NORD & SUD il dibattito
Fatti e misfatti di un’azione politica e militare poco conosciuta, e mistificata, che favorì i Savoia nella conquista del meridione.
La Libreria Mondadori di Battipaglia presenta il libro “Quell’amara unità d’Italia” Dora Liguori – Sibylla editrice
BATTIPAGLIA – venerdì 14 maggio ore 19.30 Presso l’Hotel Palace di Battipaglia, si terrà la presentazione del libro “Quell’amara unità d’Italia” di Dora Liguori – Sibylla editrice.
Un revisionismo storico che sia un sano revisionismo, è ammesso, è giusto, è doveroso. Il Revisionismo storiografico sul Risorgimento italiano è un approccio metodologico che mira ad apportare elementi di sostegno alla tesi secondo la quale la storiografia ufficiale è stata, ed è ancora, soggetta alle deformazioni culturali di chi scrive la storia attraverso il punto di vista del vincitore.
Alcuni esponenti di un tipo di revisionismo più radicale accusano la storiografia accademica di non tenere conto delle ragioni dei vinti. Il fulcro della questione, dibattuta dal revisionismo sul Risorgimento.
Fatti e misfatti di un’azione politica e militare poco conosciuta, anzi mistificata, che rese possibile ai Savoia la conquista del meridione d’Italia.
Il libro, in ordine temporale, accompagna il lettore in questo coacervo di intricate e tragiche situazioni, portandolo a conoscere, da vicino, anche i cosiddetti “Padri del Risorgimento”, visti, finalmente, nella loro realtà, spesso non esaltante, ma, più umana e soprattutto più attendibile ai fini della verità storica.
Dopo decenni di falsi storici, riproporre la verità è un atto di giustizia, nonché il vero modo per celebrare, appunto, l’“Unità” italiana.
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PROGRAMMA
Indirizzi di saluto:
– Dott. Giovanni Santomauro (Sindaco di Battipaglia)
– Prof. Santino Campagna (Pres. “Comitato Memento Domine”)
Interverranno:
– On.Sen. Gaetano Fasolino
– Dott. Fernando Zara (consigliere provinciale)
– Prof. Raffaele Rago (storico, poeta)
– Prof. Vincenzo Pietropinto (poeta)
Concluderà l’autrice:
– Prof.ssa Dora Liguori
Modera:
– Dott.ssa Giuliana Ceriello (dir.resp “il nuovo sud”)
Seguirà dibattito pubblico Modera:
– Dott.ssa Giuliana Ceriello (dir.resp “il nuovo sud”)
Il mondo della cultura post-unitaria si adoperò per sradicare dalla coscienza e dalla memoria di quelle popolazioni che dovevano diventare italiane, il modo piratesco e cruentisissimo con il quale l’unità si ottenne, ammantando di esagerate leggende “l’eroico” operato dei Garibaldini (che sarebbero stati, nonostante tutto, schiacciati prima o poi dall’esercito borbonico), sminuendo il fatto che la reale conquista del meridione fu ottenuta, in realtà, dall’esercito piemontese, attraverso le vicende della guerra civile – nonostante la formale annessione al Regno di Piemonte – e tacendo, soprattutto, la circostanza che le popolazioni del sud, salvo una minoranza di latifondisti ed intellettuali, non avevano nessuna voglia di essere “liberate” e anzi reagirono violentemente contro coloro i quali, a ragione, erano considerati invasori.
Per contro si diede della deposta monarchia borbone un’immagine traviata e distorta, e del ‘700 e ‘800 napoletano la visione, bugiarda, di un periodo sinistro d’oppressione e miseria dal quale le genti del sud si emanciperanno, finalmente, con l’unità, liberate dai garibaldini e dai piemontesi dalla schiavitù dello “straniero”. Ignoravo che, in nome dell’Unità nazionale, i fratelli d’Italia ebbero pure diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma. Né che si incarcerarono i meridionali senza accusa, senza processo e senza condanna, come è accaduto con gl’islamici a Guantánamo. Lì qualche centinaio, terroristi per definizione, perché musulmani; da noi centinaia di migliaia, briganti per definizione, perché meridionali. E, se bambini, briganti precoci; se donne, brigantesse o mogli, figlie, di briganti; o consanguinei di briganti (sino al terzo grado di parentela); o persino solo paesani o sospetti tali. Tutto a norma di legge, si capisce, come in Sudafrica, con l’apartheid.Ignoravo che lo stato unitario tassò ferocemente i milioni di disperati meridionali che emigravano in America, per assistere economicamente gli armatori delle navi che li trasportavano e i settentrionali che andavano a “far la stagione”, per qualche mese in Svizzera. ECCO FORSE I MALI ODIERNI, SENZA VOLER DARE AD ESSI UNA SEMPLICISTICA GIUSTIFICAZIONE, HANNO RADICI LUNGHE , MOLTO LUNGHE: CENTOCIQUANT’ANNI! COMUNQUE SIA, MALCONCIA E DISUNITA.. W L’ITALIA
Volevo segnalare la creazione di un evento facebook per promuovere questa iniziativa.
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