Eboli celebra il 74° Anniversario della Liberazione dal Nazi-fascismo: Il Sindaco Cariello ha deposto una corona d’alloro.
Il 25 Aprile del 1945 l’Italia devastata dalla guerra riconquistava libertà e democrazia, grazie alle forze sane del Paese. Le autorità civili, militari e dell’associazionismo, hanno partecipato alla cerimonia commemorativa in Piazza della Repubblica. Il Sindaco Cariello: ”Celebriamo insieme questa giornata ed il suo alto significato, onorando la memoria e il sacrificio di chi la rese possibile!”
di Marco Naponiello per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il 25 aprile è la festa della democrazia italiana e della libertà dai totalitarismi e nonostante continui ad essere motivo ancor’oggi dopo quasi tre quarti di secolo di scontro ideologico, il suo valore unitario di riconciliazione popolare è oramai dato acquisito. Difatti con la fine della guerra civile e l’entrata in un periodo di pace e di prosperità tra le nazioni del consesso civile internazionale, l’Italia per mezzo della Democrazia e grazie sopratutto alle forze migliori della nazione, ha vissuto decenni di crescita economica e sociale.
Anche quest’anno il primo cittadino della città di Eboli, Massimo Cariello, per l’ennesima volta ha deposto, dopo una solenne cerimonia laica la cui liturgia per il suo 4^ anno consecutivo di mandato è iniziata alle 11.00 in punto, una corona d’alloro al monumento dei caduti in Piazza della Repubblica, in un assolato giovedì di fine aprile. Egli insieme alla Giunta di governo cittadino, è stato accolto da una miriade di ebolitani associazioni di rappresentanti delle forze dell’ordine in congedo, ex combattenti, volontari, ed altre autorità politiche e militari del territorio.
Il ruolo dello speaker è stato svolto da Antonio Elia, giornalista e membro dello staff del Sindaco, il quale dopo un breve excursus storico, ha elencatole autorità presenti nell’agorà eburina:” Assessori e consiglieri della città di Eboli, il Presidente del Consiglio Fausto Vecchio,la figlia di Carmine Calo, Elvira (Colonnello dell’esercito Trucidato in Afganistan oltre 20 anni orsono), Vincenzo Giudice (Mar. Magg. GdF, trucidato nel ’44 dalle SS, in sua vece la nipote Fernanda), e a seguire una pletora di autorità militari e di Polizia del territorio, Rotary e Lions club insieme alla Protezione civile, agli Ispettori ambientali, VV.FF. ed una miriade di associazioni nazionali di congedati delle varie armi, senza dimenticarsi della banda musicale cittadina.
Cariello, dopo la deposizione della corona di alloro e l’esecuzione del “Silenzio”, con parole misurate e conciliative riesce a rappresentare quelli che sono i veri sentimenti degli uomini democratici, ed è la migliore risposta che si poteva dare a coloro che a tutt’oggi creano confusione tra chi stesse nella parte giusta e chi da quella sbagliata, in una ecumenica riappacificazione nazionale: “Oggi siamo qui nella nostra amata Piazza della Repubblica, sempre il cuore pulsante della vita della nostra comunità ebolitana, per celebrare una data fondamentale della storia civile e democratica di quella comunità molto più grande alla quale possiamo dire con fierezza e l’orgoglio di appartenere: quella italiana. Una comunità che oggi ha il privilegio di vivere in un Paese che diventa democratico con le idee e la determinazione, con il sacrificio di quanti hanno dato anche la propria vita affinché questo sia accaduto in un giorno di primavera di 74 anni fa, in cui l’Italia uscì dalla guerra: dall’oppressione nazifascista; l’Italia di allora era una nazione provata, profondamente segnata dagli orrori dalle tragedie della guerra, sopravvissuta e rinata nell’unità d’intenti, di uomini e donne provenienti da culture politiche diverse, nel nome del bene collettivo chiamato Democrazia!”
Il primo cittadino evidenzia che dalle differenze è nata la Repubblica e la Costituzione italiana, una ricorrenza che è pietra miliare della storia patria e dunque una celebrazione irrinunciabile, di riconquistata libertà e di speranza, citando l’ex presidente Sandro Pertini, da attivarsi ogni giorno e non in mere enunciazioni di buoni propositi, che vanno difesi quotidianamente, anche a costo della vita, vivificandosi tali sommi ideali in tre momenti diversi, tre nostri eroi: “Parlo del Generale Ferrante Gonzaga, che preferì la morte nell’operazione di disarmo che i tedeschi stavano attuando sul nostro territorio l’ 8 settembre del 1943, e del Maresciallo della Guardia di Finanza, Vincenzo Giudice, che si offri alle squadre speciali naziste, per cercare di tentare di salvare la vita ai civili, o al Colonnello Carmine Calò, che trovo la morte in Afganistan, per difendere il valore della vita e della democrazia!”
Il Sindaco Massimo Cariello, ha terminato sottolineato anche: “Il rischio di poter perdere questa libertà nel nostro oggi, dove si moltiplicano sempre nuove e più pericolose insidie per la Democrazia: la corruzione, la crisi economica e sociale, il terrorismo; ecco perché questo 74esimo anniversario della Liberazione serve per ricordare il passato, e lavorare per il futuro, rinnovandone la memoria e confermare l’impegno a favore della nostra amata Italia, in cui la libertà dell’uomo di determinarsi senza altre imposizioni, che non sia soltanto quella scaturita dalla scelta libera di ciascuno, dalla propria coscienza civile e morale, dove la libertà sia un ideale da preservare e difendere sempre. Da questo discende il rispetto di essa come di noi stessi, di ciò che siamo e di ciò che siamo stati: Viva, il 25 aprile Viva l’Italia, Viva la nostra amata città di Eboli, Grazie!”
L’esecuzione dell’Inno nazionale in appendice dell’evento, ha commosso i cuori degli astanti in un ultimo caloroso pensiero, prima dello sciogliersi della civica riunione.
Eboli 26 aprile 2019
Mi scusino lor signori, ma ahimè sire che stiamo in democrazia è inappropriato, a me sembra come l’unità d’Italia dai Borboni passiamo ai Savoia e la musica ,la stessa ,peggiorò addirittura. Dai tedeschi coni fascisti siamo passati alla democrazia parola demagogica paragonata alla storia dei giorni che precedono il 25 aprile del 1945 ad oggi .l’interpretazione storica la fanno i vincitori ,ma la realtà è ben diversa. io non mi paragono a mio padre che fu chiamato in guerra nel 1943 e dopo appena due mesi prigioniero dei tedeschi per due anni ignaro di tutto.Dire che gli9 alleati ci hanno liberato gratuitamente è follia pura oggi abbiamo ancora debiti nei loro confronti . Eboli fu quasi rasa al suolo senza motivo sol perche era municipale fascista. oggi paragonare e affiancare i martiri della seconda guerra mondiale ai mercenari volontari pagati fior di quattrini è un’idiozia.Come cariello e tanti primi cittadini fanno parate il 25 aprile senza saperne il vero significato è un’idiozia. Insegniamo ai giovani il vero significato di Libertà e Democrazia .Non spariamo cazzate senza conoscere la storia , essa non è fatta solo di date ,eventi e personaggi ma di ben altro i valori li dimentichiamo ecco perche moggi ci sono ancora giovani che inneggiano al fascio ,diventano razzisti contro gli ebrei perche tutti gli eventi storici dal 1945 ad oggi hanno scoraggiato le nuove generazioni ad allontanarsi dalla dittatura dalla violenza perche essi sono stati alimentati quotidianamente da bugie , falsità e manipolazione medianica. BASTA insegniamo ai nostri figli la veirta con l’esempio quotidiano. Non basta mettersi una fascia tricolore e fare un saluto davanti a una corona di alloro pensando ad altro. Attenti a quello che diciamo ne pagano le nostre nuove generazioni.
Unica testata giornalistica a testimoniare questo evento di alto valore istituzionale
Bravi.