Imprese, 225 giorni per pagare le tasse. Per le Aziende salernitane il “Tax Freedom Day” scatterà solo a ferragosto.
Lombardi (FederCepi Costruzioni): «Si lavora 8 mesi su 12 per uno Stato e amministrazioni locali sempre più inefficienti».
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Tax Freedom Day per le imprese, che dopo i segnali positivi degli ultimi anni, registra quest’anno un brusco arretramento ed una crescita della pressione fiscale in provincia di Salerno: ogni azienda salernitana lavora per pagare tasse e tributi nazionali e locali, fino al 14 agosto.
Soltanto dal Ferragosto i nostri imprenditori lavorano per sé, per il proprio benessere e per il proprio profitto. Un dato su cui tocca sicuramente riflettere.
0Da Ferragosto gli imprenditori salernitani inizieranno finalmente a lavorare per sé, per le proprie famiglie e per le proprie aziende. Fino al 14 agosto incluso – per quasi otto mesi su dodici – l’attività d’impresa sarà valsa a coprire le varie tasse nazionali e locali, che si confermato tra le più alte d’Italia e d’Europa.
Il dato emerge da una analisi del Centro Studi di FederCepi Costruzioni, che ha effettuato elaborazioni incrociando una serie di informazioni e dividendo i parametri di produttività annuali, come il Pil o il reddito di impresa, per l’ammontare complessivo di tasse, imposte e contribuzioni versate, calcolando così l’equivalente del numero di giorni di lavoro che occorrono solo per pagare tutte le tasse.
È stato così determinato, anche quest’anno, il “giorno di liberazione dalle tasse” per le imprese, cioè il giorno dell’anno a partire dal quale ipoteticamente ogni azienda smettedi pagare le tasse sul guadagnato, lavorando solo ed esclusivamente per sé.
Per le imprese salernitane il “tax freedom day” quest’anno cadrà appunto il 15 agosto: un segnale negativo dopo il miglioramento registrato nel 2018, quando la medesima “ricorrenza” cadde il 13 agosto (addirittura il 31 agosto l’anno prima, nel 2017). Con scenari ancora più foschi per l’anno in corso: stando infatti alle ultime rilevazioni del Centro Studi di FederCepi Costruzioni, la pressione fiscale sulle PMI è salita rispetto allo scorso anno (dato relativo alla provincia di Salerno) dello 0,4% (+0,1% rispetto al dato nazionale certificato dall’Istat), con pesanti ripercussioni sui bilanci (e sul tax freedom day del prossimo anno, che prevedibilmente scatterà nella seconda metà de mese).
Le aziende salernitane quindi quest’anno hanno lavorato l’equivalente di 225 giorni, quasi 8 mesi su 12, solo per pagare regolarmente tutte le tasse e le imposte annuali; solo dopo Ferragosto potranno realizzare profitto per sé e per i propri dipendenti.
«La nostra provincia anche quest’anno si riconferma oasi affatto felice nel panorama nazionale e regionale – è il commento del presidente di Federcepi Costruzioni, Antonio Lombardi – e territorio per nulla appetibile per nuovi investitori. La nostra analisi ha evidenziato che a livello nazionale il tax freedom day, quest’anno, cade tra l’11 e il 13 agosto. A Salerno occorrono ancora due giorni per coprire i vari balzelli locali, tra Imu, Tari, Tasi, addizionali Irpef, accise, etc. A tutto ciò si assommano le condizioni estremamente più gravose, rispetto ad altre regioni italiane, che un’impresa deve scontare per l’accesso al credito, i servizi e le polizze assicurative».
Un ulteriore dato evidenziato dall’analisi del Centro Studi FederCepi Costruzioni è legato alla profonda discrepanza che esiste tra il trattamento fiscale di dipendenti e operai, con quello riservato alle aziende. Dipendenti ed operai, infatti, sono costretti a lavorare, per coprire le tasse, “soltanto” fino al 4 giugno. Un imprenditore necessita di ulteriori 71 giorni per pagare ogni imposta allo Stato.
«La pressione fiscale per le imprese, ha superato da tempo e ampiamente la soglia di sostenibilità» commenta ancora il presidente Lombardi. «Nel 2019 a livello provinciale abbiamo rilevato una pressione del 61,7%. Lo Stato è sempre più socio occulto di maggioranza, con servizi erogati sempre più scadenti ed inefficienze sempre più diffuse e penalizzanti. Auspichiamo che questa crisi di governo non diferisca eccessivamente le ormai imprescindibili riforme fiscali, che devono guardare anche al settore produttivo. Occorre abbattere il cuneo sulla contribuzione dei lavoratori dipendenti, anche per incentivare nuove assunzioni, e fronteggiare in maniera più coraggiosa quella manifesta incongruenza che ancora permane, come l’Imu sui capannoni e sui depositi, ancora oggi fiscalmente equiparati ad immobili di lusso o ville al mare. Il decreto Crescita ha aumentato la deduzione dal 40 al 60%: ma non basta, anche perché in quasi tutti i Comuni della provincia di Salerno l’aliquota Imu applicata è la più alta consentita dalla legge. Vergognoso se si considera la funzione produttiva e non di svago. Una tassa ingiusta, quella sui capannoni anche in quelle aree industriali dove mancano i più elementari e basilari servizi».
Stesso discorso vale per la tassa sui rifiuti, con aliquote ai massimi livelli, benché le imprese sostengano già enormi costi per lo smaltimento dei rifiuti e degli scarti di lavorazione, per il conferimento in discarica e la raccolta differenziata.
Le elaborazioni di FederCepi Costruzioni hanno tenuto conto di svariate fonti, tra cui soprattutto i dati Istat sulla pressione fiscale, le analisi di MoneyFarm (società internazionale di gestione del risparmio) e gli studi effettuati da altre associazioni di categoria, come la Cna e la Cgia di Mestre: dati ed informazioni che sono state poi incrociate con l’analisi delle imposte e delle aliquote locali, come Irap, Imu e tassa sui rifiuti: quelle maggiormente incidenti sull’intera tassazione applicata alle imprese salernitane.
Salerno, 12 agosto 2019