ACLI Salerno al Governo: #apriteiporti

ACLI Salerno: Ogni singola vita, viene prima di qualsiasi accordo.

L’appello delle ACLI di Salerno al Governo italiano: “Si consenta subito alla nave Aquarius l’attracco in un porto sicuro!”

Nave Aquarius
Nave Aquarius

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – Rispetto alla vicenda della nave con a bordo 629 migranti in attesa di un’autorizzazione all’attracco, ci spaventa l’idea di una prova di forza tra Paesi d’approdo che si eserciti a scapito di esseri umani. E non vorremmo, che fosse stata inaugurata una nuova modalità di gestione dell’accoglienza.

Dall’inizio dell’anno sono morte almeno 750 persone in assenza di politiche dell’Unione condivise. Non è il consenso interno che deve guidare la linea sull’immigrazione ma il consenso internazionale in linea con gli accordi concordati a livello europeo. In ogni caso, qualunque accordo non vale una vita umana.

Le ACLI fanno appello al Governo italiano affinché intervenga positivamente e tempestivamente a tutela della vita: l’Italia ha posto all’Europa una questione politica. Ora però, fedele alla sua storia e alla sua tradizione di solidarietà e di accoglienza, il nostro Paese intervenga senza ulteriori attese.

Intanto questa vicenda è sul tavolo europeo, e il braccio di ferro tra Italia e Malta continua. Braccio di ferro che sta trovando  bella mediazione della Spagna una risoluzione. Questa sera invece c’è un vertice a Palazzo Chigi.

Salerno, 11 giugno 2018

4 commenti su “ACLI Salerno al Governo: #apriteiporti”

  1. Le ACLI sono molto ricche e dispongono di fondi e patrimonio immobiliare sconfinati. Si potrebbe proporre al governo di requisire queste ricchezze mettendole a disposizione delle politiche sull’immigrazione. Le ACLI, grazie alla loro pietas cristiana, sarebbero sicuramente d’accordo. Quasi quasi lancio una petizione su Change.org

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  2. L’Aquarius sta sempre lì. Il ministro -bullo ha
    parlato,i porti sono stati chiusi, illegalmente,
    perché non vi è una situazione di eccezionale peri-
    colo.Così l’Italia ,nell’esprimere la sua “boria
    delle nazioni” dimentica se stessa .Dietro questi
    comportamenti vi sono rigurgiti xenofobi e razzisti-
    L’Italia dimentica i suoi grandi migranti ,rifugiati,
    esiliati.Dice Dante ,per bocca di Virgilio:”Voi
    credete forse che siamo esperti d’esto loco, ma noi
    siamo “peregrin”come voi siete”.
    E il destino di un migrante ,di un esiliato ,di un pellegrino? E sempre Dante,per bocca di Cacciagui-
    da:”Tu lascerai ogni cosa diletta…..Tu proverai
    sì come sà di sale lo pane altrui e come è duro calle lo scendere e il salir per l’altrui scale”.
    E che dire di Francesco Petrarca :”Io generato in esilio,in esilio sono nato”. L’esilio come segno
    dei tempi ,come circostanza storica oggettiva oltre
    che come metafora della stessa vita.Il perigrinare
    non comporta pace e per Petrarca la vita sarà un esilio e una ricerca:”peregrinus ubique”
    L’esilio è legato alla vita e alla morte.Petrarca
    rinnovava il mito della cultura antica.Come canta-
    va il lucano Orazio:”Ricco o povero della stirpe
    vestusta d’Inaco o plebeo ugualmente sarai preda
    del Tartaro spietato,andiamo tutti ad una sola sede.
    E saliremo la barca dell’eterno esilio.”.

    11 maggio 2018 peppe leso

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  3. L’italia ha già dato: chi vuol fare beneficenza lo faccia in nome e tasca propria, i profughi..finti…sono un paravento dunque chi alimenta è complice ed andrebbe condannato arrestato e recluso come genocida.

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  4. Dopo tanti secoli la vicenda di Enea ancora affascina
    e commuove.Non solo gli esseri umani ,ma anche
    il Mediterraneo ha il suo fato.Enea è un profugo
    contro il cui volere arriva in Italia,dopo tante
    peripezie,non trova i porti chiusi,ma vede i Latini ,
    capeggiati da Turno,gridare :”che si scacci lui dalla soglia”.Il pio Enea non trova nessuna “pietas”.
    Il Mediterraneo è tracciato da esuli sconfitti e braccati ,alla ricerca di una patria, appena abban-
    donata in macerie e perpetuamente promessa,diuna
    identità profonda che non mette radici se non nel
    futuro e non si purifica se non contaminandosi-
    Sì perché la patria è anche patria futura e una
    patria perduta .una speranza e un rimpianto.
    Poi venne Shakespeare,che nella “Tempesta” canta
    con Ariel :”Tuo padre è sepolto a cinque braccie
    dal fondo . La magia del mare lo tramuta in qualcosa
    di ricco Le ninfe del mare rintoccano per lui”.
    Nella saga migrante dodici corpi sono stati restitui-
    ti al mare La nave Aquarius ha il nome di una costel-
    lazione zodiacale.I salvati troveranno un porto,
    anche se non troveranno mai la vita.Così ,in queste
    ore .mentre le ninfe del mare rintoccano di nuovo
    il loro funebre dindon,non sappiamo in che cosa di
    ricco esse potranno mai mutare i dodici corpi abban-
    donati in mare dalla nave americana.Quei corpi non
    diventeranno perle e coralli ,ma come monconi saran-
    no depositi in qualche spiaggia ,come simboli di una
    umanità degradata.La magia del mare ancora funziona,

    15 giugno 2018 peppe leso

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