La Rai ad Eboli… ancora una volta la nostra Città è al centro dell’attenzione nazionale.
Il Sindaco Cariello: «Una vetrina importante, grazie ad una significa promozione e crescita del territorio da parte dell’Amministrazione comunale che vedrà Eboli essere a breve partecipe dell’iniziativa che punta l’obiettivo su Storia, Arte, Tradizioni, Ambiente.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Eboli si conferma al centro delle attenzioni mediatiche di trasmissioni televisive di alto profilo culturale, che puntano alla riscoperta dei luoghi di cultura e storia in tutto il Paese. Un’attenzione che significa promozione e crescita del territorio e che consegue ad un’imponente azione di recupero messa in campo dall’Amministrazione comunale e che ha fatto di Eboli una città di arte, storia, cultura e tradizioni. Sono state annunciate le riprese televisive per la realizzazione di documentari che andranno in onda su Reti Rai nel seguito ed apprezzato programma Geo.
«Una vetrina importante, grazie all’interessamento e l’amicizia con il coordinatore dei Borghi d’Eccellenza e della Salute, Maurizio Varriano, e che vedrà Eboli essere a breve partecipe dell’iniziativa che punta l’obiettivo su Storia, Arte, Tradizioni, Ambiente – commenta il sindaco, Massimo Cariello -. La nostra idea di proporre Eboli all’attenzione generale come la città della cultura era giusta, i riconoscimenti nazionali ci stanno dando ragione».
Il focus televisivo punterà su Eboli e sulla sua voglia di essere un centro culturale, attraverso il suo centro storico, oggi recuperato grazie ad un’azione attenta dell’Amministrazione comunale e di concerto con gli operatori economici che vi si sono insediati e con gli stessi residenti. Non mancherà una puntata alle prelibatezze ebolitane, dagli ortaggi che fanno della Piana del Sele la capitale delle produzioni di quarta gamma, l’ortofrutta, il settore della floricoltura, fino al suo Ciauliello, alle Bufale ed alla produzione di mozzarelle e prodotti da latte.
Eboli, 23 ottobre 2018
Se usano i soldi pubblici per pagare queste riprese, allora la cittadinanza dovrà farsi sentire. È già successo con un articolo di Repubblica pagato 300 euro di soldi pubblici, che fantasticava di una città in realtà inesistente.