Gambino sventa il “Colpo di Comune”, si riprende Pagani

Sventato a Pagani il “Colpo di Comune”. Gambino si difende, va avanti, stoppati “mandanti” ed “esecutori”.

Il provvedimento “indicativo” eseguito per conto terzi dal Segretario generale: Una “Prefettata”. La macchina del giustizialismo e delle “distrazioni” istituzionale, tra date, cavilli e “azzeccacarbuglismi” si è arenata e da ora la partita è tutta amministrativa. Ma chi doveva vigilare e controllare liste e candidati?

Consiglio comunale Pagani
Consiglio comunale Pagani

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

PAGANIAlberico Gambino “forza” il blocco “para istituzionale”, che lo sospendeva e lo dichiarava incompatibile alla Carica di Sindaco, con un provvedimento “indicativo” del Prefettura di Salerno che, conto terzi, affidava al Segretario Generale del Comune di Pagani la comunicazione di incandidabilita’ e la conseguente nullità degli atti prodotti, ancor prima che avvenisse la seduta di convalida degli eletti, circostanza che compete solo alla massima assise cittadina, si insedia e con una serie di provvedimenti ed un bel po’ di trambusto “sventa” quello che sembrerebbe una sorta di “colpo di Stato” o meglio “colpo di Comune” che mirava ad annullare il voto e a defenestrare Gambino.

La questione sta tutta in un ricorso presentato in Cassazione dall’avvocato Lorenzo Lentini che spiega i motivi quanto mai assurdi di una vicenda che fa scempio del diritto e invece sguazza nei meandri di interpretazioni “azzeccacarbugliesche” fatte di date, di punti, di virgole, di interpretazioni di leggi e di sentenze, che nascondono un bel po’ di responsabilità e colpe, ove mai l’orientamento della Prefettura dovesse essere quello giusto. E se appunto quell’orientamento è giusto, perché la Prefettura si è limitata a trasmettere al Segretario Carbutti, un “invito”, così come le è pervenuto, piuttosto che esercitare i suoi poteri e perché (pilatescamente) il Prefetto ha delegato un suo vice che a sua volta ha demandato la “palla” al Segretario generale del Comune di Pagani Carbutti e non ha emesso un suo provvedimento? Sono domande che pretendono risposte ma che Lentini nel suo ricorso esemplarmente respinge:

Abbiamo fatto ricorso in Cassazione ritenendo che non sussistono i presupposti per l’incandidabilità di Gambino. – Dice l’avv. del neo-sindaco di Pagani Lorenzo Lentini, – “La tesi accusatoria alla base della sentenza della Cassazione – spiega ancora Lentini – era data da fatti di rilevanza penale, fatti che hanno portato ad una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste. Se non sussiste il fatto sul piano penale non capiamo come possa sussistere sul piano dell’incandidabilità. Speriamo che il risultato popolare non venga cancellato. Il popolo di Pagani ha fortemente voluto e creduto nell’elezione di Gambino”.

Ma indipendentemente dalle riflessioni che Lentini pone alla base del ricorso, a chi spetta controllare e definire l’incandidabilita’? E a chi spetta verificare una volta eletto il consiglio comunale i motivi di eleggibilità e i compatibilità? Vi sono responsabilità della Prefettura, del Segretario Generale, della commissione mandamentale elettorale e di tutti quegli organi superiori di controllo della liceità degli atti relativamente alle candidature e alla presentazione delle liste?

Ma se non vi fosse stato il ricorso presentato dall’ex Sindaco di Pagani Bottone, che magistralmente nella lettera prefettizia non si fa a cenno a date e protocolli, ci sarebbe stato quel parere “motivato” del Ministero dell’Interno che poi a sua volta il vice prefetto Forlenza ha inviato alla segreteria generale del Comune, sebbene questi non avesse alcun effetto sulla permanenza in carica del Sindaco Gambino e della Giunta almeno fino a quando non vi fosse un provvedimento vero e proprio del Prefetto?

Quella sequenza di atti è sembrata più che un provvedimento definito, una sorta di “avvertimento” e per certi versi “intimidatorio” nei confronti della massima assise, in attesa di una sua pronuncia sulla incompatibilità e ineleggibilità e non sulla incandidabilita’, vieppiú almeno fino a che la Prefettura non interviene con un suo provvedimento che evidentemente doveva basarsi su due atti successivi alla data del 9 giugno (uno dell’11 e l’altro del 13 giugno u.s. richiamati nella nota prefettizia), data che registrava il risultato elettorale che assegnava nel turno di ballottaggio la vittoria ad Alberico Gambino.

Nei giorni scorsi a parlare di “macroscopica violazione della Democrazia“, è di “vulnus democratico” quel “Colpo di Comune” che abbiamo indicato” è stato l’on Edmondo Cirielli preannunciando una interrogazione urgente al Ministro dell’interno: “Presenterò un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno Matteo Salvini, sollecitando un intervento sul caso della decadenza di Gambino dalla carica di sindaco di Pagani. – ha dichiarato Cirielli, parlamentare e leader regionale di FdI che aggiunge – La decadenza del sindaco Gambino, eletto il 9 giugno scorso, è stata decisa sulla base dell’interpretazione di una norma sull’incandidabilità.

Interpretazione che non può ledere la volontà popolare, che il 9 giugno si è espressa eleggendo sindaco e consiglio comunale – spiega e conclude Cirielli – La candidatura di Gambino era stata accettata dallo stesso Stato che oggi ne dichiara decadenza. Siamo in presenza di un pericoloso vulnus democratico. Gli uffici del Ministero, evidentemente ancora politicamente vicini al Pd, avrebbero dovuto salvare almeno giunta e consiglio, eletti dal popolo, garantendo il principio democratico”.

Ha ragione Cirielli, ma la vera ragione ce l’ha proprio Gambino che ieri ha sventato un’operazione “border leges” indirizzando la vicenda in un altro alveo, quello della giustizia amministrativa. Proseguendo nelle funzioni, e allontanando il “Segretario” (esecutore), Gambino ha intenzione di completare tutti i passi, ivi compreso quello della nomina della Giunta, procedere alle eventuali surroghe e via discorrendo, proprio quello che la “Prefettata” non voleva, e costringerà i suoi oppositori a presentare ricorso al TAR, al giudice amministrativo, il tribunale giusto, e se qualcuno volesse andare in Procura vada per “costituirsi” poiché esiste anche la “culpa in vigilando” sempre che ogni interpretazione calzi al caso specifico di Gambino nato a seguito di quella famosa sentenza della Cassazione che ha respinto il ricorso del neo-primo cittadino contro la sentenza della Corte d’Appello di Salerno che aveva confermato la sua incandidabilità in relazione alla vicenda dello scioglimento del Consiglio per infiltrazioni camorristiche. Così come afferma lo stesso Lentini dal momento che La tesi accusatoria alla base della sentenza della Cassazione era data da fatti di rilevanza penale, fatti che hanno portato ad una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste“. E se appunto è caduto il fatto penale perché mai resterebbe in piedi nelle vicende civili e amministrative?

Nel mentre si immagina il futuro prossimo della Città di Pagani e quello che attende Gambino, noi attendiamo i prossimi sviluppi convinti come siamo che tutto il caso sia qualcosa di simile ad una “furbata”.

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Pagani, 01 luglio 2019

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