Treofan ultimo atto, Commedia con: Regia la Pirateria internazionale: interpreti il Governo dei quaquaraqua.
Le reazioni. Piero De Luca (PD): “Il Governo attivi subito un nuovo tavolo di confronto“. Federico Conte (LeU): “Per Treofan Battipaglia ci vuole una soluzione alternativa”. La Sindaca Francese: “Provo tanta rabbia e amarezza”. Associazione Battipaglia nostra: “Treofan chiude? Chiedere al nuovo assessore PD”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – Ormai alla storia della Treofan si può mettere una pietra sopra. Una pietra tombale di quelle ciclopiche, tanto grandi da potervi seppellire anche tutti quelli che in questi mesi si sarebbero potuti interessare e non lo hanno fatto e soprattutto chi non ha voluto interessarsi per non “disturbare” la “manovra” e i “manovratori”, risparmiando ovviamente i lavoratori, uniche vittime di questa operazione di pirateria economico-finanziaria “assecondata” da una classe politica di governo inadeguata e debole.
E passato appena un mese quando una delle dipendenti dell’azienda, Mina Masullo, accompagnó il vice premier Luigi Di Maio, che sollecitato dall’On. battipagliese Nicola Acunzo, nella visita dello stabilimento Treofan. Era il 26 dicembre. Da allora sono seguite due convocazione presso il MISE, alle quali si è registrata la presenza delle maestranze e delle varie altre personalità che speravano di giungere ad una risoluzione della vertenza e riprendere la produzione inopinatamente interrotta nell’ottobre scorso a seguito del passaggio di proprietà alla multinazionale indiana, l’assenza pesante sia della Jindal e sia del Ministro del lavoro e vice Premier Di Maio, rappresentato dal suo capo della segreteria Giorgio Sorial.
Era lì che si sarebbe dovuto capire come andava a finire. Era in quelle assenze la risposta vera che ha poi “incoraggiato” la proprietà, che prima si era impegnata a presentare un piano aziendale e poi invece appresa la debolezza del Governo ha inviato le lettere di licenziamento. E ora? Ora si cerca un incontro all’ambasciata Indiana, semmai dopo si chiederà un incontro all’ONU, prima che Di Maio non si bisticci come sta facendo con tutti i Governi europei (Germania, Francia, Olanda), anche con l’ONU. Ridicoli e spregiudicati. Dove si è visto mai che una vertenza di lavoro si risolve in un’Ambasciata? Di Maio lo avrà letto sul manuale delle “marmotte”? Forse ha delegato alla lettura la brillante on. Teresa Manzo, che poi gli avrà fornito un riassunto con il suo personalissimo italiano.
Una storia veramente brutta come amaro è lo sfogo di Rosaria Mancino anche lei della Treofan che nei giorni scorsi notando un fuggi fuggi genrtale si sfogava con POLITICAdeMENTE: “Sembra che tutti siamo scappati. Il tempo gioca a nostro sfavore. Le nostre vite sono stritolate come niente“. E ha ragione. Come si fa a dargli torto per come si sono messe le cose. Adesso si aspetterà il 4 febbraio, nel frattempo, il presidio si è spostato dinanzi alla Prefettura di Salerno., forse dovrebbero organizzarlo sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, per modo da poter incontrare Di Maio, l’egocentrico Capo del M5S ed invitarlo a ridere di meno e a interessarsi di più se ne è capace.
Intanto a seguire la vertenza, sia pure dall’opposizione, è il deputato dem Piero De Luca, che nel corso della sua visita alla Treofan aveva promesso vicinanza ai lavoratori dell’azienda Battipagliese, ha presentato nel pomeriggio di ieri un’interrogazione parlamentare per sollecitare il Governo ad adottare “misure urgenti e tempestive volte a tutelare i livelli occupazionali“.
«La decisione del gruppo indiano Jindal che ha comunicato l’avvio della procedura per la cessazione dell’attività dello stabilimento Treofan di Battipaglia facendo pervenire le lettere di licenziamento per tutti i lavoratori – ha detto Piero De Luca – e’ una decisione grave che palesa la volontà del gruppo indiano di trasferire le produzioni compromettendo la presenza storica nel settore aziendale di competenza.
Ad oggi – continua Il deputato dem – Jindal si è mostrata del tutto indifferente alle sollecitazioni istituzionali e sociali con il rischio di innescare ripercussioni estremamente negative nel territorio della piana del Sele, con potenziali ricadute anche sugli altri impianti di Brindisi e Terni.
Come hanno chiarito anche le organizzazioni sindacali, sono del tutto insufficienti le rassicurazioni avanzate dal gruppo indiano, perché l’obiettivo non può essere la ricerca di una presunta soluzione socialmente accettabile ma la garanzia del prosieguo dell’attività produttiva dell’impianto.
Il primo tavolo di confronto al ministero non ha prodotto fino ad ora i risultati sperati ed il tempo a disposizione e’ poco poiché l’avvio delle procedure di mobilità impone la ricerca rapida di una soluzione adeguata.
Il gruppo Jindal deve essere richiamato alle sue responsabilità – ha concluso Piero De Luca – e l’intervento del Governo risulta determinante e necessario anche per individuare quanto prima un nuovo e più efficace percorso concertato con le parti sociali che consenta di salvaguardare le prospettive produttive e i livelli occupazionali dello stabilimento Treofan di Battipaglia».
Al contrario di De Luca Jr, meno diplomatica e più diretta è stata la Sindaca di Battipaglia Cecilia Francese quando ha appreso della chiusura e delle lettere di licenziamento: «Provo tanta rabbia e amarezza. Abbiamo un governo che mostra la sua forza chiudendo i porti e non permettendo neanche ai bambini di poter essere accolti ed essere messi in sicurezza e nello stesso tempo si dimostra incapace di far sedere ad un tavolo la proprietà Jindal per un piano industriale».
E mentre aspettiamo il tavolo governativo Jindal manda lettere di licenziamento. – prosegue la Sindaca – Non è possibile che i nostri soldi servano per queste sporche manovre finanziare. Si permette ad una società indiana di beneficiare di finanziamenti in una regione per poi comprarsi l’unico concorrente e toglierlo dal mercato licenziando per ora i 78 operai di Battipaglia, sicuramente seguiti a breve dagli oltre 100 di Terni E visto che non si è in grado di bloccare tali manovre. E’ arrivato il momento – conclude Cecilia Francese – di organizzare una mobilitazione coinvolgendo tutte le forze sindacali e i cittadini”.
«Per Treofan Battipaglia ci vuole una soluzione alternativa – dichiara in una nota Federico Conte, deputato di Liberi e Uguali. – Purtroppo per la Treofan di Battipaglia si è verificato ciò che era prevedibile. La multinazionale indiana Jindal ha comunicato, con una lettera glaciale, la chiusura dello stabilimento produttivo di Battipaglia. Un insediamento che viene definito piccolo, con tecnologie datate. Non è così: Battipaglia ha uno stabilimento innovativo, giovane, dinamico, che ha molto da dire. Evidentemente il tavolo tecnico presso il Ministero dello Sviluppo economico ha fallito il suo obiettivo. La Jindal ha mancato di rispetto al Governo italiano oltre che ai lavoratori e al territorio. Il ministro Di Maio prenda subito posizione e intervenga con l’ambasciata indiana. Bisogna accendere una luce sui lati oscuri di questa vicenda. E’ ora di lavorare a soluzioni di alternativa: ci vuole un compratore italiano, uno inserito nella filiera, che voglia rilevare questa attività che può ancora dare molto. Continuiamo a lottare per Treofan».
Agguerrita più che mai è l’Associazione Battipaglia Nostra che con una nota a firma Gianni Corizzo, Carlo Zara, Maurizio Fresa, Francesco Annunziata mantenendosi sul locale fa un affondo sulla nomina del nuovo Assessore l’ex Segretario sezionale PD Davide Bruno e dichiara: «Treofan chiude? Chiedere al nuovo assessore PD. Sconcertati dalla dichiarazioni del sindaco di Battipaglia, il quale addossa le responsabilità della chiusura della Treofan ad un governo in carica da soli 6 mesi, dimenticando che le delocalizzazioni, il primato della finanza sullo Stato, lo strapotere delle multinazionali, sono tutte politiche imposte dalla UE e supinamente adottate dai governi PCI/PDS/DS/PD negli ultimi 30 anni e delle quali è portatore sano il nuovo assessore appena nominato dal Sindaco Francese».
Battipaglia 29 gennaio 2019
SONO STATO TESTIMONE OCULARE DELL’IRRUZIONE DEI DIPENDENTI DELLA TREOFAN NEL SALOTTO COMUNALE SABATO SCORSO, NEL MENTRE SI APPRESTAVA LA DISCUSSIONE SUL CONVEGNO AMBIENTALISTA ORGANIZZATO DAL LOCALE COMITATO.
LA PENSIONE E LA DISPERAZIONE DEI RAGAZZI LICENZIATI ERA PALPABILE: SI ALTERNARNAVANO STRILLI E SINGULTI, VOCI STROZZATE DALLA DISPERAZIONE DI GENITORI, DI PADRI E MADRI CHE NON SAPEVANO COME PORTARE AVANTI LE LORO FAMIGLIE, DI ESSERE UMANI PRIMA CHE LAVORATORI, CHE SI SONO SENTITI PRESI IN GIRO DALLA POLITICA.
QUELLA POLITICA ASSISA AD UN TAVOLO SABATO, INDIPENDENTEMENTE DAI COLO, CHE È RIMASTA MUTA O QUASI, PERCHÉ FORSE NON SAPEVA COSA RISPONDERE!
O MEGLIO ALCUNI POLITICI CHE SI SONO ASSENTATI DAL PARTECIPARE AL CONVEGNO, FORSE PERCHÉ AVVISATI IN TEMPO DELL’OCCUPAZIONE ( SI PRESUME MAGGIORMENTE INTERESSATI ALLE SORTI DI ONG, RISPETTABILI MA IN SUBORDINE AGLI INTERESSI DEI CITTADINI ITALIANI), CON LA SCUSA DELL’ INAUGURAZIONE CONTEMPORANEA SALERNO DELL’ANNO GIUDIZIARIO.
COSA DIRE, LA TREOFAN IN ITALIA HA UN PROPRIO KNOW HOW, IL QUALE SARA’ UTILIZZATO, ALLA FACCIA NOSTRA, DA ALTRE AZIENDE DEL GRUPPO JINDHAL, LA MULTINAZIONALE INDIANA CHE HA PERCEPITO 16 MILIONI DI EURO DAL NOSTRO STATO PER POI DISMETTERE, DA ATTIVARE SUBITO UN’AZIONE RISARCITORIA1
COME HA DETTO LA SINDACA DI BATTIPAGLIA: “COME MAI SI CHIUDE QUI E NON SI CHIUDE IN GERMANIA, IN UNA FABBRICA GEMELLA?”
ECCO SIAMO IL VENTRE MOLLE DELL’EUROPA DOPO 70 ANNI PASSATI DALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO.
PER CHI VOLESSE VISIONARE 13 TOCCANTI MINUTI DI OCCUPAZIONE, MI PERMETTO CON LA BONTA’ DELL’AMMINISTRATORE DI QUESTO SITO DI POSTARLI IN CALCE DEL MIO COMMENTO.
PS. ORAMAI, TREOFAN, ISES E ALTRE REALTÀ DEL COMPRENSORIO: INDUSTRIALI COMMERCIALI COOP SOCIALI, CHE OPERANO IN DIVERSI SETTORI E CON DIVERSE DINAMICHE, HANNO UN’UNICA DENOMINAZIONE COMUNE, LA CHIUSURA E LA DISPERAZIONE DI MAESTRANZE INNOCENTI ED INFINE IL DEPAUPERAMENTO GENERALE.
ITALIA, MERIDIONE, PIANA DEL SELE 2019
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