Il Ministro dell’Esterno: È il titolo di un articolo di Travaglio sul Fatto Quotidiano.
Le reazioni all’omicida bendato raccapriccianti e condannate in Italia e in tutto il Mondo. Travaglio: «Noi invece abbiamo un ministro dell’Esterno, che fa e dice tutto quel che non dovrebbe e quel che dovrebbe non lo fa e non lo dice. “Quel personaggio lì”.» POLITICAdeMENTE: Salvini è inadeguato, è pericoloso, fa il fesso per non andare in Guerra, ma si veste da Generale. E adesso sono cazzi per Salvini.
(di Marco Travaglio da “Il Fatto Quotidiano” del 28 luglio 2019)
ROMA – Come si fa a non essere d’accordo con Marco Travaglio e quello che ha scritto sul Fatto Quotidiano, lucidamente e con la sua puntuale e solita arguzia, indipendentemente dalle sue strategie politiche, a proposito dell’ultima “twittata” del ministro Matteo Salvini? Lo condividiamo e lo sottoscriviamo per intero, parola per parola, lo pubblichiamo solo questa sera per non danneggiare le vendite del giornale. “Il Ministro dell’esterno” è ormai senza freni. È pericoloso. E lo diventa sempre di più. Le sue continue, progressive e pericolose esternazioni, sono l’excalation verso uno Stato spazzatura, cattivo, ultratotalitario, super razzista, laddove la legge si scrive al momento, e laddove la giustizia lascia il posto al giustizialismo e peggio ancora alla forca, alla lapidazione, alla ghigliottina, al rogo di piazza.
In un paese civile un uomo come questo non arriverebbe mai al Governo e se ci arriva non è civile e se lo si sostiene non si è civili, specie se il suo standard comunicativo, anziché sostenere Magistratura e Forze dell’ordine con Leggi adeguate e soprattutto con più mezzi e uomini a disposizione, stabilisce che il suo pensiero è legge perché rappresenta la maggioranza. Il suo pensiero non è sindacabile perché è maggioranza e perché è stato eletto. Il suo pensiero è sacro perché ha il compito di mettere a posto l’Italia. In che posto non lo sappiamo, ma sicuramente in quella parte del Mondo dove gli oppositori si “suicidato”, dove si incarcerano e dove i Capi fanno affari con il peggio del peggio degli altri capi del Mondo e dove un Ministro dell’interno si rifiuta di essere ascoltato in Parlamento sulla maxi tangente russa e si rifiuta di farci sapere che fine hanno fatto quei 49 milioni di euro. 49milioni che i detrattori di Salvini, (Saviano in testa, e per questo non lo querela mentre lo fa perché lo chiama Ministro della Malavita) gli rinfaccia e continuamente che sono stati fatti sparire dalla ndrangheta. Se volessimo usare le sue concezioni di Legge e di Giustizia l’avremmo dovuto immediatamente arrestare, e buttare la chiave, senza processo, senza dargli l’opportunità della difesa. Invece noi vorremmo che lui rispondesse che allontanasse il sospetto con l’apertura di una indagine che stabilisse innanzitutto che fine hanno fatto 49milioni di euro, e perché, e questo lo chiediamo agli organi competenti, perché la Lega dovrebbe pagare quei soldi a rate e in 80 anni. Vorremmo anche Salvini facesse la Guerra agli ndranghetisti e rendesse le Città più sicure.
«Segnatevi questa frase. – Scrive Marco Travaglio nel suo articolo – È del 4 febbraio 2015, da un’intervista a Panorama: “Pazzesco. Un ministro dell’Interno che twitta su indagini in corso non merita neppure un commento. Il fatto in sé la dice tutta sul quel personaggio lì”. Quel personaggio lì – ricorda Travaglio – era Angelino Alfano, che aveva appena annunciato tutto giulivo via Twitter l’arresto di Massimo Bossetti, sospettato dell’omicidio di Yara Gambirasio e da lui già dato un minuto dopo per sicuro colpevole. E il nostro uomo gli saltò (giustamente) addosso: “Io non sopporto la spettacolarizzazione… Massimo riserbo e massimo silenzio. Non dovrebbe trapelare nessuna notizia… Poi non bisogna mai esibire un catturato. Se devi portare via uno, lo porti via di nascosto, la notte”. E chi era di questo squisito ipergarantista, questo sensibilissimo custode del riserbo? – Ricorda ancora Travaglio – Matteo Salvini, tre anni prima di diventare ministro dell’Interno e di twittare compulsivamente su ogni arresto (anche se ancora da eseguire), indagine e sospetto, assumendosene il merito (che peraltro è sempre della magistratura e delle forze dell’ordine), chiedendo condanne esemplari e promettendo inasprimenti di pene. – “Pazzesco”, – avrebbe detto il Salvini del 2015 sul Salvini del 2019. Anzi, di “quel personaggio lì”. – Le cose come cambiano, aggiungiamo noi, rilevando come nel momento in cui si cambia posizione si assume atteggiamenti diversi e si dicono cose esattamente il contrario di quelli che si è detto e si è fatto. Questo ovviamente varrà anche per i Carabinieri, difesi da Salvini fino a fare una strage di indiziati o reo confessi senza nessun processo, quando si recheranno nella sua abitazione, o nei suoi uffici e magari quando lo arresteranno, perché lo arresteranno, allora cambierà idea sui Carabinieri e dirà, con quella sua espressione schifata che “sono dei fannulloni, che invece di andare ad arrestare e sequestrare documenti ai delinquenti se la prendono con i cittadini ‘onesti’ (sic)”-
Fatto sta che tutte le volte che questo individuo esterna fa danni, ma fa anche intenzioni di voto, grazie ai sondaggisti che ormai non chiedono più agli italiani come stanno e di cosa hanno bisogno, ma chi votano dopo un cinguettio di Salvini un minuto dopo l’uccisione di qualcuno. Non vorremmo che da qui a qualche poco scoprissimo che c’è qualcuno che li paga. Speriamo proprio di no, visto come si muovono disinvolti questi ometti vicini al nuovo duce leghista a creare relazioni a suon di dollari, non ci scommetteremmo un cent.
E sui cinguettio ritorna Travaglio riportandoci alla memoria alcuni altri episodi che sottolineano come sia inadeguato e pericoloso quest’uomo. «Memorabile il suo cinguettio all’alba del 4 dicembre scorso:
- “15 mafiosi nigeriani arrestati a Torino dalla Polizia. Grazie alle Forze dell’Ordine! La giornata comincia bene!”.
Purtroppo la Polizia ne stava ancora cercando alcuni, sfuggiti alla cattura perchè non erano in casa o non avevano casa. Forse qualcuno, avvisato dal ministro che lo stavano cercando, non si fece più trovare. Il procuratore Armando Spataro s’infuriò: “Non sono accusati di mafia, non sono 15 e non li abbiamo ancora arrestati tutti. Così si rischia di danneggiare l’operazione”. Il cosiddetto ministro replicò:
- “Se il procuratore di Torino è stanco, vada in pensione”
(unica variante del refrain prima fassiniano e poi salviniano:
- “Se Tizio vuole fare politica, si faccia eleggere”).
Poi, il 6 giugno scorso, ci ricascò con un altro leggendario tweet:
- “Si erano fronteggiati a Prato con coltelli e pistole per il controllo della prostituzione: 10 cinesi, tra cui 6 clandestini, sono stati arrestati. Grazie ai Carabinieri! Nessuna tolleranza per i delinquenti: la pacchia è finita!”
Furioso il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi, perché l’operazione era in pieno corso: i cinesi arrestati erano solo 3, gli altri 7 non si sono più trovati. Pare che ormai i delinquenti comuni – oltre a quelli in guanti gialli che popolano il suo partito e il suo entourage – seguano appassionatamente Salvini sui social. Vedi mai che li avverta in anteprima che qualcuno sta andando a prenderli.
L’altroieri, l’apoteosi con la tragedia del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, assassinato durante un’operazione in borghese ancora tutta da chiarire. Salvini condivide subito una notizia del messaggero.it – presa per buona anche da Gentiloni, poi rivelatasi falsa o incompleta – sulla “caccia a due nordafricani” e aggiunge:
- “Caccia all’uomo a Roma, per fermare il bastardo che stanotte ha ucciso un Carabiniere a coltellate. Sono sicuro che lo prenderanno, e che pagherà fino in fondo la sua violenza: lavori forzati in carcere finché campa”. E poi, a stretto giro: “Spero li prendano il prima possibile e che finiscano in galera ai lavori forzati a vita, come in Austria”.
La solita pagliacciata di annunciare o promettere cose impossibili: ammesso e non concesso che un giorno Salvini presenti una legge sui lavori forzati (al momento, è la prima volta che ne parla), questa varrebbe comunque per chi commettesse reati dopo quella data, non per chi li ha perpetrati prima.
Idem per l’escalation di insulti ai sospettati ancora senza nome e senza volto: “bastardi”, “infami”, “stronzi”, come se qualcuno provasse simpatia per loro, e se bastasse qualche contumelia per riportare in vita il morto ammazzato, lenire il dolore dei familiari e placare lo sdegno dei cittadini. Infatti, siccome nessuno se lo fila, qualche ora dopo Salvini si riprende dallo choc per la nazionalità dei sospetti (extracomunitari, sì, ma americani). E rilancia ancora, col solito ribaldo accenno alla pena di morte, lanciando il sasso e ritraendo la mano:
- “Sperando che l’assassino del nostro povero carabiniere non esca più di galera, ricordo ai buonisti che negli Stati Uniti chi uccide rischia la pena di morte. Non dico di arrivare a tanto, ma al carcere a vita (lavorando ovviamente) questo sì!”.
Noi aggiungiamo alle riflessioni di Travaglio, che questo uomo, oltre a essere inadeguato come Ministro è anche un ignorante (fa il fesso per non andare in Guerra, ma si veste da Generale) e ovviamente circa la sua ossessione rispetto a condanne che prevedano anche il lavoro forzato, aggiungiamo: ma lui ha mai lavorato? Una Legge andrebbe fatta e la suggeriamo al M5S, i colleghi di Governo di Salvini, ossessionati come sono dalle ricevute e dagli scontrini, e sarebbe questa l’emendamento da votare: “Per essere eletti al Parlamento, ai Consigli Regionali, Provinciali e Comunali si dovrebbe aver lavorato almeno 10 anni“. e se la facessimo retroattiva avremmo finalmente l’azzeramento di tutte le assemblee elettiva, popolate ormai da fannulloni che pontificato senza aver mai fatto un giorno di lavoro. Sarebbe possibile?
«Peccato – fa rilevare Travaglio – che l’ergastolo per l’omicidio volontario aggravato, come quello del carabiniere, in Italia sia già previsto. Da sempre. Se qualche omicida non lo sconta per intero, è per le mille norme impunitarie varate da centrosinistra e centrodestra (Lega inclusa) per i loro amichetti accusati di tutt’altri reati. Il problema è – ammonisce Travaglio – che il ministro dell’Interno non è pagato per piangere i morti ammazzati, lanciare insulti e auguri di “marcire in galera” a chi delinque e suggerire le pene ai giudici. Ma far sì che si delinqua un po’ meno, con quella cosa (per lui) misteriosa che si chiama “prevenzione”. Cioè con investimenti per riempire i vuoti in organico delle forze dell’ordine (a Roma – segnala Virginia Raggi, inascoltata da Salvini, da prima del delitto Desirée, maturato anch’esso nei bassifondi della droga – mancano almeno 2 mila agenti di Polizia, e l’ordine pubblico e la prevenzione anticrimine non spettano certo a sindaci e vigili urbani). E soprattutto per organizzarli e dislocarli meglio sul territorio. Ma tutto questo – conclude l’articolo Travaglio – riguarda un eventuale ministro dell’Interno. Noi invece abbiamo un ministro dell’Esterno, che fa e dice tutto quel che non dovrebbe e quel che dovrebbe non lo fa e non lo dice. “Quel personaggio lì”.»
Gli ultimi fatti peggiorano ancora la posizione del Salvini con la foto del l’assassino 19enne Christian Gabriel Natale Hjort bendato e legato dai carabinieri pubblicata sul profilo ufficiale della Lega, il partito di Salvini. Il sempre Carroccio non ha preso una posizione ufficiale, ma al contrario per trovare consenso ha lanciato un sondaggio rivolto agli utenti del Social chiedendo di rispondere alla seguente donanda: “Alcuni giornali sostengono che si tratti di una Foto choc, voi che cosa ne pensate?” e siamo giunti alle esecuzioni (per ora solo di Piazza social). A quando quella di Piazza vera? Gli utenti ovviamente si sono divisi tra chi condanna il trattamento riservato all’americano bendato, gridando alla “vergogna”, e chi invece non ravvisa nessuno scandalo e aggiunge “Nessuna pietà per questi delinquenti”, quasi come la Legge e i Processi siano condizionati dalla pietà e quindi sotto dettatura. Intanto i vertici dell’Arma hanno preso le distanze dal metodo. Noi non ne parliamo proprio. E per quanto i due assassini meritano una condanna preferiremmo sia dettata dalla giustizia e non dalla vendetta e preferiremmo che lo Stato non usi gli stessi mezzi che usano i trafficanti di Droga, l’ISIS, le Camorre, le mafie e le ndrangheta. LO STATO NON PUÒ SCENDERE A QUESTI LIVELLI.
E adesso? Adesso per il bullo leghista Salvini sono cazzi amari, i nostri cugini a stelle e strisce questa cosa non l’hanno gradita e non gliela fanno passare liscia. Di sicuro Salvini da ora in poi potrà stringere rapporti solo con la Russia e la Corea del Nord.
Roma, 29 luglio 2019
sta al 38% secondo swg, continuate cosi ad attaccarlo sempre, siete i suoi migliori alleati.
salvini va fermato con i contenuti e il ragionamento non con la demagogia, caro travaglio e co.
voi vedere che a settembre sfonda il muro dei 40% si va al voto e diventa il duce 3.0?