Stop a nuovi fascismi. Crisi ad una svolta, Si va verso un Governo PD-M5S in 5 punti. E il Sud?
Bene come linee di principio per arginare sovranisti, populismi e nuovi fascismi e riportare l’Italia in Europa ma non c’è il Mezzogiorno. Federico Conte (LeU): “Bene i cinque punti del Pd ma non c’è il Sud”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – È stata così negativa l’esperienza che ha fatto il nostro Paese con il Governo Lega-M5S e soprattutto è stata così brutale quella della politica impressa ed interpetrata dal Ministro dell’interno Matteo Salvini che la fine del Governo sembra abbia messo tutti d’accordo, sia quella parte che dapprima era il Raggruppamento del Centrodestra con Forza Italia e Fratelli d’Italia (dichiarazioni a parte) e sia quello che resta della Centrosinistra a trazione PD con Più Europa, LEU, gruppo misto e il gruppo autonomista.
Non immaginava proprio il bullo Leghista Salvini che presentando la mozione di sfiducia al Premier Giuseppe Conte, cadesse in un tranello ordito da sé sresso e ne restasse imbrigliato al punto tale da fargli perdere lucidità e staffe, e a fargli commettere una serie di errori, uno appresso all’altro fino al punto di piombare nell’isolamento politico più totale. Un isolamento politico che si accompagna anche ad una fine miserrima di una esperienza politica populista che in solo un anno e mezzo ha incattivito il Paese e lo ha fatto sprofondare fino a somigliare ad un paese centrafricano allontanandolo dall’Europa e dal mondo civile.
Il legante che spinge il M5S e il PD a fare un Governo insieme, è la paura di precipitare in un nuovo fascismo, più violento e più pericoloso di quello che abbiamo vissuto e più pericoloso di tutti gli altri che sembravano prevalere in Europa, individuando in Salvini il male più assoluto. Una lezione per gli italiani e soprattutto per i disinvolti quanto mai inesperti, bravi solo a protestare del M5S, anche loro figli di una democrazia virtuale egualmente pericolosa che tende ad un gregarismo massificante.
Ed e con queste premesse che ci si avvia a formare un Governo al quale il PD, spinto da Matteo Renzi, insieme alle Sinistre parlamentari per arginare quella deriva anticostituzionale e antidemocratica verso la quale si era avviato il Paese, tuttavia accecati dai principi generali dettati dai famosi 5 punti messi sul tavolo dal PD ci si è dimenticati del Mezzogiorno e delle politiche del mezzogiorno, confermando una tendenza che ha accompagnato tutti i governi di centrodestra e di centrosinistra da Berlusconi in poi fino al Governo “Pentalegato“, relegando il Sud nella più paurosa miseria.
- «Appartenenza leale all’Unione europea;
- pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa;
- sviluppo e sostenibilità ambientale;
- cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa;
- svolta delle ricette economiche e sociali, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti».
Questi sono i 5 punti indicati da Nicola Zingaretti nella relazione alla Direzione del Pd per trattare sulla nascita di un nuovo governo. Punti che sono enunciazione di principi ma che clamorosamente escludono il Mezzogiorno d’Italia, che al contrario rappresenta la questione delle questioni, che tra l’altro potrebbe essere la chiave della risoluzione della crisi economica del Paese se si puntasse al recupero delle potenzialità del Meridione come volano economico del Paese Italia. Una mancanza che fa storcere il naso al Deputato salernitano di Liberi e Uguali Federico Conte che lo rileva come un grande errore e dichiara: “Bene i cinque punti del Pd ma non c’è il Sud”.
“Bene la ritrovata unità del Pd e del centrosinistra, – prosegue Federico Conte – bene la linea politica decisa all’unanimità dalla direzione dei democratici, bene anche i cinque punti programmatici messi a base della trattativa per l’eventuale nuovo governo con i 5stelle. Ma – prosegue – ne manca uno: il Sud. Va aggiunto – conclude Conte – tra i punti programmatici di un nuovo esecutivo un piano dedicato per lo sviluppo, il lavoro, le infrastrutture e i servizi nel Mezzogiorno, dentro il contesto di una revisione della mission politica dell’Unione Europea, che deve guardare al Mediterraneo come nuovo asse strategico”.
Roma, 22 agosto 2019