Grillo usa l’autismo per attaccare i politici e far ridere, e scoppia bufera: È sempre più pericoloso.
Gianluca Nicoletti blog pernoiautistici: “Non siamo oggetto di scherno“. È Polemica sui social. Grillo è sempre più pericoloso arrogante e sprezzante, leader di una società “minore” interprete sguaiato di una paurosa deriva culturale, minacciosa e autoritaria. Più si conosce l’uomo e più si amano le bestie.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – “Non è bello prendere in giro noi autistici, darci degli psicopatici e usarci come oggetto di scherno“. Ha scritto sul blog Pernoiautistici Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore, con sindrome di Asperger e padre di un figlio autistico, a commento delle frasi di quel Beppe Grillo sempre più schifoso e arrogante, che ha pronunciato al Circo Massimo e che hanno scatenato una vera e propria bufera di commenti, polemici e critici, sui social.
“L’autismo è la malattia del secolo – ha detto al suo popolo il garante del Movimento Cinque Stelle sempre più sprezzante verso tutto e tutti e sempre più senza freni inibitori, interprete sguaiato di una paurosa deriva culturale, minacciosa e autoritaria della quale bisogna prendere immediatamente le distanze e combattere con tutte le forze, perché non diventi un modello di una società minore e sbrigativa, ignorante e arrogante, presuntuosa e pericolosa – l’autismo non lo riconosci, – ha aggiunto il pietoso comico stellato – per esempio è la sindrome di Asperger, e’ pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è la sindrome di quelli che parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. – prosegue sempre più irriverente nelle sue argomentazioni offensive e irriguardose il mostro stellato – E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano nulla con quello che stanno dicendo, hanno quel tono sempre uguale. E’ pieno di psicopatici…“. Parole gravi ed irresponsabili quelle di un Beppe Grillo sempre più pericoloso.
«Chi ha un figlio autistico – ha proseguito Nicoletti – già deve ogni istante combattere perché il figlio non sia discriminato, non debba subire lo scherno di chi non capisce che proprio quel suo “non capire” non è dovuto a cattiveria ma a un suo modo d’essere, al suo “cervello diverso” – aggiunge Nicoletti – Suscitare la risata della folla su quello che per un Asperger è sintomo della sua diversità è ingeneroso, soprattutto da parte di chi dovrebbe ben conoscere cosa sia l’autismo – ha aggiunto infine – gli autistici hanno diritto di essere trattati da cittadini come qualsiasi altro abitante del nostro paese».
Purtroppo più passa il tempo e più Grillo rappresenta se stesso, un uomo che ridendo, ridendo si sta incamminando verso un confine che è molto, ma molto lontano da quello che noi vorremmo vivere e molto ma molto vicino a quello che egli immagina per tutti noi: un carrozzone fanta-democratico laddove chi è contrario al pensiero unico, a quel gregarismo massificante di cui egli ne è fautore, deve solo stare attento che non venga messo al bando o purgato o peggio ancora annientato. Una cattiveria alimentata dalla consapevolezza di non poter mai assumere una leaderchip istituzionale a causa i suoi trascorsi giudiziari e per questo spinge sempre più sull’odio sociale e immaginando per tutti la povertà più assoluta rispettando un brocardo che gli consentì nel Natale scorso di propagandare “L’elogio della povertà” per gli italiani, mentre si rinfrescava le membra in una piscina del Kenia, semmai sghignazzando di nascosto alle nostre spalle.
Di bestie dalle sembianze umane ce ne sono tante, ma una volta riconosciute, ci accorgiamo che associarle agli animali rappresenta una grandissima offesa per gli stessi e rispetto alle esternazioni sull’autismo di Beppe Grillo cosa dire se non citando una frase, indipendentemente da chi l’ha detta per prima, che è stata poi mutuata da tutti e che noi calziamo a misura del Comico che recita: “Più conosco quell’uomo e più amo le bestie“.
Quell’uomo andrebbe schifato per mano di legge e se lo schifo non fosse un sentimento ma un reato andrebbe condannato all’ergastolo.
Roma, 22 ottobre 2018