ROMA in 700.000, a Napoli tafferugli, a Rosarno con Cgil, Cisl e Uil, a Eboli i Gazebo
ROMA – 1° maggio – Secondo gli organizzatori sono stati oltre 700 mila persone ad assistere all’edizione 2010 del concertone del Primo Maggio a Piazza San Giovanni. Uno dei momenti più suggestivo e dirompente è stato sicuramente quando Simone Cristicchi ha interpretato Bella Ciao insieme al coro dei minatori di Santa Fiora. Ma anche la bella interpretazione di Perdere l’amore con Massimo Ranieri e il debutto al concertone di un’orchestra sinfonica, la Roma Sinfonietta.
Sabrina Impacciatore poi è stata la mattatrice dell’evento oltre a presentare i vari artisti (fra gli altri, Simone Cristicchi, Nina Zilli e Samuele Bersani) si è esibita in letture insieme ad altri attori (da Claudio Santamaria a Carlotta Natoli) in brani sull’immigrazione ed ha cantato la cover di Johnny Cash If I were a carpenter insieme a Francesco Montanari (Romanzo criminale).
Gli altri interpreti:
Vinicio Capossela, Carmen Consoli, Paolo Nutini, Baustelle, Samuele Bersani, Edoardo Bennato, Nina Zilli, Roy Paci & Aretuska, Simone Cristicchi, l’ensemble Beautiful, formato da Gianni Maroccolo, Cristiano Godano, Luca Bergia, Riccardo Tesio e Howie B, Tre allegri ragazzi morti, Funk off, Beppe Voltarelli e Alfio Antico, Aesseroma Artisti, Bud Spencer Blues Explosion, Asian Dub Fundation, Enrico Capuano, Claudio Lolli e Petra Montecorvino, Roberto Giglio, il violinista Olen Cesari e la Roma Sinfonietta, la Grande Orchestra Sinfonica di 61 elementi diretta da Francesco Lanzillotta.
IL CONCERTONE DEL 1° MAGGIO 2010 A ROMA:
TUTTI I PROTAGONISTI SUL SITO RAI
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NAPOLI – 1° maggio – Mentre si svolgevano manifestazioni in tutta Italia, la festa del Primo Maggio organizzata a Napoli è stata macchiata da scontri. Durante il corteo partito da piazza Mancini e diretto al Corso Umberto, formato dagli appartenenti ad alcune sigle della Rete, tra cui “NoGlobal“, “Banchi nuovi” e “Cobas“, un gruppo di persone che non partecipava al corteo, all’altezza di Porta Nolana, che inneggiava al fascismo e al duce esibendo il saluto romano, è venuto a contatto con il corteo e ne è nato un tafferuglio. Un ragazzo di 19 anni è rimasto accoltellato. Il giovane ora è ricoverato all’ospedale Loreto Mare. Il corteo poi è stato deviato per piazza del Gesù. Insieme al giovane è stato ferito anche un settantenne da una folta sassaiola organizzata sempre da giovani che inneggiavano al fascismo.
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ROSARNO – “Ricostruiamo il nostro futuro”, recita uno striscione lungo 15 metri del sindacato di Reggio Calabria. In 8 mila hanno raggiunto la Piana per riempire Piazza Valarioti, in quella che è stata definita una delle capitali dello sfruttamento dei lavoratori nel sud Italia. Per questo Cgil, Cisl e Uil hanno voluto ripartire da qui. Per dire senza mezzi termini che il lavoro non ha colore, che non ha coordinate geografiche e che la dignità degli uomini e delle donne non può essere messa in discussione a secondo del colore della loro pelle o del ceto sociale a cui appartiene o dalla sua provenienza geografica.
Cgil, Cisl e Uil a Rosarno, nel cuore della Piana di Gioia Tauro, con i tre segretari generali in piazza. E da qui, che i leaders della Cgil Guglielmo Epifani, della Cisl Raffaele Bonanni, e della Uil Luigi Angeletti, hanno fatto partire le loro richiesta al governo: “piano straordinario per il lavoro”; occupazione, sviluppo e investimenti; riforma fiscale e lotta all’evasione; sicurezza e ambiente.
Sono arrivati da tutta la Calabria e da diverse parti d’Italia per il corteo nella terra in cui lo sfruttamento dei braccianti agricoli ha scatenato, a gennaio scorso, la reazione dei lavoratori extracomunitari. C’erano anche alcuni di loro a sfilare in corteo partito dalla Rognetta, fabbrica dismessa e occupata per mesi dai disperati di mezzo mondo. Schiavi, per due euro e mezzo di lavoro all’ora, negli agrumeti di Rosarno, Rizziconi, Melicucco e Gioia Tauro.
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EBOLI – SA – Niente corteo solo due gazebo, quello di Rifondazione Comunista e quello di Sinistra Ecologia e Libertà. I due Partiti di sinistra che solo un mese fa si sono misurati in una Campagna elettorale dai toni aspri e violenti. Rifondazione con il suo candidato, il Consigliere Provinciale, poi sospesosi dal partito e ora indipendente Massimo Cariello, che ha guidato una coalizione di liste civiche con l’aggiunta di IdV e l’UDC; SEL con il suo leader Gerardo Rosania, ex Consigliere regionale, a capo di una coalizione fcomposta dal suo Partito e una lista civica; entrambi sono stati soccombenti con l’altra sinistra quella guidata dal Sindaco Uscente del Partito democratico Martino Melchionda, che insieme ad una lista civiva e all’API di Rutelli ha vinto al ballottaggio con Massimo Cariello.
I due gazebo erano uno di fronte all’altro, sembravano guardarsi in cagnesca. Quello di Sinistra Ecologia e Libertà era affollato, tutti intorno al suo leader Rosania, che raccoglievano le firme contro la privatizzazione dell’acqua; quello di Rifondazione quasi deserto, con il suo segretario dimissionario Silvio Masillo e l’ex consigliere Alfonso Del Vecchio.
Fratelli coltelli? No. Niente di tutto questo, due modi di interpretare la politica, quella di Sel che già ha conquistato la “Piazza” e che affronta temi politici e sensibilizza l’opinione pubblica; quella della Federazione della Sinistra (Rifondazione e Comunisti italiani), ancora frastornata dalla sconfitta elettorale che ancora non “imbrocca” il tipo di opposizione da mettere in campo, atteso che quella scandalistica e giudiziaria che li allontana dai problemi reali e concede vantaggio alla sinistra concorrente.
Entrambe le sinistre però hanno avuto la sensibilità di celebrare, in una Città dove il lavoro scarseggia, almeno con la loro presenza il 1° Maggio: La festa del Lavoro.
Oramai devono festeggiare la festa dei disoccupati.
I lavoratori dove sono?
Con profondo rammarico tale ricorrenza rimane un simbolo vuoto, un rito tralatizio che suscita pochi afflati e molte indifferenze.Il primo maggio 2010, purtroppo abbiamo registrato un vuoto, il silenzio assordante, di contro la legittima delusione e rabbia di tanti, coniugata dall’evidente disagio dei vertici politici e sindacali. Ci si chiede: è il segno dei tempi? No è il segno di un fallimento, di una rinuncia all’attività politica e sindacale tenuta tra la “gente”, una mancanza di relazionarsi segnale della totale difficoltà di dialogo aggregativo. Prendiamo atto che la storica “comunione” tra sinistra & sindacato con i lavoratori ha chiuso i bottega da noi Pina del Sele, ed Eboli nello specifico. Non meno per il sindacato, si celebra in un periodo dove le maggiori imprese locali, che storicamente davano occupazione, vivono una crisi drammatica. Il primo maggio 2010, segna anche la fine della rendita di posizione di cui godeva la sinistra (tutta), guadagnata in tanti anni di militanza ed attivismo e basata su una solidale collaborazione partiti-cgil, una credibilità che è stata consumata e logorata dalle logiche perverse della politica.ma non perdiamoci d’animo le lezioni migliori nascono dalle sconfitte cocenti! “Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono.”
Galileo Galilei