Il primo risultato è positivo. In arrivo altre taniche per la raccolta.
Sono 210 litri di olio quelli raccolti e conferiti dagli studenti delle scuole elementari e medie. In arrivo altre taniche per la raccolta.
ROCCADASPIDE – Comincia a dare i primi risultati il progetto di salvaguardia ambientale legato alla raccolta capillare degli oli domestici usati, che ha preso il via a Roccadaspide nelle scorse settimane. Nel giro di pochi giorni, infatti, sono stati raccolti ben 210 litri di olio usato da parte dei ragazzini delle scuole elementari e medie. Si tratta di un ottimo risultato che premia la tenacia dell’amministrazione comunale che da tempo ha puntato sulla raccolta differenziata raggiungendo in breve ottime percentuali che hanno collocato la città al primo posto nella lista dei comuni del Meridione che effettuano la raccolta differenziata.
Quanto realizzato fin qui, tuttavia, ancora una volta testimonia la volontà delle famiglie di collaborare con impegno agli sforzi degli amministratori, per raggiungere insieme un obiettivo considerato comune, ossia la salvaguardia dell’ambiente.
Per questa ragione, per potenziare ulteriormente il progetto e raggiungere analoghi risultati, il comune retto da Girolamo Auricchio ha provveduto a far acquistare altre taniche per la raccolta dell’olio usato, da distribuire alle famiglie che, dopo averle riempite, le restituiscono agli operatori del servizio, di fatto tutelando l’ambiente.
Come è noto, il progetto per la raccolta degli oli esausti vegetali, parte dalla considerazione che una direttiva dell’Unione Europea informa che la quantità minima delle materie prime biologiche, sul mercato dei combustibili, deve essere aumentata, pertanto la produzione di combustibile ecologico derivato da oli esausti diventa sempre più importante.
La produzione di elettricità, inoltre, deve derivare anche da fonti di energia rinnovabili. Gli oli alimentari riciclati rappresentano una fonte di energia rinnovabile e sono quindi adatti per la produzione di elettricità.
È importante allora raccogliere l’olio usato, anche perché smaltirlo comporta notevoli problemi di inquinamento dei corsi d’acqua e del mare, e quindi danneggia l’ambiente, ma anche alle condutture delle case. Al contrario, il biodiesel derivante da olio esausto fa bene all’ambiente e alla salute dell’uomo. Da qui la necessità di attivare un sistema di recupero per gli oli esausti domestici, ancora una volta facendo leva sul gran senso di responsabilità che nutrono i bambini.
“Il risultato che oggi possiamo vantare – afferma il Sindaco, Girolamo Auricchio – è ancora una volta merito degli alunni che ci permettono di arrivare alle famiglie e che pertanto vanno premiati”. Non a caso si prevede come premio una gita scolastica in ambito regionale offerta dal comune di Roccadaspide.
come si vede che siamo insensibli all’ambiente,nessun commento inerente la raccolta degli oli esausti a roccadaspide
Hai ragione Mirco, l’ambiente viene considerato un optional, al calcio, al gossip TV, e al bestiario a seguire della nostra decadente società. Ci si frigge le patatine, ma può finire anche nel serbatoio dell’auto. Fantascienza? No, è il biodiesel. Lentamente sta prendendo piede anche in Italia (all’estero, specialmente in Francia e in Germania, è già una realtà consolidata) l’uso di questo carburante di origine vegetale, ottenuto dalla trasformazione dell’olio di colza, di girasole e di soia: 350 mila ettari coltivati con queste piante potrebbero garantire l’autonomia energetica ad oltre tre milioni di auto. Altamente biodegradabile, questo combustibile non produce biossido di zolfo e riduce del 50% i componenti incombusti e il particolato (tra cui l’ormai famoso PM 10, oggi al centro dell’attenzione per gli alti livelli di questo inquinante riscontrati a gennaio nelle grandi città di tutta Italia). Inoltre, il particolato emesso dal biodiesel è meno pericoloso rispetto a quello emesso dalla combustione del gasolio perché costituito da particelle più grosse e quindi meno inalabili. La sua lavorazione non crea infine scarti, perché la glicerina ottenuta dalla sua trasformazione viene poi utilizzata dall’industria farmaceutica e cosmetica. Impiegati in diverse applicazioni (secondo stime attendibili il 47% nell’autotrazione e in agricoltura, il 46% nell’industria, il 7% da marina e aviazione), gli oli lubrificanti, al momento in cui subiscono trasformazioni chimico-fisiche, diventano inadatti a svolgere le funzioni a cui sono chiamati, motivo per cui devono essere necessariamente sostituiti. Il decreto legislativo n. 95 del 27 gennaio 1992, I comma, dell’art. 1, definisce olio usato: “qualsiasi olio industriale o lubrificante, a base minerale o sintetica, divenuto improprio all’uso cui era inizialmente destinato, in particolare gli oli usati dei motori a combustione interna e dei sistemi di trasmissione, nonché gli oli minerali per macchinari, turbine o comandi idraulici e quelli contenuti nei filtri usati”.
L’olio usato è per la quasi totalità riutilizzabile, pur presentando caratteristiche differenti a seconda della sua provenienza: ad esempio, l’olio proveniente dall’autotrazione è utilizzabile per la produzione di basi lubrificanti rigenerate, è così anche quello proveniente dall’industria ma in percentuali minori. Se destinato alla rigenerazione, un chilogrammo e mezzo di olio usato produce un chilogrammo di base lubrificante di ottima qualità, oltre ad altri prodotti petroliferi (gasolio, combustibili, ecc.), piccole quantità di residui non inquinanti smaltiti nel rispetto delle norme ambientali.
Se eliminato in modo scorretto o impiegato in modo improprio, l’olio può trasformarsi in un potente agente inquinante. Secondo il decreto 95/92, “gli oli usati debbono essere eliminati evitando danni alla salute e all’ambiente”.
E’ quindi vietato:
a) qualsiasi scarico degli oli usati nelle acque interne di superficie, nelle acque sotterranee, nelle acque marine territoriali e nelle canalizzazioni;
b) qualsiasi deposito o scarico di oli usati che abbia effetti nocivi per il suolo, come pure qualsiasi scarico incontrollato di residui risultanti dal trattamento degli oli usati;
c) qualsiasi trattamento di oli usati che provochi un inquinamento dell’aria superiore al livello fissato dalle disposizioni vigenti. La legge, inoltre, stabilisce che “è fatto divieto ai consumatori di procedere alla diretta eliminazione degli oli usati”.
Quanto alle sanzioni, in caso di scarico degli oli usati delle acque interne di superficie e acque sotterranee, nelle acque marine territoriali e nelle canalizzazioni; di deposito e/o scarico di oli usati che abbiano effetti nocivi per il suolo, come pure qualsiasi scarico incontrollato di residui risultati dal trattamento degli oli usati, è previsto l’arresto sino a due anni o un’ammenda da 2.560 a 10.330 Euro.