Inaugurata nel Palazzo del Museo Archeologico di Eboli la mostra: “L’oro si è fermato ad Eboli”.
L’oro si è fermato a Eboli? Non so dirlo. Io invece sono stato “fermato” all’ingresso.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Questa sera alle 18.00 è stata inaugurata presso il Museo Archeologico di Eboli e della Media Valle del Sele, la mostra di valorizzazione dell’arte orafa dal titolo: L’ ORO si è fermato a Eboli.
Se l’Oro si è fermato ad Eboli, io mi sono fermato, o meglio, sono stato fermato all’ingresso della Mostra e non mi è stato possibile vederla, ne talpoco fare un servizio e nemmeno ascoltare i vari interventori. Peccato sarà per un’altra volta.
Si comprende quali siano state le attenzioni e le motivazioni degli organizzatori, e si immagina il resto, ovvero, l’attenzione che si ripone nei protocolli a dire il vero molto deficienti.
Per questo non potendo esprimere giudizi in merito pubblichiamo l’essenziale: L’invito del Sindaco di Eboli Massimo Cariello con una grande croce gialla per significare la disapprovazione.
Eboli, 16 novembre 2019
Che vergogna.
Meravigliati?
La prossima volta votate con intelligenza
È schifo. Siete inadeguati
Azz. Ma questi sono pazzi.
INADEGUATI
È tutto a pane e puparuoli
Il solito Club esclusivo costituito da:
– Sindaco totalmente inadeguato alla gestione di questi e altri problemi
– Artigiano orafo di livello internazionale che ad Eboli fino ad ora non ha dato nessun benessere, nessun riconoscimento e nessun lustro
– Associazioni culturali che sono al traino di questi signorotti e che niente fanno per una reale promozione culturale del territorio
Questo bel Club esclusivo farebbe bene a fare una cosa:ANDARE VIA!!!
Prima di commentare . Quando è arrivato il dott. Del Mese la mostra non era stata ancora aperta al pubblico. Era in corso il convegno ,in sala c’erano più 150 persone , nel piano sicurezza del museo ne sono previste 100 perciò abbiamo ( lavoro al museo e sono stato io che ho avvisato il dott. Del Mese) che momentaneamente l’accesso era bloccato per motivi di sicurezza. Bastava attendere 10 minuti per l’inaugurazione della stessa e così accedere al museo come poi è avvenuto. Grazie per l’attenzione.
Carissimo Lorenzo, poiché sei una brava persona ma non sei l’interlocutore a cui vanno indirizzate le notazioni, meriti una risposta. Ebbene a te va solo “addebitata” la “responsabilita” di non aver saputo gestire al meglio il momento che ti presentava. La risposta la fornisci, ovviamente in buona fede ritenendo vi sia stato uno “sforamento” nell’applicazione della norma che si rifà alla sicurezza, anche se hai presupposto mi interessasse la mostra e non il dibattito.
La vicenda in sé mi fa capire come l’organizzazione dell’evento abbia pensato più alla sua “consumazione” che al valore che si voleva dare allo stesso.
Potrei dire che chi ha organizzato non è adeguato, ma non lo dico, penso invece che se si voleva fare diversamente, si sarebbe dovuto organizzarlo diversamente, semmai riservando all’entrata i “passi” alle autorità e alla così detta stampa per modo potessero assistere all’evento nel suo complesso e non solo alla mostra. Purtroppo così non è stato e non è colpa tua ma probabilmente di chi ti ha affidato la “guardiania” dell’ingresso museale.
Pertanto al di là della cortesia, che rivolgo a te come persona, non mi sento di attribuiti responsabilità e ti ripeto non voglio nemmeno indicare chi ti ha affidato quell’incarico di poca attenzione, o magari il Sindaco che si è preoccupato di inviare gli inviti a chi magari doveva poi trarne un articolo di “superficialità”. Se fossero vere le due cose sarebbe una miscela esplosiva, per questo mi limito a sottolineare che questa storia è stata, magari anche involontariamente, gestita male, e ne prendo atto. Ovviamente non farò come qualche commentatore suggerisce di non pubblicare più nulla, ma mi sento di suggerire per il prosieguo una maggiore attenzione per evitare che quella miscela “esplosiva” non esploda per non etichettare i vari responsabili di inadeguatezza.
Tutto qui.
Ti prego di non rispondere perché non sei tu l’interlocutore di questopasticcio.
Caro Lorenzo, ci spieghi allora come mai il piano sicurezza del museo non è stato rispettato e avete permesso che in sala ci fossero più di 150 persone e non 100??
Così almeno capiamo perché 50 in più potevano starci, ma non 51.
Ma non vi vergognate a fare queste figure barbine??Fossi in Admin non vi pubblicherei più nulla.
Ma non vi mettete scorno? Affidate ad un uscire una risposta.
Che bisogna dire. Come al solito, questi ne fanno una e ne sbagliano due. È grave il fatto ed è ancora più grave la risposta del tutto gratuita ed inappropriata di un dipendente. E il Sindaco? E la Direttrice del Museo? Che dicono?
Ultimo intervento. Ovviamente non è stato bloccato solo lui altrimenti erano 151, 152,153… quando abbiamo verificato lo sforamento ( non abbiamo il contapersona) abbiamo momentaneamente chiuso e siamo diventati 149, 148, 147…. quando la mostra è stata aperta ( si tiene al 1 piano) tutti hanno potuto accedere. Grazie a lei Adm e grazie a tutti voi per l’attenzione.
Lorenzo, lei è un pacifico dipendente.Peccato non ci sia contapersone o altro sistema di monitoraggio perché la legge dice che in alcuni luoghi è necessario che la capienza sia precisa e non sforata per la sicurezza di tutti e tutto.
Per chi ancora ci crede,l’elasticità sulla capienza è reato nel nostro Paese. Nella Repubblica delle Banane forse no.
Io vivo per fortuna nel Paese.La Repubblica delle Banane la lascio a chi ci si trova a proprio agio.
Tutti a commentare come gli idioti quali siete, pensate piuttosto ad andarvi a vedere la mostra e pensate al lustro che che sta dando e che darà a Eboli questo importantissimo evento culturale!
Bravissimi a MMASSIMO, ROSMUNDO, ALFONSO, ALESSIO, LUCIO E TUTTI ALTRI!
Eboli vera stai calmo perché qui un idiota ci sta e non sono i 14 che ti precedono nei commenti.
Gli applausi ai tuoi sodali valli a fare altrove,non sul blog libero di Massimo Del Mese.
Scriviamo cosa vogliamo da anni senza essere chiamati idioti da nessuno.Di pubblico pagato con i soldi nostri ne abbiamo piene le scatole.