17 gennaio 2019, Campagna Città del Fuoco con i Fucanoli: tra folclore e tradizioni popolari.
Campagna città “d’arte ed invisibile”, tra credenze popolari, mistificazioni e magie, proprie del realismo magico, custodisce e tramanda genuine usanze e tradizioni, mantenend0 viva memoria storica e patrimonio culturale.
da POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
CAMPAGNA – Il 17 gennaio come di consuetudine, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, con “I Fucanoli” si rinnova a Campagna folclore e tradizione e con l’accensione dei “fuochi” nelle piazze principali del paese si tiene viva la tradizione popolare, il piacere di stare insieme, il calore della partecipazione e i Fucanoli con tanti spettacoli itinerant e tanti stand per la degustazione di prodotti tipici accompagnano la festa e accolgono migliaia di visitatori, i quali come sempre, non vorranno perdersi quei momenti magici e non vorranno perdersi tutte le leccornie che per la circostanza si propongono.
La tradizione vuole che l’Antico rituale pagano-religioso legato ai “fucanoli”: i “falò” nelle campagne meridionali illuminano la notte del Santo. Il fuoco è usato per esorcizzare e l’acqua per purificare. Due segni, due elementi ricorrenti nell’antica e gloriosa storia della città di Campagna. Con l’accensione dei “falò”, Campagna vuole anche ricordare la tragica morte del monaco e filosofo nolano Giordano Bruno, arso vivo sul rogo. Egli perfezionò le sue teorie a Campagna, dove nel 1573, nel Convento dei Padri Domenicani, annesso alla Chiesa di S. Bartolomeo, fu ordinato sacerdote e cantò la sua prima messa.
Nel corso dei secoli Campagna con le sue tradizioni è diventata una città ricca di storia e di tradizioni, e di quelle storie e di quelle tradizioni hanno si che diventasse uno dei centri storici minori ma dei “più interessanti” del Mezzogiorno d’Italia. Nella città “d’arte ed invisibile”, tra credenze popolari, mistificazioni e magie, proprie del realismo magico, infatti è diventato d’uso custodire e tramandare genuine usanze e tradizioni, per mantenere viva la memoria storica di un prezioso patrimonio culturale. Si è fatta, cioè, strada la necessità, oltre che il gusto, di riscoprire e rinverdire la storia etno-antropologica di una a città, che ancora porta, i segni di una civiltà antica, che non bisogna affatto cancellare. E proprio all’impegno primario di ricostruzione del territorio e di difesa del suo ricco patrimonio storico e culturale, si può e si deve ascrivere anche il ripristino annuale dei tradizionali “Fucanoli”. Ogni paese ha i suoi miti, radicati ed inattaccabili, le cui origini sono molto lontane nel tempo e a Campagna, “città magica ed oscura”, “città del fuoco e dell’acqua”, l’uno per esorcizzare e l’altra per purificare, due sono i momenti di maggiore attrazione ed aggregazione sociale: l’uno si concretizza nel cuore dell’estate, con la frescura della “chiena”, e l’altro nel cuore dell’inverno, il 17 e 18 Gennaio, con il calore dei “fucanoli” di Sant’Antonio Abate. Il “calore” appartiene ad un antico rituale pagano-religioso legato ai “fucanoli”, i “falò” che nelle campagne meridionali illuminano la notte del Santo.
La Pro Loco, con la partecipazione di volenterosi e devoti cittadini, organizzano una sagra gastronomica di piatti tipici, da tenersi in ciascun rione. Tra sacro e profano, la festa e la “sagra”. Si imbandiscono tavolate su cui troneggiano, la tipica “matassa e fasule”, “’a pulenta” nelle sue varie specialità, “cascavall ‘mbiccat”, squisite salsicce pesane accompagnate da “vruoccoli scuppettiati”, il tutto regolarmente innaffiato da ottimo vino locale.
Le serate saranno animate dalle esibizioni di rinomati gruppi folk del territorio e, nella sua prima edizione, dal Palio dei Fuochi. L’arcinoto detto “Sant’Antuon: maschere e suon” dà inizio al periodo del Carnevale, che culminerà con la “cantata di Zeza”, nella tarda serata del martedì grasso. Una festa, dove non manca la processione della statua del Santo, con la quale Campagna torna ad affidarsi ad un elemento naturale per riscoprire le proprie radici culturali. Il fuoco del Santo assume lo stesso valore di “segno di memoria” riconosciuto all’acqua del fiume Tenza, che in estate, “allagando” il paese, diventa “’a Chiena”.
Certo è che tra credenze popolari, mistificazioni e magie, Campagna intende custodire e tramandare alle future generazioni genuine tradizioni, cui è particolarmente legata per la salvaguardia della memoria storica del suo vasto patrimonio culturale.
Campagna, 13 gennaio 2019