Mare sporco sul litorale battipagliese? È stato di calamità “naturale”. Per il Comune:“Un atto dovuto”, in favore dei balneatori.
Stato di calamità naturale – riduzione del canone demaniale per i balneatori e nell’assioma i bagnanti possono attendere. Figuriamoci se possano ricevere un risarcimento. Calamità naturale, ma chi paga? Chi ha inquinato? È a loro che dovremmo chiedere il risarcimento e chiedere vengano perseguiti penalmente. Ma in questo che fine ha fatto il Grande Progetto della litoranea? E agli ambientalisti una bandiera nera.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – La giunta comunale ha deliberato su proposta dell’assessore Davide Bruno, con delega alla fascia costiera e allo sviluppo urbano ed economico, una delibera avente ad oggetto dichiarazione stato di calamità naturale e richiesta di riduzione del canone demaniale a seguito dell’eccezionale accumulo di flora sul litorale di Battipaglia.
“Era un atto dovuto – dichiara l’assessore Davide Bruno. – accogliere la richiesta dei balneatori e porre in essere un atto amministrativo che richiedesse l’attuazione di misure a sostegno del settore balneare della Piana del Sele. Gli accadimenti delle ultime settimane anche se non incidono sulla consistenza fisica del bene demaniale, si ripercuotono sull’aspetto funzionale del medesimo riducendo l’attitudine del bene a produrre utili. Per questo sosteniamo la riduzione del canone demaniale”.
“Siamo certi – aggiunge e conclude la sindaca di Battipaglia Cecilia Francese – che la nostra proposta sarà ascoltata e facciamo voti affinché si tutelino gli imprenditori della nostra fascia litorale. Un atto dovuto che manifesta la totale vicinanza dell’amministrazione rispetto a quanto sta accadendo in questi giorni. Abbiamo avuto un primo incontro e poi formale richiesta da parte del distretto che lavora sempre con noi in uno spirito di piena e condivisa collaborazione” conclude la sindaca Cecilia Francese”.
Stato di calamità naturale – riduzione del canone demaniale per i balneatori, l’assioma però non ritorna, poiché in questo mancherebbe, ed in toto, l’insoddisfacimento dei cittadini-bagnanti i quali non hanno potuto usufruite a pieno del proprio mare, delle proprie spiagge, e in più a pagamento, e che pagamento: un salasso se si considera la spesa di 25 euro al giorno tra ombrellone e parcheggio, atteso che le pochissime spiagge libere oltro a non essere praticabili sono prive di ogni minimo servizio.
E chi risarcisce i cittadini-bagnanti?
Per questi esiste una formula per inserirli nei possibili beneficiari di un risarcimento del danno? Per carità gli imprenditori della balneabilita‘ devono essere tutelati, ma nel contempo i primi a ricevere maggior tutele dovrebbero essere i bagnanti, i turisti, i quali al danno di non potersi fare un bagno perché il mare è una fogna, aggiungono la beffa di aver dovuto pagare fior di euro per il loro mare per essersi intrattenuti sotto l’ombrellone dei Lidi per i quali oggi si richiede lo stato di calamità “naturale” (sic).
Sicuramente è positivo riconoscere e chiedere uno “Stato di calamità”, ma non naturale, solo che bisognerebbe individuare in capo a chi chiedere i finanziamenti di ristoro, atteso che la natura qui non c’entra per niente. Bisognerebbe, dopo aver individuato responsabilità e colpe, addebitare a loro ogni risarcimento ivi compreso i “canoni demaniali“, come abilmente mette in evidenza l’assessore Bruno. E i bagnanti? Quelli possono attendere. Chi deve risarciti? Poiché non hanno potuto bagnarsi e quindi non hanno potuto usufruire a pieno dei servizi, dovrebbero pagare solo la discesa a mare, il resto, sempre che abbiano rilasciato una ricevuta, dovrebbero risaricirlo. Ma ovviamente questa è utopia, anche perché i balneatori si sono organizzati e hanno avuto anche un incontro con l’amministrazione, i cittadini invece si sono incontrati con il disagio e con il mare-cloaca.
Purtroppo il mondo gira così e all’utente finale non lo pensa nessuno, figuriamoci se per tutelarli si può perseguire chi sversa melma di erbe fradici dei canali consortili in mare; Tutte le Aziende bufaline per sapere dove scaricano; i Comuni, che non fanno i depuratori e non si sa dove scaricano le fogne, le province che non contano un cazzo; le Regioni che non fanno un piano di tutela del suolo, dell’aria, dell’acqua; Il Governo che ci ha proprio abbandonati tra lo “scemenzario” del M5S e il “cattivario” del bullo leghista Salvini; del mare di Battipaglia, di Eboli e del resto se ne frega nessuno. E l’ARPAC, che Dio la benedica, nell’ipocrisia delle associazioni nazionali che tutelano l’ambiente come Legambiente, Italia Nostra e via di seguito, che tra l’altro assegnano bandiere blu invece che nere.
La cosa giusta da chiedere e l’Assessore Bruno e la Sindaca Francese, possono farlo: Che fine ha fatto il Grande Progetto della Litoranea che da Salerno va ad Agropoli?
Battipaglia, 30 luglio 2019
La tanto vituperata amministrazione Francese almeno qualche risposta cerca di darla distinguendosi in maniera evidente dalla tanto acclamata amministrazione ebolitana.
Il sindaco del popolo non può nemmeno fiatare sull’argomento altrimenti i voti laggiù li perde e quindi se ne sta in religioso silenzio.
Ottiene due vantaggi non si schiera contro le preziose aziende agricole che sono un grande serbatoio di voti che valgono doppio e , con qualche promessa, tiene buoni i gestori dei lidi che sono tutti suoi fans.
Senza esternazioni pubbliche ovviamente tutto in camera caritatis come si conviene.
In attesa che il mare a novembre ritorni alle condizioni minime di accettabilità per sbandierare mediaticamente i dati e definire il nostro mare cristallino e caraibico.
Le opposizioni, frammentate , dormono della grossa e ogni tanto sussultano solo per dimostare a sè stesse che esistono.
In una situazione del genere cosa si può pretendere?
Per i cittadini , un gregge, l’approccio al voto è per il 70% di carattere clientelare e per il 25% di carattere famigliare ergo i voti liberi o di opinione sono solo il 5%, stimati per eccesso, per cui la partita finisce prima di cominciare.
I programmi elettorali , nei quali si promettono ai cittadini cose fantastiche e mirabolanti, diventano il giorno dopo carta igienica.I cittadini sono i primi colpevoli di questo andazzo perchè si vendono per un piccolo favore e alcuni per una piccola somma di denaro, alle scorse elezioni si aggirava intorno ai 20 euro con i soliti personaggi davanti ai seggi a distribuire caramelle con tanto di valigetta diplomatica nella quasi totale indifferenza generale.
Siamo obbligati ad invocare il miracolo ma i miracoli non accadono quasi mai quindi continuiamo così.
Avanti tutta.