Ecco una riflessione di Vincenzo Cicalese sulla Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre scorso.
Tema: L’Europa il Comunismo e il NaziFascismo. “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”, ovvero come equiparare il comunismo sovietico al nazifascismo tedesco.
di Vincenzo Cicalese per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – «Il 19 settembre scorso, l’Assemblea Parlamentare Europea ha approvato uno degli atti piu’ gravi che siano mai stati deliberati in sede europea. Infatti, dopo roboanti ed ipocriti richiami ai diritti fondamentali dell’Uomo, invece di condannare tutti quei regimi che in passato e tutt’oggi, privano i cittadini delle liberta’ personali e dei diritti inviolabili della persona umana, si instilla nel dibattito pubblico europeo il germe del revisionismo storico, negando, di fatto, il sacrificio umano di milioni di sovietici morti per liberarci dal regime nazista.
Con la risoluzione del 19 settembre scorso, si costruisce la base giuridica di una deriva anticomunista in totale dissonanza dalla configurazione democratica dei partiti comunisti europei e crea una netta separazione tra i principi assertivi ed il salto negazionista e censorio che, di fatto, condanna i partiti comunisti e socialisti, in questo particolare momento storico in cui alcuni Paesi, compresa l’Italia, non hanno rappresentanze europarlamentari.
I parlamentari europei italiani (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, PD), espressione per lo piu’ della piccola borghesia e del capitale finanziario, in parte, hanno votato a favore della risoluzione. Il M5S e altri si sono pilatescamente astenuti.
Con cio’ gli europarlamentari italiani ed europei hanno dimostrato la propria incapacita’ a distinguere i processi storici dalle narrazioni cronachesche e di conseguenza incapaci di affrontare seriamente una valutazione storica dello stalinismo. Essi, inconsapevolmente(?) si sono prestati al vero obiettivo di introdurre in Europa l’anticomunismo esasperato che, di fatto, sollecita anche la rimozione dei simboli stessi che celebrano la vittoria sul nazismo.
L”Europa allora intende cancellare la memoria storica e prestarsi alla narrazione di quello stesso capitale che finanzio’ ieri Hitler e che oggi sostiene l’Unione Europea? Neanche un accenno a quanto accade all’inizio del “secolo breve”, quando il comunismo nell’accezione marxista, comunque rappresento’ un processo ideologico di autocoscienza delle classi lavoratrici che, attraverso la lotta di classe avrebbero riscattato la propria condizione di grave subalternita’ al grande capitale.
La risoluzione europea appare come un semplice paravento delle politiche capitalistiche che ormai hanno raggiunto una posizione preminente rispetto alle problematiche relative alla condizione di vita delle fasce piu’ deboli.
Se l’intento dichiarato nelle premesse era quello di condannare eccidi, torture, repressione, ecc, passate e presenti, la suddetta risoluzione avrebbe dovuto condannare in maniera netta il nazismo finanziato dal grande capitale delle multinazionali nonche’ la repressione turca, i campi di concentramento in Libia e gli stessi Stati Uniti per i 30 milioni di morti causati durante la sua storia ed infine i tanti altri milioni di morti causati dal cristianesimo. Dunque, in termini quantitativi, si parla di cifre nettamente superiori rispetto ai morti causati dallo stalinismo.
Le votazioni in Parlamento europeo hanno visto 535 voti favorevoli alla risoluzione, 66 contrari e 52 astenuti. Pertanto il PPE di Berlusconi ed Aznar, i liberali, i partiti parafascisti ungheresi e polacchi hanno votato in buona compagnia con il PD italiano, con la Lega e Fratelli d’Italia. I 5 stelle si sono astenuti. Grande meraviglia ha destato il voto favorevole dei “compagni del PD” alleati al governo con i 5 stelle “senno’ torna Salvini”. Si tratta di Bartolo, Benifei, Bonafe’, Calenda, Chinnici, Cozzolino, Danti, De Castro, Ferrandino, Gualmini, Moretti, Picierno, Pisapia, Tinaglia. Grande meraviglia per Pisapia ex sindaco di Milano che all’epoca era il piu’ comunista dei comunisti. Ma, tornando al testo della risoluzione, oltre all’ovvia condanna del razzismo in generale ed a un banale richiamo al processo di Norimberga, esso mette in notevole risalto che la legge vietera’ le ideologie naziste e comuniste negli stati membri e quindi, di fatto, mette sullo stesso piano il nazismo col comunismo.
Nessuna distinzione tra chi ha usato i forni crematori contro ebrei, prigionieri di guerra, zingari, omosessualità, bambini e malati incapaci di lavorare da schiavi nelle miniere di carbone e nelle fabbriche delle proprietà della grande industria bellica tedesca
e tra lo stalinismo che ha utilizzato i gulag siberiani verso la dissidenza al regime ma che certamente non si basava sui miti della razza o delle differenze religiose, sociali e sessuali.
I in tal modo si vorrebbe cancellare con un colpo di spugna la resistenza europea al nazismo nonche’ i 20 milioni di morti sovietici, compresa l’eroica difesa di Stalingrado, per liberare il nostro continente dal giogo nazi-fascista. E non a caso Primo Levi ebbe una violenta reazione contro chi intendeva paragonare il nazismo al comunismo. Oggi, forse, Pisapia e C. intendono svendere la loro narrazione menzognera ad Hollywood, cosi’ come fece Benigni nella VITA E’ BELLA che gli valse un Oscar oppure i nostri bravi europarlamentari PD non hanno letto bene la risoluzione o almeno non hanno compreso il maldestro tentativo di una revisione basata sul pensiero dello storico tedesco Ernest Nolte allievo di Martin Heidegger gia’ avanzata a fine anni ’80 del secolo scorso, secondo la quale il Nazismo è il Fascismo furono solo una reazione al bolscevismo che minacciava l’Europa? Eppure, tutti gli storici moderni, hanno letto in Nolte il tentativo dissimulato di rimuovere “la colpa” tedesca derivata dalla Shoa al fine di sdoganare tutti i risentimenti covati dalle destre europee, dai riduzionisti ai negazionisti.
Nel 1987 Primo Levi gia’ sopra citato ebbe a scrivere:
I campi di sterminio nazisti non erano una derivazione asiatica, erano beni europei; il gas veniva prodotto da Illustri fabbriche chimiche tedesche ed a fabbriche tedesche andavano i capelli delle donne massacrante. Alle Banche tedesche i denti d’oro estratti dai cadaveri, tutto questo è specificatamente tedesco e mai nessun tedesco lo dovrebbe dimenticare.
Ma in questa risoluzione si nota solo l’esaltazione dei governi parafascisti ed autoritari dell’est europeo, eppure non bisognerebbe mai dimenticare le parole di Ernest Block eminente teorico democratico tedesco che affermo’: In fondo il Comunismo è solo un luogo storico in cui la speranza può trovare il suo compimento».
Roma 9 ottobre 2019
Dobbiamo ringraziare il direttore Del Mese e il preside Cicalese per aver consentito di affrontare
il piu’controverso tema della storia europea del Novecento:dalla sconfitta del nazifascismo è dipesa
la sopravvivenza della civiltà europea.
Farò alcune precisazioni. La storiografia liberale
tedesca rispose con lo storico Gerard Ritter che nel suo libro “Il volto demoniaco del potere ” analizzò il nazismo come potere demoniaco ,che dopo aver assassinato Dio ,usò la forza ,per essere adorato come Dio.
E Thomas Mann,con la tragica storia di Adrian
Leverkuhn (Doctor Faustus) dà voce all’atmosfera
disperata ,anno 1947 ,di quella che fu definità
la catastrofe della Germania.Il musicista che
sottoscrive un patto con il diavolo per i suoi successi musicali è la metafora dell’infernale patto
che la Germania aveva sottoscritto con Hitler.
Rinnovo il mio apprezzamento per lo scritto e non
dimentico che ,nel 1797 Francisco Goya aveva ammonito l’Europa con la dipintua “Il sonno della ragione genera mostri “.
Eboli 10 -X.2019 Peppe Leso
Finalmente è arrivata! L’ineccepibile risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre è una pietra miliare nella costruzione di un’Europa plurale e democratica, massima espressione nel mondo di rispetto e difesa delle libertà individuali. Mettiamo finalmente una pietra sopra (senza se, senza ma e senza distinzioni) a regimi totalitari, brutali, non democratici, infami dispensatori di violenze, nel più totale disprezzo dei diritti fondamentali dell’individuo. I popoli si sono già sbarazzati di quei regimi, alle istituzioni non resta che seppellirli nell’infamia e a noi gente di buon senso non resta che applaudire.
Mi scuso col direttore Del Mese ,ma non voglio abusare della vostra ospitalità.
La risoluzione recente del Parlamento europeo,
16.9.2019 è un esempio perfetto di falsificazione storica.C’è ben poco da esultere.Essa mperaltro,è in palese contrasto con la risoluzione ,dello stesso
La risoluzione recente del Parlamento europeo è un
perfetto esempio di falsificazione storica .C’è ben
poco da esultare.Essa ,peraltro .è in palese contrasto
con analoga risoluzione del medesimo Parlamento del
25 ottobre 2018 (2018/2869 RSP),antifascista ,antina-
zista ,antirazzista.Questa sì di rilevante valore
storico.Dall’esame comparato delle due ,una di esse
ha contenuti falsi.I fatti sono quelli esposti dal
preside Cicalese.Chi accetta il punto di vista della
equivalenza e complementarietà tra nazi -fascismo
e comunismo porta acqua al mulino del nazi-fascismo.
Come insegna l’esperienza storica i fascisti si
nascondono dietro mentite spoglie democratiche.
Chi voglia farsi una idea seria del problema in
discussione può utilmente studiare lo stupendo libro
“Moniti all’Europa” di Thomas Mann,che come si sa
comunista non era.
Eboli 11.10.2019 peppe leso
La scelta non è tra comunismo e nazismo, ma tra il rispetto dei diritti e le libertà dell’individuo o il loro disprezzo.
Sorprende che ancora esiste qualcuno che guarda con nostalgia allo stalinismo, eppure gli stessi sovietici (subito dopo la morte di Stalin) diedero inizio ad una profonda fase di autocritica (destalinizzazione) e pochi decenni dopo i popoli dell’Est spontaneamente chiusero l’esperienza del comunismo senza ripensamenti.
Oggi guardiamo avanti, i crimini rossi e neri sono già stati severamente giudicati dalla Storia e su di essi c’è da aggiungere poco altro.
Viviamo fortunatamente in stati liberali dove c’è piena libertà di espressione, di culto, di associazione. Viviamo in paesi in cui ciascuna persona può esprimere le proprie potenzialità e realizzarsi pienamente senza nessuna ingerenza dello Stato. Oggi siamo liberi, negli stati nazisti e comunisti non lo erano.
Egregio BREZZA D’AUTUNNO che non ha il coraggio di identificarsi con nome e cognome,lei effettivamente non ha compreso il senso della mia riflessione! e neppure i commenti del prof. LESO.
Non meriterebbe alcuna precisazione da parte del sottoscritto ma, essendo io una persona educata vorrei qui precisare, ove mai non fosse apparso chiaro, che la condanna storica dei sistemi dittatoriali vale definitivamente per tutti i regimi passati, presenti e futuri. Per fortuna, anche grazie ai comunisti italiani che tanto sangue versarono durante la Resistenza contro il nazifascismo, oggi viviamo in piena Democrazia. E dobbiamo essere grati anche agli Inglesi, agli Americani, ai Francesi, ai Russi, agli Olandesi, ai Polacchi e tanti altri popoli europei ed extra-europei se Hitler fu sconfitto e la Storia prese una piega diversa da quanto immaginato dal nazismo. L’Europa, oggi, tra alti e bassi, da ben 75 anni, vive un periodo di pace. La democrazia (seppur non ancora pienamente realizzata in qualche paese dell’est europeo oppure in Turchia che vorrebbe farne parte)resta un valore fondamentale dell’Umanità come già affermato da Platone in poi…
Perciò, la invito a studiare meglio la storia , a non utilizzare falsi slogan, a riflettere bene e a non mettere sullo stesso piano il Comunismo staliniano(assolutamente da condannare) col nazismo che sterminò 6 mìlioni di ebrei, prigionieri di guerra, zingari, omosessuali e quant’altri in difesa della “pura razza ariana”.
La differenza tra nazismo e stalinismo è che i primi hanno perpetrato un genocidio in nome della razza, i secondi hanno perpetrato un genocidio in nome di un’idea di società che prevedeva l’eliminazione di intere classi sociali previo esproprio di tutte le loro ricchezze.
Qualche sciagurato ancora pensa che mentre il primo genocidio è un crimine, il secondo è in qualche modo giustificabile.
Io e le istituzioni europee crediamo che i due casi siano assolutamente uguali. Lo dirò e lo continuerò a dire e non mi faccio certo intimidire da qualche infantile attacco personale.
Comunque, a me non interessa convincere nessuno, amo solo stimolare la lettura e la riflessione.
Permettetemi quindi di consigliarvi qualche lettura:
– Leggete di come Stalin si è felicemente spartito con Hitler la Polonia e i Paesi Baltici (Patto Molotov-Ribentrop)
– leggete i metodi che hanno adottato i comunisti in Polonia e vedrete che sono assolutamente uguali a quelli usati dalla Germania nazista (Massacro di Katyn)
– Leggete del genocidio di contadini e piccoli proprietari (deportati e uccisi) che si opponevano (in modo sacrosanto) all’esproprio delle loro proprietà durante le collettivizzazioni forzate
– Leggete dei gulag
– leggete delle repressioni religiose in URSS
– leggete dei finti processi per ammazzare gli oppositori
– leggete delle purghe staliniane
– leggete delle persecuzioni degli omosessuali in URSS (https://it.wikipedia.org/wiki/Persecuzione_dell%27omosessualit%C3%A0_in_Unione_Sovietica)
– Leggete di Holodomor
Dopo averlo letto tornate su questa pagina e venite a spiegarmi le differenze tra stalinismo e nazismo. Il rammarico è che in URSS ne hanno preso atto già nel 1956, qua da noi si arriva sempre dopo.
Il tema è senz’altro delicato,equiparare però nazismo e comunismo è sbagliato,soprattutto perchè in questo modo non si rende onore alla nostra storia italiana ed europea e ai quei valori affermati grazie alla Resistenza partigiana di qualunque colore,cattolica,liberale,socialista-comunista.L’ideale oggi è riscoprire quei veri valori democratici nati nel Dopoguerra e giungere agli Stati Uniti d’Europa comprendendo anche la Turchia e la Russia e l’Euro,arrivando finalmente ad una vera Costituzione Europea(come già tentato nel 2005 ma purtroppo non ratificata in alcuni Paesi) e snellendo la burocrazia nei vari Paesi europei(anche in Germania la situazione burocratica è complicata come la nostra,ma nei Paesi europei c’è un’idea di welfare molto più avanzata rispetto all’Italia).