L’incendio divampato sul Monte Saretto di Sarno, i roghi di Battipaglia le politiche ecologiche.
Questo episodio, inoltre, accende ulteriormente il dibattito sulla annosa piaga degli incendi, quasi sempre dolosi, che colpiscono e infragilisce il nostro territorio rendendolo a forte rischio idrogeologico.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – L’incendio divampato sul monte Saretto a Sarno, città già martoriata dall’alluvione del 1998 che causò 160 vittime, infragilisce ulteriormente un territorio a forte rischio idrogeologico.
Questo episodio, inoltre, accende ulteriormente il dibattito sulla annosa piaga degli incendi, quasi sempre dolosi, che colpiscono il nostro territorio.
La ricerca dei colpevoli è quasi sempre difficoltosa mentre le azioni di risanamento del territorio non riescono a tenere il passo, facile e spedito, dei criminali del fuoco.
La legge 353/2000 stabilisce l’obbligo, da parte dei comuni, di redigere periodicamente il “Catasto degli Incendi Boschivi” nonché di apporre il vincolo sulle aree percorse dal fuoco. Ciò per bloccare le dinamiche criminali che favoriscono il disboscamento per successivi interventi di costruzione ovvero di rimboschimento a spese dello Stato.
Inoltre, la legge regionale n. 4 del 15 marzo 2011, che recepisce la legge 29 gennaio 1992 n. 113, obbliga i comuni a porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica.
La nostra città, sorpattutto per il secondo aspetto, non ha mostrato particolare attenzione. Secondo i dati Istat, dal 2016, anno di insediamento dell’attuale amministrazione, sono nati 1185 bambini. Ovvero ci sarebbero stati nella nostra città 1185 alberi in più, a costo zero in quanto gli arbusti vengono forniti gratuitamente dai vivai regionali. La presenza di alberi è fondamentale per combattere i cambiamenti climatici, ridurre il dissesto idrogeologico ed abbellire la nostra città.
Numerosi enti pubblici si stanno adoperando sulle tematiche ambientali e del cambiamento climatico. La nostra amministrazione se ne sta “occupando”, in via del tutto emergenziale, solo per il clamore suscitato dalla crisi dei rifiuti e dei miasmi, attraverso soluzioni come il fantomatico “fattore di pressione” che aggravano il problema invece di risolverlo.
Sarebbe ora che la questione venga presa sul serio e che, sulla scorta della dichiarazione di emergenza ambientale e climatica, si inizino a mettere in pratica tutte le azioni necessarie per affrontare il problema, complesso e dalle numerose sfaccettature, della gestione ambientale.
Dal oggi e fino al 27 ottobre, in occasione della “Settimana internazionale per il Clima” indetta dal movimento “Fridays for future“, proporremo quotidianamente un’azione pratica, immediata e facile da attuare per fare come città la nostra parte.
Battipaglia, 22 settembre 2019