Dal rilievo dei dati Banca d’Italia sulle Costruzioni: Mezzogiorno al collasso. Cresce la forbice con il Centro-Nord.
Antonio Lombardi (FederCepi Costruzioni): «Occorre un programma di investimenti in opere pubbliche: basta con programmi, progetti e masterplan che restano sulla carta».
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – La Banca d’Italia ha pubblicato l’esito di una indagine sulle costruzioni e le opere pubbliche nel 2018, condotta su un campione di 564 imprese suddivise in due classi (da 10 a 49 addetti e con 50 addetti e oltre), operanti in quattro macroaree: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole.
Dall’approfondimento emerge un crescente gap tra il Mezzogiorno e le altre regioni italiane, sia sul fronte della produzione che dell’occupazione.
Lo studio ha preso a base di calcolo l’anno 2005, i cui dati sono stati presi a riferimento come valore-base 100.
Il valore della produzione nel settore delle costruzioni è passato, dal 2005 al 2018, a 63, registrando quindi una flessione di 37 punti. Un dato grave, che al Sud assume proporzioni allarmanti: lo scorso anno il valore della produzione si è infatti assestato a circa 55: 45 punti in meno rispetto al 2005, e 8 al di sotto del dato settoriale nazionale.
La flessione (nel settore in generale quanto specificamente al Sud) è stata pressoché costante dal 2005 ad oggi: lievissimi incrementi (dato generale delle costruzioni) fino al 2007 (praticamente irrilevante nel Sud), crollo inarrestabile fino al 2013, dato nuovamente negativo (ma flessione più contenuta) fino al 2015 (con il Sud in controtendenza, in leggerissima crescita tra il 2014 e il 2015), quindi nuovamente flessione dal 2015 al 2018.
L’analisi della Banca d’Italia si è focalizzata in particolare anche sulla produzione di opere pubbliche: in questo campo il gap del Mezzogiorno continua a dilatarsi. Il valore della produzione di opere pubbliche ha registrato, per il comparto in generale, un calo di 42 punti percentuali, con una flessione praticamente inarrestabile dal 2005 al 2018 (salvo una sostanziale “tenuta” degli investimenti tra il 2013 e il 2015). Al Sud la flessione nel medesimo periodo supera i 55 punti percentuali, 13 in più rispetto al dato nazionale del comparto.
Allarmanti anche i dati sull’occupazione, calata – nel solo settore delle costruzioni – di ben 35 punti tra il 2005 e il 2018. Al sud, sempre prendendo il 2005 a base di calcolo, il dato occupazionale chiude il confronto 2005-2018 con un -55% (ben venti punti in più rispetto al dato settoriale nazionale).
«L’indagine della Banca d’Italia conferma ancora una volta l’assoluta inesistenza di seri e strutturati programmi per il rilancio del Mezzogiorno – commenta il presidente di FederCepi Costruzioni, Antonio Lombardi – anzi appare evidente che negli ultimi quindici anni abbiamo assistito, nel settore delle costruzioni, ad una sostanziale divaricazione della forbice e quindi ad un peggioramento della situazione. Piani d’Azione, Programmi d’intervento, Masterplan, Progetti di rilancio, di cui tanto si è parlato in questi anni, alla luce di questi dati assumono una connotazione prettamente propagandistica e denunciano l’assoluta inconsistenza, se non l’inesistenza, delle azioni previste e promesse. L’edilizia, al Sud, sconta una crisi gravissima che non è affatto terminata ed anzi si aggrava di anno in anno. È tempo che la politica torni ad una dimensione di serietà e concretezza: Decreto Crescita, Sblocca Cantieri ed interventi similari non rispondono alle reali esigenze del territorio e del settore. Occorre, per il Mezzogiorno, un serio e concreto programma di investimenti infrastrutturali, un rilancio delle opere pubbliche e, più in generale, un organico disegno di snellimento delle procedure e della burocrazia. Ben venga, se risponde a queste finalità, il progetto di ridisegno e riscrittura del Codice degli appalti, che non ha risposto efficacemente alle aspettative. Purché però lo si faccia presto».
Salerno, 8 luglio 2019