Salvini sempre più “capo” del Centrodestra. Il PD tiene nei capoluoghi va meglio negli altri Comuni. Il M5S non c’è: Volatilizzati i consensi delle Politiche.
Il bipolarismo Tiene ancora. Nei test più importanti la Lega aumenta e fa da traino alla coalizione. I Pentastellati “chi li ha visti”. PD e centrosinistra l’hanno scampata per ora. Si inverte la tendenza? Lo stesso in provincia di Salerno, ma è difficile attribuire l’appartenenza per la forte presenza di civiche.
di Marco Naponiello
per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
ROMA – Matteo il Mattatore! Eh si adesso è lui la locomotiva del centro destra e ne è ben felice, infatti quel partito del Carroccio che dopo gli scandali “Trota” & Belsito-diamanti , con annessi rimborsi facili, si ritrovò a percentuali con una cifra, passa in queste amministrative abbondantemente alle due, ed in alcuni casi oltre la “linea gotica” raggiunge anche il 25% nei capoluoghi e comuni aventi oltre 15.000 abitanti, ottenendo lusinghieri consensi anche nella “Terronia” prima tanto disprezzata, dove in alcuni casi vede( pure qui) la doppia cifra, un dato da fantascienza se ci rapportiamo a qualche anno addietro “Abbiamo aumentato il numero dei sindaci, raggiungendo percentuali commoventi a Terni e Pisa – a caldo Matteo Salvini – per non stare nel lombardo-veneto dove i successi sono garantiti!” I primi giorni al Viminale dunque hanno ripagato bene. Per Forza Italia un requiem annunciato e ripetuto, l’unico ancora che non ne ha preso contezza è l’inossidabile Silvio Berlusconi, che rischia di finire però come un patetico pugile “suonato”.
Difatti la fermezza sulla vicenda della nave Aquarius e la ferma volontà di non radicalizzare oltremodo l’accesso automatico ai porti italiani delle ONG, è piaciuta e tanto ai cittadini che da anni reclamavano un po di fermezza per governare il fenomeno migratorio fuori controllo. I 5 stelle invece pagano, troppe promesse “assistenziali” e le divisioni interne: come la doppiezza di linea politica (vedi sempre caso Aquarius e Migranti in generale) tra il capo del Movimento Luigi Di Maio e vicepremier, contro invece l’apertura più di sinistra ed “Arcobaleno” del presidente della Camera, Roberto Fico, di provenienze politiche radicali. E cosi: alea iacta est, il dado è tratto! Si ritorna alle percentuali positive ma non esaltanti del 2013, ove il M5 stelle era ed è sotto il 15% di media nazionale, schiacciato come un sandwich dal bipolarismo, che rimane a livello locale tra centrodestra e centrosinistra.
Un dato emblematico nei Comuni superiori, ossia in numero di 109, ne sono stati gi assegnati al primo turno ben 35: di cui 14 al centrodestra, a seguire 13 a liste civiche (di vario orientamento), invece 8 al centrosinistra e i rimanenti 76 Comuni volano al ballottaggio del 24 p.v. dove in 43 sfide si riproporrà il vetusto duello tra destra e sinistra, con un sostanziale pareggio al primo round. In generale il centrodestra è presente in 65 ballottaggi su 76 e in vantaggio in metà delle sfide. I Grillini saranno presenti mestamente solo i 7 ballottaggi da Roma in giù, li dove invece di conquistare nuovi territori, dovranno soltanto difendere le proprie amministrazioni.
Per il fronte dei neo – sovranisti poi: “La distribuzione e la crescita dei consensi – afferma Marco Valbruzzi dell’Istituto Cattaneo, fondazione di ricerca ed analisi felsinea – è piuttosto omogenea sull’intero territorio nazionale”. Ma dalle analisi si riflette la necessità che la nuova Lega 3.0 non può ancora correre in autonomia nel Mezzogiorno e debba necessariamente essere affiancata da alleati sul territorio.
E il PD dell’etereo Maurizio Martina? Quello che fino ad ieri era il partito egemone da oltre il 40% si attesta a poco sopra il 3=5, ma comunque ferma l’emorragia del 4 marzo e si lecca le ferite in attesa di tempi migliori, sinonimo anche di una radicalizzazione strutturale nel territorio, figlia della eredità della DC e del PCI, di cui altri partiti non dispongono, in specie i due al comando del governo nazionale.
I Cinque Stelle dimezzano pertanto il bottino elettorale del 4 marzo (dove rimangono inesistenti in molte zone del ricco nord) forse dovuto anche alla mancata, repentina realizzazione del Reddito di cittadinanza, vero volano di successo specie in Campania e in Sicilia alle passate Politiche, ma secondo le analisi dei flussi elettorali, il loro tesoretto (magra consolazione) non è stato acquisito da nessuno, e di contro è andato disperso nel limbo del non-voto o voto nullo.
Nella nostra Provincia, tertium non datur, ossia il trend segue altre zone del Meridione, come abbiamo prontamente reportato (all’interno https://www.massimo.delmese.net/125076/elezioni-amministrative-2018-risultati-ed-eletti-in-provincia-di-salerno/ altri link per singoli comuni), si riconfermano per un secondo mandato: Roberto Monaco (che ha maramaldeggiato al primo turno) a Campagna e Michele Volzone ad Olevano, una miriade di liste civiche nei piccoli comuni dell’entroterra di effimera catalogazione,e la tenuta del PD a Pontecagnano, oramai periferia della Salerno di Vincenzo De Luca, dove il candidato Giuseppe Lanzara sta ad un passo dalla vittoria, e quindi il ballottaggio di domenica 24 giugno, dovrebbe con condizionale d’obbligo, essere una mera formalità.
Certamente la gioiosa macchina da guerra dei democrat non è più la stessa da un paio di anni, e anche se il Partito Democratico con De Luca non ha mai avuto gioco facile per via delle asprezze caratteriali del suo leader locale, vederlo in grave difficoltà in ogni angolo, della nostra Provincia fa clamore si, ma non meraviglia. Occorre pertanto una operazione “simpatia” per il Governatore se vorrà alimentare qualche concreta chance di vittoria tra due anni, perché in caso contrario, possiamo esserne certi, i vari consiglieri democrat assisi negli scranni dei palazzi cittadini, finita l’ultima tranche della filiera istituzionale, non tarderanno a ricollocarsi entro lidi più sicuri, decretando la fine ingloriosa di quello che doveva essere l’esperimento più nobile della politica italiana, il compromesso storico tra le forze cattoliche e di sinistra, il Partito Democratico, nato con trenta anni di ritardo da quando teorizzato e forse per questo nato vecchio!
Intanto il Governo ha completato con la nomina di 6 Viceministri e 39 Sottosegretari la squadra, tra questi sono stati nominati anche i salernitani Angelo Tofalo e Andrea Cioffi del M5S, ora resta il nodo delle Commissioni Parlamentari, determinanti per far funzionare il Parlamento, ancora più determinate è l’assegnazione di quelle più appetibili come quella della Vigilanza RAI e il Copasir. Due Piazze che sicuramente la Maggioranza vorrà tenere per se per rabbonire Forza Italia e accattivarsi FdI, contravvenendo la prassi parlamentare che in passato le attribuiva alle opposizioni. Ma purtroppo questo è il “nuovismo” istituzionale.
Roma, 13 giugno 2018