Attacchi “sessisti” di Motta alla sindaca Francese? Intanto interviene a sua difesa l’assessore Vecchio.
Le storie di “palle” vanno da Mussolini alla Thatcher, dalla Anselmi alla Bindi, ma purtroppo si fermano alle “quote rosa” e Motta e la Francese a parte, senza “disturbare” la sensibilità delle donne, ce ne è così una varietà, che è meglio lasciar perdere, quelle degli “sfessati” poi non hanno fine.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA – L’assessore con delega alle pari opportunità del Comune di Battipaglia Stefania Vecchio interviene in difesa della Sindaca Cecilia Francese in merito agli “attacchi” subiti dall’opposizione nel corso della seduta dell’ultimo consiglio comunale.
«Ieri sera, nel corso della seduta del Consiglio Comunale di Battipaglia, – scrive in una nota l’Assessore alla pari opportunità della giunta Francese Stefania Vecchio che commenta indignata un episodio avvenuto in consiglio comunale – ho assistito ad una volgare rappresentazione di sessismo e discriminazione nei confronti di tutte le donne. Quello che più meraviglia è che di questa manifestazione si sia reso protagonista un consigliere di lungo corso ed esperienza, quale è il Consigliere Gerardo Motta».
La frase incriminata dalla Vecchio, pronunciata da Motta e indirizzata alla Sindaca Cecilia Francese è la seguente:
“Per fare questo ci vogliono cose che una donna, per un fatto fisico e di natura, non ha! Non te ne faccio un torto“.
«Il mio immediato intervento – prosegue l’Assessore alle pari opportunità del Comune di Battipaglia ritenendo la frase oltre che “sessista” di “becero maschilismo” – non è stato colto dai microfoni, ma mi sono sentita in dovere di reagire perché l’aver proferito queste parole rappresenta una offesa non solo nei confronti della Sindaca di Battipaglia Cecilia Francese, ma anche di tutte le donne.
Mi sono indignata come donna, – l’Assessora Vecchio ribadisce ancora e con fermezza la sua indignazione – come professionista e come assessore che, tra le proprie deleghe, annovera anche quella alle pari opportunità: un doppio salto carpiato all’indietro, nel buio del più becero maschilismo!
Si è fuoriusciti dall’alveo della dialettica politica per precipitare nel burrone della peggiore delle discriminazioni. – conclude la nota verbosa l’Assessora alle Pari opportunità del Comune di Battipaglia Stefania Vecchio – Tra i tanti doni delle donne c’è anche quello di impegnarsi proficuamente perché episodi del genere non accadano mai più: le donne non hanno nulla di meno, ma sicuramente una marcia in più!»
Senza entrare nel merito delle questioni politiche che si discuteva in quel mentre e che vedeva la cotrapposizione di Motta alla Francese, viene da dire: Mannaggia gli “zebedei” e chi li porta, o meglio le “Palle” e chi le porta. Le “palle”, quelle che si attribuiscono ad una persona volendo caratterizzarla come “forte”, nelle sue accezioni negative vi sarebbe anche “coglioni”, questa però significa proprio il contrario. Ma la sostanza quale è? Di certo è l’accostamento alle capacità, coraggio, al forza, che vi si attribuisce a chi “avrebbe le palle“.
Nella storia dell’uomo (inteso non come maschio ma come essere umano) storie di “palle” ce ne sono state tante e ovviamente di talune ne potevamo anche fare a meno, altre le abbiamo subite altre ce le siamo costruite nel corso del tempo. Ricordiamo chi ne fece una questione di stato come il “Cavaliere”, quello vero: Benito Mussolini; quello dalla mascella pronunciata che delle “palle” fece la sua storia ma anche le nostre sfortune.
Di uomini con le “palle” ce ne sono stati e tanti, così come ci sono stati, e tanti, anche uomini comuni, regnanti e capi di Stato, che le “palle” non le avevano, e la storia, quella che si legge ne è piena, come piena è la storia quotidiana che ci consegna tanti uomini, che di “palle” non ne hanno. Di contro ci sono tante donne straordinarie che, proprio per le loro caratteristiche le vengono attribuite le “palle”. E se per i primi si può usare l’appellativo “sfigati” facendo riferimento, appunto” all’organo genitale femminile, per le seconde che al contrario non sono coraggiose, volitive e con le “palle”, quale aggettivo e cosa potremmo dire? Ma per questo va ricordato un altro caso di “palle” questa volta attribuite alla Margaret Thatcher: Lei non se ne mai adombrò nemmeno quando la satira riportò la sua sagoma mentre faceva la pipì nel bagno dei maschi; eppure quella era una donna che mai si è sottratta nel suo ruolo femminile di tutti i giorni come madre, moglie, come donna e come donna con gli attributi.
Purtroppo e senza purtroppo, le conquiste sociali, civili, democratiche delle donne hanno ancora molte zone d’ombra e tutti abbiamo contribuito nella loro affermazioni, così come siamo tutti responsabili nel momento in cui quei diritti vengono negati o non esercitati, e con il caso che si è verificato a Battipaglia e nel consiglio comunale poco e nulla hanno a che vedere con le discriminazioni.
Va ricordato come nel corso del tempo i valori delle lotte che le donne hanno portato avanti, e soprattutto in Italia, complice quegli uomini che al contrario hanno pensato di tacitare le loro coscienze, siano state distorte e male interpretate svilendo il principio originale a cui si ispirava: quella dell’uguaglianza e della paritá di genere. Purtroppo così non è stato o è stato diverso rispetto a quello che le stesse donne si aspettavano, e non si comprende come abbiano potuto accettare la finta parità dettata da leggi che obbligano la rappresentanza paritaria nelle istituzioni. E così dietro una finta parità le donne hanno accettato le “quote rosa” nelle liste, nelle giunte regionali, comunali, nel consiglio dei ministeri e addirittura nei CdA delle Aziende. Quote alla pari del latte: E il risultato? Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Eppure negli anni scorsi la Nilde Iotti, la Tina Anselmi, la Rosa Russo Iervolino e la più recente Rosi Bindi non hanno avuto bisogno di una quota per affermarsi e si badi bene non si faccia riferimento alla Raggi o alla Appendino, loro indipendentemente dal genere vanno aggettivate con “l’incapace”. Pertanto rispetto alla vicenda in se, Motta non voleva essere maschilista sebbene con le “palle” ha utilizzato una espressione che riporta agli attributi maschili. Sarebbe bastato anzichè quell’aggettivo avesse detto non è capace, non ha coraggio, non è all’altezza. Riguardo alle “palle” poi c’è così una varietà che è meglio lasciar stare.
Battipaglia, 28 novembre 2018
C è chi ha le palle e chi invece è solo coglione