tranello e mantenere integra la propria coscienza.