Il partito del Bes contro quello dello Spread: Ecco il Piano per l’Italia del PD di Zingaretti.
Le nostre tre proposte rispondono all’idea di una politica economica e sociale che mette al centro le ansie e le inquietudini di Main Street, di persone e famiglie comuni, che persegue riequilibrio, redistribuzione di ricchezza e opportunità verso le fasce più svantaggiate, senza mettere a rischio l’equilibrio dei conti pubblici.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo da AreaDem, un intervento dell’On. Marina Sereni che prendendo spunto dalle pagine del Corriere della Sera e da Dario di Vico, fa una riflessione su quanto poco nella campagna elettorale in corso stiano pesando i temi dell’economia, attribuendo in particolare ai continui litigi delle forze di maggioranza una sorta di anestesia sulle vere priorità del Paese. Conclude che purtroppo in Italia non c’è un “partito del Pil” capace di rispondere contemporaneamente alle preoccupazioni di “Main Street”, le persone e le famiglie inquiete per l’occupazione dei propri figli, per il lavoro messo in discussione dal progresso tecnologico, per la tutela dei risparmi, e a quelle di “Wall Street”, per la crescita, la stabilità e la tenuta dei conti pubblici.
Poco più avanti lo stesso giornale – rileva la Sereni – pubblica una bella intervista a Paolo Gentiloni in cui, pur senza entrare nei dettagli, il Presidente del PD illustra le misure presentate ieri dal segretario Nicola Zingaretti come il primo tassello del nostro “Piano per l’Italia”:
- meno tasse sul lavoro, per dare a venti milioni di lavoratori dipendenti uno “stipendio” in più all’anno;
- un fondo verde di 50 miliardi, per investimenti e incentivi a tutta una serie di misure che avvicinano l’Italia agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile;
- zero spese per l’istruzione, dagli asili nido all’università, per le famiglie con redditi bassi.
Siamo dunque noi il “partito del Pil” che Di Vico auspica? – chiede e si chiede la Sereni all’articolista del Corriere della Sera – Forse siamo, o meglio stiamo lavorando per essere qualcosa di più e di meglio,
il “Partito del Bes”, del Benessere Equo e Sostenibile.
Le nostre tre proposte – aggiunge ancora l’esponente politica Dem – rispondono all’idea di una politica economica e sociale che mette al centro le ansie e le inquietudini di Main Street, delle persone e delle famiglie comuni, che persegue un riequilibrio, una redistribuzione di ricchezza e opportunità verso le fasce più svantaggiate, senza mettere a rischio l’equilibrio dei conti pubblici, recuperando anzi credibilità per rassicurare anche il mondo dei mercati finanziari, operazione necessaria per un grande Paese molto indebitato come il nostro.
Le nostre proposte indicano una politica della crescita – dunque del Pil scrive ancora la Sereni – che non sia indifferente verso l’emergenza dei cambiamenti climatici e verso la sfida dell’innovazione. La salvaguardia del pianeta da un lato, un debito che abbiamo verso le future generazioni, e la possibilità di creare nuove opportunità di lavoro nella green economy sono parte di una visione nuova della crescita che ormai sta coinvolgendo sempre più le imprese, la finanza, le comunità locali, i singoli individui nelle scelte quotidiane. Il PD, il campo progressista e democratico che abbiamo cominciato a costruire con la lista unitaria per il Parlamento europeo, si candidano dunque ad essere il partito del Benessere Equo e Sostenibile contro il partito della Decrescita e dello Spread.
In questi mesi il governo giallo-verde ha usato il potere per fare molta propaganda. Il bilancio negativo delle loro azioni sarà ancora più chiaro e drammatico quando si dovrà affrontare davvero la manovra di bilancio per il prossimo anno. Intanto però le sparate di Salvini su debito e deficit, e il teatrino conseguente dei 5S, stanno lì a dimostrare l’inaffidabilità e l’irresponsabilità di questi personaggi: lo spread schizza in alto, l’incertezza aumenta, il costo del debito sale, imprese e famiglie pagano il conto sui mutui.
Ecco perché negli ultimi dieci giorni di questa campagna elettorale è indispensabile accendere un riflettore sull’economia, raccontare le nostre proposte ai cittadini che incontriamo, far cogliere il nesso tra l’Europa delle persone e del lavoro che vogliamo e il futuro dell’Italia. C’è un’Italia di persone che faticano a vedere la strada per migliorare la loro vita, ci sono tanti giovani che sono precari e non hanno abbastanza strumenti per costruirsi un futuro, il nostro Paese è isolato e la nostra economia è ferma per colpa di questo governo. Abbiamo capito che dobbiamo stare molto di più a fianco di chi ha più difficoltà, abbiamo lanciato proposte che indicano una strada nuova anche rispetto ad alcune scelte che noi abbiamo fatto in passato. – conclude Marina Sereni – Chiediamo a tutti quelli che pensano che la faccia feroce e gli slogan sguaiati di Salvini non siano la soluzione per i problemi reali dell’Italia e dell’Europa di darci la forza per costruire un’alternativa forte e credibile.
Roma, 17 maggio 2019
Ora se ne ricordano, prima pensavano alla finanza ue e ai suoi simili italiani.