Anime a metà è il nuovo video musicale del poliedrico artista ebolitano Savi Galdi.
Un canto che attraverso la “sua” musica racconta in chiave artistica quel brivido che lo accompagna nella sua testa quando si immerge nelle sue composizioni e in Anime a metà si “confessa” e racconta come ci si allontani mentre invece ci si vorrebbe avvicinare e trovare l’altra propria metà.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Abbiamo ricevuto, e volentieri deroghiamo, pubblicando la lettera “aperta” che ci ha inviato il giovane artista ebolitano Savi Galdi che si sponsorizza e ci sottopone all’attenzione per la pubblicazione la sua fatica artistica, il suo ultimo video musik Anime a metà. POLITICAdeMENTE lo fa con piacere perché si tratta di un giovane e perché purtroppo i giovani hanno pochissime opportunità per dimostrare il loro valore, e il mondo artistico non si sottrae a questa sconvolgente verità, se non quello di lanciarsi sulla rete e affidarsi, oltre che alla loro bravura anche ad una buona dose di “culo”. Si proprio culo, perché dalle TV alle Radio le parentopoli dilagano a dismisura, figli, fratelli, amici, fidanzate e fidanzate, magari pure bravi, ma non di più di tanti, tantissimi altri giovani come il nostro Savi Galdi che, al contrario, devono farsi il mazzo e affidarsi al “culo”.
«Ciao, è così che si inizia un discorso confidenziale, e io voglio che questa sia una lettera aperta a chi sta leggendo e scopre cosa mi succede quando lavoro. – è così che inizia Salvatore (in arte Savi) Galdi che affida il suo sfogo ad una lettera aperta che pubblichiamo integralmente – Le cose accadono quando devono accadere. Io sento di scrivere appena sveglio, quando pranzo o mentre guido in macchina e fermo al semaforo mi lascio coinvolgere da ciò che mi circonda, quando immerso nel mio balcone curo le mie piante, sento l’ispirazione e lo stato d’animo spinge e allora butto subito giù delle idee, che siano guidate da sentimenti positivi o negativi ma che traggano comunque insegnamenti.
Lo Sfogo avviene con la Scrittura dove la penna non fa altro che liberare ogni singolo brivido che accompagnato dalla Musica che mi suona in testa non fa altro che disarmarmi e concedermi totalmente, facendo vivere a chi mi ascolta, non solo le mie emozioni, ma suscitare delle altre, nuove e personali facendo del mio viaggio il loro viaggio. Questo è quello che succede ogni volta che scrivo. – aggiunge Savi Galdi raccontando i suoi tuffarsi nella “sua” musica e nelle sue composizioni e racconta le sue emozioni quando fa prevalere il suo istinto musicale – Questo è quello che è successo scrivendo Anime a Metà. – e prosegue nel suo racconto anche intimo che lo ha ispirato nella composizione del brano Anime a Metà – Ho scritto questo brano un po’ di tempo fa mentre vivevo un attimo di attrito con una persona a me tanto cara, un misto tra dolore, amore, delusione e rabbia, ma alla base tanto affetto.
È un brano – si apre ancora il giovane artista ricordando le sofferenze e le privazioni che magari la distanza, l’orgoglio o il pregiudizio condizionano le relazioni, specie quelle sentimentali – che spiega un po’ cosa si sente quando due persone vorrebbero cercarsi, viversi ma per colpa di una delle due la relazione va avanti con fatica. La distanza gioca il suo ruolo, sentirsi diventa difficoltoso, viversi per metà non è mai abbastanza, ecco perché titolo /. – aggiunge Savi mettendo a “nudo” i suoi sentimenti ispiratori – È un racconto di sguardi, di complicità, di tenacia e di ricongiungimento. –
Lo sguardo è ciò che mi lega di più alle persone, è la chiave che mostra chi sei, subito, lo sguardo non mente. Le persone che hanno un legame forte con lo sguardo mettono in gioco la complicità e quando lo si abbassa c’è qualcosa che non va. – si confessa il giovane artista e compositore pensando a quello che spesso si frappone tra l’essere e il divenire – La mia voglia di capire il suo essere sfuggente e capire l’assenza, sempre piena di scuse e avvertivo il non rendersi conto della mia mano tesa.
La Lotta per la verità del rapporto e dell’appartenenza è come se si nuotasse sempre contro corrente, la fatica la si avverte se è solo uno a fare sforzi. – conclude la sua esposizione interiore l’artista Savi Galdi i quel divenire che fa emergere le sofferenze, ma che nel contempo alimenta anche la speranza che certo verranno tempi migliori e ognuno finisce poi per trovare la sua altra metà – Il ritrovarsi avviene in questa storia come è iniziata, uno sguardo ha sciolto ciò che di glaciale si era creato perché basato sulla verità e la voglia di ritornare ad essere un’ anima sola dopo essere stati tanto tempo delle singole metà».
Eboli, 16 luglio 2019