IO STO CON SAVIANO e contro i ladri di voti e di speranze. Le parole di Salvini sono iquietanti: dovrebbe dimettersi.
Quel “Gli mando un bacione“: Una minaccia. Un linguaggio minaccioso e mafioso quello di Salvini alla pari del Camorrista che ti fa gli auguri sull’altare mentre ti sposi e poi ti fa sparare quando esci dalla Chiesa.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – La scorta a Roberto Saviano non si tocca, e non perchè lo dice il Presidente della Camera Roberto Fico, che farebbe bene oltre a dirlo al Ministro dell’Interno Matteo Salvini a rammendarlo ai Deputati e Senatori per caso del Movimento 5 Stelle, ricordando loro che Saviano è il simbolo dell’ANTICAMORRA, di quella lotta che ha ingaggiato fin da giovane raccontandola e rappresentandone plasticamente la sua ferocia, la sua arroganza, la sua violenza, il suo radicamento, i suoi affari, i suoi uomini e denunciandone in qualsiasi momento la loro pericolosità. Saviano fa proprio quello che dovrebbero fare le Isttuzioni ed è il minimo quello di rixconoscergli la scorta.
Il silenzio del M5S, Fico a parte e non Di Maio che come Fico anche lui vive in Campania e in aree dove la Camorra o meglio le Camorre ci sono e come, è un autogol che certo non gradiscono quei suoi elettori che hanno votato 5Stelle per punire quella oligarchia rappresentata dal Partito Democratico rimettendo in dubbio la fiducia e pentendosene.
Quelle parole che Salvini ha detto ad Agorà, su Rai3, parlando della scorta a Saviano e non escludendo la possibilità che si decida a toglierlela con: “Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio”… “Anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani. Gli mando un bacione”; sono una minaccia vera e propria, una minaccia più pericolosa ancora dei fucili a canne mozze, trasmettendo il messaggio ai Camorristi che possono agire, perchè lo Stato lo ha scaricato, anzi che gli fanno un piacere.
Quel “Gli mando un bacione” è uguale al mafioso che si presenta e ti fa gli auguri sull’altare mentre ti stai sposando e poi ti fa sparare quando esci dalla Chiesa. Sono di una gravità unica e dette da un Ministro dell’Interno sono pericolose, un messaggio che quel ministero è passato dall’altra parte, se poi si fa la somma con le accuse che senza veli Saviano gli ha rivolto a proposito di quelle presenze “scomode” di ‘ndranghetisti calabresi e ai rapporti della Lega con questi a proposito dei 50milioni di euro dei rimborsi elettorali riciclati dalla ‘ndrangheta allora il dubbio si alimenta e lascia spazio alla realtà.
Dopo che il Mondo si è indignato, ci sono volute delle ore perchè Roberto Fico, capo di quell’ala così detta ortodossa presente all’interno del M5S, quella che giornalisti e persone poco attente definiscono di “Sinistra” perchè intervenisse. E guarda caso non lo ha fatto nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali bensì con un post su facebook. Ma quale sinistra. Un uomo di sinistra nemmeno si siede a fianco di un buzzurro minaccioso e inumano come Salvini. E gli altri Deputati e Ministri per caso del M5S? Nemmeno ci provano a dire qualcosa, capaci come sono di ammutolirsi, glissare e cambiare dichiarazioni alla bisogna, sempre per non contrariarsi la “Ditta”, sono muti, complici di una deriva di destra che non ha pari nell’Europa democratica.
Intanto nel video di risposta a Salvini che sta spopolando sul web Roberto Saviano da al vicepremier leghista del “buffone“, e lo appella “ministro della malavita“, in quello successivo invece, mentre montano i mal di pancia tra grillini ridotti a ruota di scorta del minaccioso Salvini, Roberto Saviano organizza una “ribellione” degli uomini delle Istituzioni dicendo “NO a Salvini” e promette “Non permetteremo in nessun modo e utilizzzeremo tutti i mezzi che la Democrazia ci consente per fermare la violenza del Ministro Salvini“. E come si fa a non aderire all’appello di Saviano nel dire basta e fermiamo il Ministro SALVINI. IO STO CON SAVIANO.
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Roma, 23 giugno 2018
IO NON MI ESPRIMO
Lo scrittore Roberto Saviano ,nel ricordo di Gaetano
Salvemini.illustre rappresentante del meridionalismo
democratico,pugliese di Molfetta ,storico insigne,
ha usato l’appellativo di “Mimistro della malavita”,l’
indirizzandolo a Matteo Salvini,così come Salvemini
definiva Giovanni Giolitti.
Lasciamo parlare Salvemini:”Il ministero Giolitti.Za_
nardelli ,se in molti paesi dell’Italia del Nord ,ha
lasciato respirare le organizzazioni proletarie,
nell?Italia meridionale non ha cambiato nulla nei
vecchi metodi della manipolazione.Giolitti si creò
i suoi ascari parlamentari”che dal vecchio conserva-
torismo avevano formato il corpo del trasformismo.
Quale miseria intellettuale e morale anche oggi.
E quale incapacità di governo difronte ai grandi
problemi della vita pubblica? E quale viltà.”
Quindi per Giolitti: una politica conservatrice ,
illuminata al Nord e brutalmente sulla forza al Sud.
Salvini vuole copiare questa politica e Saviano è uno dei pochi che ha capito.Spacconeggiando a Rosarno e
speculando sulla presenza di una consistente comu-
nità di extracomunitari,alimentando la contrapposi-
zione tra bianchi e neri ,ha ottenuto il consenso
elettorale delle popolazioni locali,Egli vuole
utilizzare la protesta del Sud per gli interessi
del Nord e per le sue politichr xenofobe e razziste.
Roberto Saviano ha capito e contrasta il tentativo
di Salvini ,che nell’indicare gli extracomunitari ,
nemici del popolo italiano,tenta di trasformare
l’Italia un una “colonia penale”
Ma Salvini combatte contro l’Europa ,perché un
altro giovane scrittore ,una stella della cultura
europea del Novecento .l’ebreo di Praga ,Franz
Kafka ,nel racconto “La colonia penale” nel denun-
ciare il conflitto di potere in uno stato di ecce-
zione,aveva condannato la liturgia punitiva,all’in-
terno di una società disciplinata.Tale liturgia
consente il passaggio da una giustizia di Stato
basata sulla tortura e sulle sevizie ad un potere
quale simbolo di un sistema coercitivo ,per il
quale l’individuo è semplicemente un corpo.(vedi i
fatti di Bolzaneto ,Genova).
La colonia penale si configura dunque come un apparato costruito in modo tale che i corpi reifi-
cati diventano docili e chiusi ,in un orizzonte dove
niente ha più senso ,nemmeno la morte. Sta
Mi scuso ,ma debbo completare il precedente intervento .Grazie,
Sta qui l’involuzione e la regressione di Salvini.
Il controllo dell’individuo passa dalla parola
d’ordine”Sorvegliare e punire” al crudele “Incidere ,
tatuare e punire”,E questo che vogliono gli italiani? ,
una regressione nell’arte della sofferenza?
La metafora sovranista espressa da Salvini è espressione di quel potere sovrano che è capace di dare la morte o di lasciare la vita .E Salvini
vuole togliere la scorta a Roberto Saviano.
Nel 1914,Franz Kafka,nello scrivere “Lacolonia
penale ,quale luogo di tortura e di morte ,antici-
pava Auschwitz,con i suoi meccanismi di sterminio
e di annientamento.
24 giugno 2018 peppe leso
A me sembra un pò azzardato l’accostamento a Giolitti di Matteo Salvini se non nella definizione di “ministro della malavita” appioppata al Giolitti da parte di Salvemini.
Tra Giovanni Giolitti e Matteo Salvini c’è un abisso storico-culturale incolmabile.
Il primo è stato un liberale progressista conservatore illuminato, più volte presidente del consiglio, il secondo appare come un bullo in perenne campagna elettorale capace solo di solleticare i sentimenti più dispregiativi dell’italiano medio nei confronti dell’emigrazione nonchè contro gli intellettuali progressisti e tutta la sinistra in genere accusata di buonismo verso l’emigrante.
L’età giolittiana fu caratterizzata nell’impegno ad estendere la base democratica del giovane Stato unitario e nel tentativo di modernizzazione economica della società italiana tra ottocento e novecento che, purtroppo, sfociò nel fascismo a cui Giolitti si oppose dal 1924.
Il Salvini odierno, invece, sembra andare in direzione opposta essendo diventato il rappresentante riconosciuto di una destra che va sempre più assumendo
un ruolo di protagonismo politico con appena il 17% dei voti rispetto al 32% grillino.
Saviano credo che lo ha voluto definire “ministro della malavavita”(e in ciò riprendendo un’espressione di Salvemini) riferendosi esclusivamente alle sue minacce “mafiose” con annesso “bacione” di togliergli la scorta come fece il neo sindaco di Imperia Scajola nei riguardi Marco Rossi subito dopo ucciso dalle BR.
Lo scrittore Roberto Saviano non è certamente una persona superficiale.L’aver usato ,verso Salvini,
l’espressione “ministro della malavita” ripresa da
Salvemini,non si riferiva solo e soltanto al fatto
che al comizio di Rossano ,in Calabria,le prime fila
dei suoi ascoltatori fossero formate dai principali esponenti delle cosche calabresi,ma ha voluto denunziare la strumentalizzazione delle ragioni del
Mezzogiorno d’Italia,come un secolo prima era stata la politica di Giolitti verso le popolazioni
meridionali.Non è opportuno vedere sola una faccia
della medaglia.Non è il caso di discutere del
giolittismo nella storia d’Italia,ma è utile
ricordare che ,tra il 1922 e il 1923,tutta la classe dirigente liberale e non ,era favorevoli al
fascismo:Giolitti ,Croce ,Albertini .Frassati,Sturzo.
Il confronto Giolitti -Salvini non è equivalenza.
L’uno appartiene alla storia ,l’altro alla cronaca
Sul punto condivido l’affermazione di Vincenzo
Cicalese.A Giolitti vengono riconosciuti molti meriti.
Il punto è il comportamento di Giovanni Giolitti
verso il Mezzogiorno d’Italia.Interroghiamo i testimoni del tempo.Antonio Gramsci:”iL Mezzogiorno
era ridotto a mercato di vendita semi-coloniale ed
era disciplinato con due serie di misure :misure
poliziesche di repressione spietata di ogni movimento
di massa con gli eccidi periodici dei contadini ;
favoritismi ai parlamentari meridionali.”
Gaetano Salvemini:” Giolitti approfitta delle miserevoli condizioni del Mezzogiorno per legare a sé
i deputati meridionali;dà a costoro carta bianca ,mette a loro servizio,nella elezioni la
MALA VITA e la questura.Nelle elezioni del Mezzogiorno usa ogni sorte di violenza e commette reati.”
Il liberalismo di Giolitti e la sua lungimiranza
politica ,apprezzata anche da Palmiro Togliatti,
si persero tra i monti e tra le campagne del Mezzo-
giornod’Italia
25 giugno 2018 peppe leso
Ma quando la scorta gliela voleva togliere la sinistra tutti in silenzio…ora che è salvini a volerla togliere tutti fanno polemica.
Rendetevi conto che sta succedendo…ipocriti e ignoranti, pavoneggiate cultura spicciola.
La vicenda Saviano non può essere archiviata.Saviano, un giovane generoso che si dichiarato amico dei migranti.Questo non l’hanno capito gli ignorantoni vocianti che si nascondono dietro le sigle,senza firmarsi per le insulse stupidaggini.
Saviano è un napoletano che continua la nobile tradi-
zione di tanta generosa e colta gioventù .In questo momento mi viene in mente il giovane giurista
Mario Pagan, estensore del testo della Costituzione
napoletana del 1799 trucidato dalla plebaglia
sanfedista.Siccome sono parole di oltre cinquanta
anni fà le offro ai giovani interessati.Nel 1964,
in libro all’epoca famoso “L’uomo ad una sola dimen-
sione” si affermava:”Al di sotto della base po-
polare conservatrice vi è il sostrato dei reietti e
degli stranieri,degli sfruttati e dei perseguitati
di altre razze e di altri colori ,dei disoccupati
e degli inabili .Essi permangono al di fuori del
processo democratico;la loro presenza prova come
non mai quanto sia immediato e reale il bisogno di
porre fine a condizioni ed istituzioni intollerabili-
Perciò la loro opposizione è rivoluzionaria anche se non lo è la loro coscienza.La loro opposizione
colpisce il sistema dal di fuori e quindi
non può essere sviata dallo stesso; è una forza
elementare che viola le regole del gioco e così
facendo mostra che è un gioco truccato.
Quando si riuniscono e scendono nelle strade ,
senza armi ,senza protezione ,per chiedere ì più
elementari diritti civili ,esi sanno di affrontare
cani ,pietre bombe ,galera ,campi di concentra-
mento ,persino la morte .All’inizio degli anni “30”
del Novecento lo studioso tedesco ed ebreo Walter Benjamin ebbe a scrivere “:E’ solo a favore dei disperati che ci è data speranza”.
Così scriveva il filosofo tedesco Herbert Marcuse,
ebreo perseguito dal nazismo.La sua profezia si è avverata.
26 giugno 2018 peppe leso