Il sindaco di Sarno, Canfora, all’epoca Presidente della Provincia condannato per concussione a 2 anni di reclusione.
E tra i favorevoli e contrari arrivano solidarietà e inviti alle dimissioni. Appelli alla responsabilità ma richiami alla Legge Severino e a incompatibilità e si ritorna di botto ai veleni e ai violenti scontri di allora tra Cirielli e De Luca. L’europarlamentare Vuolo(Lega): “Sono vicina a Canfora ma è incompatibile. Tuteli la tenuta democratica del Comune”. La Robustelli consigliere di opposizione: “garantista sì, ma va applicata la legge Severino”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SARNO – Il sindaco di Sarno Giuseppe Canfora, ed ex presidente della provincia di Salerno e l’ex direttore generale di Palazzo Sant’Agostino Bruno Di Nesta, sono stati condannati per tentata concussione nei confronti di Gianluigi Cassandra, all’epoca dei fatti presidente dell’Asi di Salerno. La condanna si riferisce a pressioni e inviti rivolti a Cassandra perché soprassedere nella nomina dei revisori dei conti dell’Asi, per i Giudici questa circostanza è stato un vero e proprio abuso, al punto tale da essere configurato come reato di concussione, e ieri, dopo ben sette anni dall’inizio del processo, è arrivata la condanna dei giudici della prima sezione penale del Tribunale di Salerno per Canfora e Di Nesta: 2 anni di reclusione a carico dell’ex presidente della Provincia e un anno e 4 mesi per il Direttore Generale. E nell’Italia delle incompatibilità si apre la discussione lunga una “Democrazia”. Ma si apre anche il concetto del garantismo: Si è colpevoli o si è innoventi fino a che non si consumano i tre gradi di giudizio?
Canfora ora per questa condanna sebbene, dovesse proporre ricorso, rischierebbe la sospensione dalla carica di sindaco del comune di Sarno, infatti diversi sono stati gli interventi il primo, sia pure con garbo arriva dall’europarlamentare della Lega Lucia Vuolo: “Sulle vicende giudiziarie che interessano Giuseppe Canfora, attuale sindaco della città di Sarno, relative alle nomine Asi fatte quando ricopriva il ruolo di presidente della Provincia di Salerno, – Dichiara l’europarlamentare della Lega, Lucia Vuolo interviene sulla condanna a due anni per il sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora, in merito a fatti avvenuti quando era presidente della Provincia di Salerno. – ferma la competenza dei magistrati, da donna delle istituzioni ho il dovere di dare un contributo ai fini della chiarezza amministrativa delle vicende a venire. L’inesorabile conseguenza – non soggetta a giudizi o a sentenze di tribunale della legge Severino – decreta l’incompatibilità con il ruolo di primo cittadino di Canfora.
Tutta la mia comprensione e vicinanza umana a Giuseppe che sicuramente nelle sedi opportune potrà chiarire la propria posizione, in uno Stato che è e deve rimanere garantista. – prosegue la Vuolo – Diversamente dalle vicende dei Comuni di Pagani e di Angri dove la legge lascia spazi interpretativi imbarazzanti anche per le istituzioni chiamate a decidere, tanto da rimettersi ad organi giudicanti terzi, la vicenda di Sarno non presta il fianco ad alcuna interpretazione.
Oggi, con la vicenda di Sarno, gli uomini del centrosinistra hanno l’opportunità di passare dalle parole ai fatti, e non essere più gli sbandieratori di slogan, accompagnando il Consiglio Comunale di Sarno all’inesorabile destino previsto dall’automatica applicazione della legge prima che la Prefettura di Salerno decreti la sospensione del primo cittadino. – conclude l’europarlamentate della Lega Lucia Vuolo – Infine, sono sicura che Giuseppe Canfora saggiamente si determini nel più breve tempo possibile a tutela della tenuta democratica del consiglio comunale“.
Ma il Sindaco Canfora non ci sta e mentre si dichiara innocente e preannuncia l’appello alla Sentenza, della quale ancora non si conoscono le motivazioni, dopo aver appreso della condanna ha rilasciato un messaggio alla Città e ai sarnesi: Cari amici, cari concittadini, grazie per i tanti messaggi di vicinanza e solidarietà che mi stanno giungendo.
Coltiverò senza sosta il seme della fiducia nella giustizia, del coraggio nell’affrontare le prove della vita, della forza nel dimostrare la verità.
Ho sempre fatto del mio percorso di vita prima e di istituzione poi, una strada di lealtà, rispetto, trasparenza, legalità. Senza “se” e senza “ma”. È su questi assunti che fondo e continuerò a fondare ogni mio passo. Faremo appello, perché credo fermamente che si arriverà alla verità. Ribadirò in ogni sede la mia profonda innocenza ed estraneità ai fatti che mi vengono ascritti.
Non conosciamo ancora le motivazioni della sentenza, che saranno depositate tra 90 giorni, ma sembrerebbe che il Tribunale di Salerno mi abbia ritenuto responsabile per un sms, a me completamente sconosciuto fino all’inizio del processo e NON inviato da me, con il quale, all’epoca della mia elezione a Presidente della Provincia, un componente dell’assemblea di una società partecipata invitava il Presidente della stessa a soprassedere dalla nomina del collegio sindacale, per ragioni di correttezza istituzionale nei miei confronti.
Ripeto: un sms non inviato da me.
Non comprendo di quale reato mi sarei macchiato. Si tratta di una sentenza di primo grado che confido sarà completamente riformata in appello.
Anche la Consigliera Comunale di opposizione Robustelli come la Vuolo, pur esprimendo solidarietà e sottolineando lo spirito garantista al sindaco di Sarno per le nomine Asi, lancia un appello affinché: “Si convochi subito un consiglio monotematico sul tema: garantista sì, ma va applicata la legge Severino”. – e prosegue – “La condanna del sindaco di Sarno mette a rischio la tenuta democratica della nostra città. Si convochi subito un consiglio monotematico sull’argomento per avviare l’iter della legge Severino. Resto garantista, ma ogni passaggio istituzionale va rispettato“. – aggiunge la consigliere comunale di opposizione – “Non voglio entrare nel merito della questione e non commento nemmeno la decisione dei giudici. Ci troviamo, però, davanti a una condanna di due anni al primo grado di giudizio di un dibattimento. Su questo la legge Severino è chiara. Canfora deve fare un passo indietro per il bene della città. Deve avere la serenità di affrontare questa vicenda senza occupare ruoli istituzionali“. Da qui, l’appello alle altre forze politiche: “Serve una presa di posizione netta. Sarno deve dimostrare un alto senso di responsabilità davanti alla legge. Dunque, se va applicata la Severino va fatto senza perdere tempo e trovare cavilli che permettano di mortificare la nostra legislazione“.
La solidarietà a Canfora arriva anche dalla Maggioranza consiliare di Centrosinistra: “Siamo vicini al nostro Sindaco un uomo onesto e perbene di cui abbiamo condiviso i suoi alti valori ed in nome di quelli lottato al suo fianco per vincere ogni battaglia.
Siamo sicuri che la magistratura farà il suo corso e non entriamo nel merito della vicenda giudiziaria, ma possiamo ribadire con forza l’onestà di una persona perbene quale è il nostro primo cittadino. Continueremo a stare al suo fianco, esprimendogli la nostra più sincera vicinanza”.
Questo come si dice è un fulmine a ciel sereno, ma ci riporta a cavallo di un periodo tra l’amministrazione Provinciale Ianniello in prosieguo a quella di Cirielli e l‘amministrazione Canfora, e nel passaggio di mano vi erano di mezzo delle nomine, tra cui quelle dei Revisori dei Conti., nomine che Canfora riteneva dovessero essere eseguite nel rispetto dei reciproci rapporti istituzionali essendo l’ASI una partecipata della Provincia. Si ricorda quel periodo come uno dei più violenti, riferendosi agli scontri politici che quotidianamente si manifestavano tra il Comune di Salerno e la Provincia di Salerno, cioè tra il Sindaco di allora Vincenzo De Luca e il Presidente di allora Edmondo Cirielli, in Regione il Governatore era Stefano Caldoro.
E così nessuno vuole entrare nel merito del giudizio, e nessuno potrebbe non essendo ancora stata depositata la sentenza di condanna in primo grado, ma tutti esprimono un giudizio, dal quale si comprende nettamente lo spirito della condanna. Di qui ritorniamo alla domanda delle domande sul concetto del garantismo: Si è colpevoli o si è innoventi fino a che non si consumano i tre gradi di giudizio?
Questa domanda in un clima di giustizialismo come quello che ha partorito la Legge Severino ci dice che lo si è colpevoli a metà, secondo il nostro ordinamento giuridico si è innocenti fino all’ultimo grado di giudizio. Una stridente conflittualità in termini, ma che ad alternanza consente ai giustizialisti e ai garantiti di condannare e assolvere all’abbisogna. Poiché non vi è un limpido orientamento ora abbiamo chi per arroganza resiste per anninel suo ruolo per poi essere in seguito condannato e chi al contrario cede alle pressioni e viene scaricato e magari in seguito assolto se lo prende a quel servizio. Basterebbe come esempio le vicende poco chiare e acatena di Roma senza intaccare la continuità del ruolo di Sindaca, o quelle dei due capigruppo al senato della Lega che sono ancora lì mentre il loro collega sottosegretario fu costretto a dimettersi. Allo stesso modo il Sindaco di Salerno più volte portato in giudizio e condannato e poi assolto sul caso Crescent. Insomma andiamoci piano con le contraddizioni in Legge. L’Italia è il Padre e la Madre del Diritto, non facciamoci ridere addosso.
Sarno, 28 settembre 2019