Venerdì 19 luglio 2019, ore 9:30 commemorazione in ricordo del magistrato Paolo Borsellino assassinato da Cosa Nostra.
19 luglio 1992 / 19 luglio 2019, una commemorazione quella di Borsellino che assume un altissimo significato per Battipaglia sia per aver subito lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni camorristiche e sia per avere il più alto numero di beni confiscati alle organizzazioni criminali, ma si attende anche una chiusura delle indagini e sapere chi erano gli imprenditori, i politici, gli amministratori, i funzionari in odore di Camorra.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – L’Amministrazione Comunale di Battipaglia in collaborazione con il Coordinamento Territoriale Provinciale delle Associazioni Militari d’Arma, di Polizia, Storico Patriottiche e Servizi, la Sezione G. Palatucci dell’Anps di Campagna e l’associazione Operatori di Polizia in congedo di Battipaglia ha organizzato per venerdì 19 luglio 2019 alle ore 9:30 una cerimonia di commemorazione in Piazza Paolo Borsellino, in ricordo del magistrato Paolo Borsellino assassinato da Cosa Nostra insieme agli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
«Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo». Disse Paolo Borsellino a sottolineare come solo le giovani generazioni se si rifiuteranno e negheranno ogni rapporto con le Mafie potremmo prevalere in questa Guerra. A Battipaglia questa commemorazione assume un altissimo significato, specie dopo lo scioglimento “postumo” (essendosi autosciolto con 21 voti favorevoli tra cui anche quello della Sindaca di Battipaglia Cecilia Francese all’epoca all’opposizione di Giovanni Santomauro), del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche e un lungo commissariamento ordinario e straordinario (3 anni), e soprattutto perché Battipaglia, in Campania, risulta essere il Comune con il maggior numero di Beni confiscati alla criminalità organizzata. Purtroppo se il primo evento si è fragorosamente schiantato nell’oblio senza che le indagini si siano concluse e vieppiú senza vi siano procedimenti a carico di nessuno, il secondo caso da primato ci ricorda al contrario che la Camorra o le Camorre a Battipaglia ci sono e come, visto il numero di beni confiscati. Una distonia che da una parte ci dice come sia stato inopportuno quello scioglimento e dall’altra ci dice che non bisogna per questo abbassare la guardia, ma anche che questo falso o mancato obiettivo hanno rafforzato le Camorre ancora oggi I’m punite. A noi resta l’amaro in bocca e riformuliamo sempre le stesse domande:
Chi erano gli imprenditori, i politici, gli amministratori, i funzionari in odore di Camorra e quali gli appalti nei quali si era consolidato un sodalizio criminoso che hanno determinato lo scioglimento “postumo” del Consiglio comunale per infiltrazione mafiosa? Riusciremo ad avere una risposta?
E la commemorazione di Borsellino di venerdì prossimo 19 luglio 2019 ci riporta al 19 luglio del 1992, alle 16.58 del pomeriggio di quel giorno maledetto, quando dopo aver pranzato a Carini con la sua famiglia, Paolo Borsellino si recò “protetto” dalla sua scorta in via D’Amelio, laddove vivevano sua madre e sua sorella Rita. Era l’ora e il giorno della sua fine, quella che si aspettava e che più volte il Magistrato ne aveva anticipato l’esito ricordando ai suoi cari e a chi gli stava vicino come ad ucciderlo sarebbe stata la Mafia solo materialmente, ma quella “testa di Piovra“, che ahinoi ancora oggi combattiamo. Quella “Piovra” come egli aveva preannunciato seguendo alcune indagini, che si stava trasferendo al Nord, che si stava inserendo nella società del business e si stava introducendo negli ambienti economici del Nord, grazie anche all’aiuto che una parte di classe politica corrotta e asservita le offriva, a garanzia di una buona riuscita del disegno politico-economico-criminale che si era messo in atto e che purtroppo oggi ne viviamo le conseguenze.
Il 19 luglio del 1992 tritolo e ancora tritolo e l’Italia dopo aver assistito subendo ad un’amputazione dello Stato con l’uccisione di Giovanni Falcone a Capaci, subisce altro tritolo e un’altra amputazione a Via D’Amelio con l’uccisione di Paolo Borsellino a Palermo. E quel “lavoro” iniziato a Capaci, 57 giorni dopo fu completato a Palermo, e caddero i due simboli della lotta alla Mafia e le rispettive scorte che avrebbero dovuto difenderli. Era già tutto scritto, e Borsellino lo sapeva bene.
In quel 19 luglio del 1992 l’Italia, per quell’atto di guerra messo a segno da Cosa Nostra con 200 chili di tritolo contro il simbolo della guerra al potere della Mafia, l’Italia rimase sgomenta e silenziosa davanti alle immagini dell’autostrada squarciata che inghiottí Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta, quella stessa Italia restò ancor più sgomenta davanti alle edizioni straordinarie dei Tg che raccontavano, alla distanza di circa due mesi, l’ultimo atto di una violenta excalation che aveva come obiettivo una sfida sfacciata per mettere lo Stato in ginocchio.
Battipaglia, 17 luglio 2019