ROMA – 8 mld di $ al nucleare, è il segno del “ripensamento” rispetto alle energie rinnovabili.
Ma i reattori al mondo da sostituire sono 80 e quelli in costruzione 35.
ROMA – Nella Naturalis Historia, Plinio il Vecchio cita la locuzione latina “Sutor ne ultra crepidam” che alla buona vuol dire “ciabattino non andare oltre le scarpe”. Una locuzione che può adattarsi in Italia al dibattito sul nucleare. IL Nobel Carlo Rubbia nemmeno coinvolto mentre Obama all’energia ha nominato il nobel per la fisica, Steven Chu. Normale nel Paese dove a un grandissimo matematico come Enriques fu intimato da Croce a “occuparsi di matematica”. E chi sarà Tullio Levi-Civita che fornì il linguaggio alla teoria della Relatività (Einstein lo ringraziò per aver corretto un errore importante nella elaborazione della Teoria).
Importanti sono invece le posizioni espresse sull’argomento, da economisti ambientali, filosofi manager e luminari vari. La decisione di Obama di destinare 8 mld di $ al nucleare, immediatamente interpretata come segno del “ripensamento” rispetto alle energie rinnovabili. Gli Stati Uniti hanno il più elevato numero di reattori (104) e la più elevata potenza nucleare installata (99 milioni di kw).
La Nuclear Project 2002 e la Energy Policy Act del 2005 miravano all’obiettivo di disporre di energia sicura, accessibile e affidabile. Queste leggi garantivano a chi investiva nel nucleare rapidi procedimenti autorizzativi , incentivi per miliardi di dollari, sostanziose agevolazioni fiscali. Un totale di 18,5 miliardi di dollari.
Le prime 6 centrali fruivano di un credito d’imposta pari a 1,8 centesimi di dollaro per ogni Kwh prodotto. Addirittura modificata la legge Price Anderson Act che costituiva il quadro legislativo di riferimento per la creazione dei fondi di assicurazione dell’industria estesa al 2020.Le manifestazioni d’interesse pur in presenza di tali condizioni , sono state pochissime.
Gli Stati Uniti hanno la grande esigenza di programmare entro il 2020, la sostituzione dei 104 reattori! Considerato il tempo di costruzione di una centrale, per raggiungere l’obiettivo dovrebbero realizzare una centrale ogni 5 mesi. Si badi bene che solo attraverso l’allungamento della la vita media dei reattori da 40 anni a 60 anni si è attenuata la obbligata dinamica sostitutiva.
Nei prossimi 30 anni si perderanno nel mondo mediamente 13 milioni di Kw all’anno e sarà impossibile rimpiazzare la potenza nucleare esistente IAEA (International Atomic Energy Agency) negli scenari al 2030 , prevede una riduzione dell’elettro nucleare dal 15% al 9%. In Francia nei prossimi 20 anni la potenza nucleare è prevista diminuire da 63 milioni di Kw a 55(Commissariat al’energiè atomique 2006).
Gli Stati Uniti inoltre hanno il problema di riequilibrare il loro patologico debito aggregato, attraverso un incremento delle riesportazione ha dato “ulteriori spiccioli” al nucleare (quesi nulla rispetto ai 100 miliardi di dollari per le rinnovabili), per appoggiare l’industria nazionale nella competizione con i reattori EPR e CANDU e per giocare la grande partita in Congresso del Climate Bill.
Il Piano francese porterà nel 2020 a coprire il 23% dei consumi finali di energia, moltiplicando per 400 la potenza fotovoltaica, per dieci quella eolica , per sei la geotermia e per due quella derivante da biomassa. In Gran Bretagna dal 2016 tutte le nuove costruzioni dovranno essere a emissione di carbonio nulla.
In Italia si va in visibilio per gli spiccioli di Obama al nucleare ma si evita di dire che i reattori al mondo da sostituire sono 80 e quelli in costruzione 35! Noi che abbiamo il vizio della memoria, ricordiamo l’esplosione dell’impianto di riprocessamento di Chelyabinsk (URSS), la perdita dell’impianto di stoccaggio di Hanford (USA), i riversamenti in oceano dell’impianto di riprocessamento di Sellafield(GB) e infine nel novembre scorso la fuga di radioattività nella centrale di ccon l’evacuazione di 150 dipendenti come riportato sul New York Daily News. Propaganda, lobbysmo e neolisenkismo stanno pregiudicando il futuro energetico del nosto Paese.
di Erasmo Venosi
da Terra
Energia nucleare, pro e contro
Ci sono argomenti pro e contro l’energia nucleare. Una valutazione razionale non gioca a suo favore, esistono fonti energetiche meno costose e meno problematiche.
Con una certa regolarità salta fuori la voglia di energia nucleare: risolverebbe il pericolo “blackout”, renderebbe il paese meno dipendente da importazioni di petrolio e carbone, potrebbe far scendere il prezzo dell’elettricità, le centrali nucleari, se gestite in maniera corretta, non sono inquinanti e meno pericolose delle grandi dighe. Questi gli argomenti.
Nella realtà sorgono tanti intoppi: dalla progettazione all’avvio di un nuovo impianto nucleare passano sette/otto anni, il tempo che ci vorrebbe per trovare un sito adatto e non contestato dagli abitanti resta un interrogativo. Quindi niente soluzione tempestosa dei problemi attuali. I costi di un nuovo impianto nucleare sono molto alti, per quello che sta sorgendo in Finlandia si parla di tre miliardi di Euro. Molto costoso e completamente irrisolto il problema delle scorie. Cosa farne, dove metterli? Un nuovo decreto legge permette l’esportazione, ma gli altri paesi hanno gli stessi problemi e per legge non importano più scorie. Se, inoltre, si considerano i sussidi che hanno ricevuto le imprese per ricerca e sviluppo nel campo dell’energia nucleare, questa tecnologia è da considerare molto cara: nell’ultimo programma quadro per la ricerca europea, le nucleari hanno ricevuto più di 1,2 miliardi di euro, mentre le energie rinnovabili solo 390 milioni di euro. A questo ci sono da aggiungere i prestiti stanziati nel quadro del trattato Euratom, per un totale di 3,2 miliardi di euro dal 1977, fa i conti Greenpeace.
Questi aiuti sono andati a scapito delle fonti rinnovabili, come il solare che nel paese del sole stenta a decollare. Lo stesso vale per l’eolico. Ambedue queste tecnologie hanno un loro impatto sull’ambiente, ma è un’impatto prevedibile, calcolabile e meno costoso del nucleare. Le fonti, sole e vento, sono inesauribili, investendo nella ricerca e migliorando le tecnologie si può aumentare la resa e diminuire l’impatto ambientale. Si pone la domanda: perché optare per una soluzione (che è sempre parziale) problematica e costosa, se esistono delle possibilità più facilmente “digeribili”?
Il problema, ricordo, è nato con il “referendum abrogativo sul nucleare del 8 e 9 novembre del 1987.
Votai per il no ma nei tre referendum vinsereo i si. ( In tutti e tre i quesiti referendari i SI superarono il 70 %.
completo il commento di cui sopra:
Ripeto i consensi superarono il 70 % .All’ atto pratico, con le tre domande si domandava di cancellare alcune disposizioni di legge concepite per rendere più facili e rapidi gli insediamenti energetici: la prima era stata creata per evitare che il sindaco di un piccolo paese di duemila abitanti dove era previsto l’insediamento di una centrale nucleare potesse opporsi ad oltranza, mentre la seconda era la cosiddetta “monetizzazione del rischio” per i comuni che ospitavano impianti di produzione di energia (non necessariamente nucleari, ma anche a carbone). ma non fu chiesto agli italiani. Tuttavia i referendum, così come erano stati formulati, non permisero agli italiani di esprimersi anche su un altro quesito: se permettere di comprare o meno energia elettrica prodotta da centrali nucleari all’ estero. Ecco perchè ancora oggi l’ Italia può comprare energia nucleare dalla Francia.
E ricorrdo che i Paesi oltr’Alpi hanno molte Centrali vicine ai nostri confini. Attendo commenti.
La sinistra del mondo intero si indigna:: Obama traditore! Un “dramma greco” si è perpetrato in USA; il Presidente aveva sbloccato i fondi per costruire 2 centrali nucleari in Georgia, dopo 30 anni. Lo stratagemma grave è ,come rena nell’ottica della real-politik,giustificata per favorire la riduzione dei gas serra, come previsto dal famoso Protocollo di Kyoto; strumentalizzato ai bisogni accessori e momentanei dei Signori del Pianeta.Gli USA non hanno voluto “promulgare” Kyoto , nel loro Paese, ritenendolo pernicioso agli interessi economici LORO., visione Bush; che molto pragmaticamente, le nuove leve democratiche,si sono impegnati a combattere l’aumento dei gas serra , “more maiorum” secondo i canoni teo-con, della deregulation spietata in campo economico(quella che per inciso ha creato la crisi/truffa globale con i titoli tossici) invece di impegnarsi sulle riforme dettate dal “Carta” di Kioto.
Come-back al dietrofront di Obama,: Il “commander in chief” ha chiarito che si aspetta sia opinioni favorevoli ma pure forti critiche,e mi sembra apodittico, ma le opinioni contrastanti, testualmente “non possono impedirci di fare passi avanti”. Rincarando con cinismo, da uomo di già navigato a simili tematiche, che condizionano vari interessi del pianeta cioe degli States,, affermando che la diatriba destra vs sinistra come ambientalisti ed imprenditori vada SUPERATA.. Una presa di posizione SCONCERTANTE!!
OBAMA, NEI FATTI HA DELUSO TUTTI COLORO CHE CREDAVANO IN LUI. COME UN POLITICO ILLUMINATO ALLA SAGEZZA AMBIENTALISTA ED ANTI-VANEFICA, CUI SI DEVE, GIOCO FORZA, ADEGUARE UNA COLLETTIVITA’ MONDIALE SOMMERSA DA “RIFIUTI” D’OGNI SORTA!: Una pia illusione, che forse ad oggi non potrebbe vivificarsi, dato che le forze energetiche rinnovabili,SEMBRANO ,non possedere una autonomia come le classiche, e dunque devono eser viste in una veste di SUSSIDIARIETA’. Finché non si troverà qualcosa di nuovo, o ci sia la volonta’ politica ed economica di attuarle volenti o nolenti, gli idrocarburi, il carbone ed il nucleare sono scelte dalle quali non si può prescindere, RESTEREMO SCHIAVI DELLE MAJORS DELL’ENERGIA, E PER QUANTO TEMPO E A CHE COSTI?. Il nucleare, MA SARA’ VERO? SEMBRA la sola scelta che permette una reale diminuzione dei gas serra come la Francia che, con le sue 56 centrali, è l’unico Nazione che è riuscita a rispettare i vincoli del Protocollo di Kyoto.
Lascia estremamente sbigottiti il titolo con cui un noto giornale economico qualche tempo fa riportava la notizia e che, non è chiaro su quali basi scientifiche, parla di “Nucleare Verde”! Vedremo i politici progressisti europei come si comporteranno!
Ed ancora:
Riguardo il nucleare, subito ci vengono in mente le centrali, dimenticandoci che il nucleare è un sistema, che nasce dall’estrazione di uranio nelle miniere, passa per gli impianti di arricchimento del combustibile, c’è la centrale con 1 o più reattori, e continua con lo stoccaggio delle scorie; e quando finisce? Mai, lo stoccaggio delle scorie, che viene chiamato in modo fuorviante smaltimento, dura dai 300 anni al milione di anni (controllare per credere). In Italia poi, ve lo immaginate delle ecoballe radioattive?
Ognuna di queste fasi ha tanti aspetti negativi, che da solo ci convince dell’assurdità del sistema nucleare.
Estrazione: è chiaro che estrarre uranio non è un’attività molto salubre per la radioattività del materiale e l’inalazione delle polveri.
Arricchimento: in appositi impianti, pericolosi quanto o più della centrale stessa.
Centrale nucleare: non occorre dilungarci sui pericoli della centrale.Il fatto che ci dicono che sono di terza generazione cambia ben poco rispetto a quelle di seconda:”Viene denominato reattore nucleare di III generazione un reattore nucleare di potenza che incorpori sviluppi delle tecnologie della “seconda generazione” (la stragrande maggioranza di quelli attualmente in funzione), con miglioramenti “evolutivi” nel disegno, ma senza innovazioni sostanziali sui principi di funzionamento”(Wikipedia)
Stoccaggio scorie: in nessun posto al mondo c’è un sito definitivo e sicuro per le scorie, la possibilità di contaminazioni hanno conseguenze nefande.
Si consideri inoltre 3 fattori:
antieconomicità del nucleare, se si consideri tutto il ciclo completo, nessuno ha fatto mai un bilancio definitivo del costo perché con le scorie il ciclo non ha termine;
pericolosità del nucleare di fronte ad atti terroristici: problema che negli anni 50-60-70 non si pensava, Lo stesso presidente Carter ha affermato: “qualsiasi centrale nucleare è in sè “proliferante””;
immoralità della scelta nucleare perché si vincolano le generazioni future e i siti prescelti ad una nostra scelta, a breve termine (la centrale non si può smantellare dall’oggi al domani) e a lunghissimo termine, imponiamo ai nostri pronipoti di caricarsi l’onere della loro custodia;
antidemocraticità della scelta nucleare: dipendiamo sempre da una fonte di energia centralizzata, pubblica o privata.
Ci vengono poi ripetuti quattro ritornelli che sono ambigui:
1. Il nucleare è a basso costo, è vero solo se esista “qualcuno” disposto a costruire tutto “il sistema” e soprattutto ad occuparsi delle scorie
2.è “pulito”, sì è vero nel senso che è “carbon free” ma dire che le scorie sono pulite mi sembra un assurdità, poi solo nella fase della centrale non si produce Co2 ma in tutte le altre sì, anzi solo la fase estrattiva produce CO2, come da studio effettuato, quanto una centrale a gas e inoltre, già questa fase c’è un enorme spreco di acqua.
3. Ci renderà indipendenti energeticamente, falso perchè non abbiamo miniere di uranio da ex colonie, non abbiamo impianti di arricchimento e quindi dipenderemo da altri stati e dovremo pagarlo al loro prezzo, l’uranio nel giro di pochi anni ha decuplicato la sua valutazione ed è destinato ad esaurirsi prima della fine di vita attiva delle centrali in costruzione oggi.
4. Consentirà di abbattere i costi della bolletta energetica italiana, attenzione di quella italiana non delle nostre, anzi proprio le nostre bollette saliranno perchè è chiaro che i costi verranno sostenuti dallo Stato e quindi da noi, il costo esorbitante delle centrali ricadrà necessariamente sulle nostre spalle, prevedo perciò tagli consistenti a tutte le altre spese dello stato per avere dei risultati appena tra 10 anni (se va bene, la centrale di Olkiluoto doveva essere pronta nel 2009).
Ah, dimenticavo… non hanno ancora risolto il problema delle scorie della breve stagione nucleare antecedente il 1987.
Quindi per una lettera rivolta ai “lavoratori”(anche se il nucleare non ha senso neppune per chi vive di rendita) bisognerebbe sottolineare che per permettere al sistema nucleare di funzionare bisogna sacrificare la salute di molti lavoratori, esteri, in Niger ad esempio per il nucleare francese(quelli delle miniere e degli impianti di macinazione, in passato anche quelli francesi, vedi “uranio, lo scandalo della Francia contaminata” (Youtube) quelli degli impianti di arricchimento (può dare un idea vedere il film “Silkwood” (con M.Streep)) e poi quelli delle centrali (mi ricordo “Faccia da turco” il libro scritto da un giornalista tedesco che si era travestito da turco per andare a lavorare in centrale).
Si può sottolineare la non democraticità di una scelta centralizzata come dicevo più sopra.
Evidenziare che la Green Economy porta molto più lavoro e ricchezza di scelte vecchie come il nucleare (Fermi 1942) come il nucleare che vanno in controtendenza americana ed europea (anche la Francia ha un parco nucleare vecchio e si sta rivolgendo anch’essa alle rinnovabili)