No a Savona da Mattarella. Conte rimette il mandato

Mattarella: no a Savona, sostenitore dell’uscita dell’Italia dall’euro.

Conte rimette l’incarico. Salvini all’attacco: «Parola agli italiani»

di Barbara Fiammeri e Manuela Perrone

Il premier incaricato Giuseppe Conte oggi alle 19 sale al Quirinale (Ansa)

ROMA – La fumata nera è arrivata. Giuseppe Conte ha rimesso l’incarico nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella. Lo ha annunciato poco dopo le 20 il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti. Un epilogo che arriva dopo una giornata convulsa.

I 5Stelle, dopo l’incontro pomeridiano di Di Maio con il capo dello Stato, avevano dato per certo il veto del Quirinale che in una nota puntualizza «c’è stato un irrigidimento delle forze politiche». Matteo Salvini, dopo un passaggio al Quirinale, è già in piazza per chiedere il ritorno al voto: «Per il governo che ha in mano il futuro dell’Italia decidono gli italiani, se siamo in democrazia». Anche Di Maio attacca atesta bassa: «Chi decide il governo degli italiani? Le agenzie di rating?», dice in diretta Facebook il leader del M5S che poi attacca direttamente il Presidente Mattarella: «La sua è una scelta incomprensibile, allora è inutile votare se i governi li decidono sempre gli stessi».

Giuseppe Conte, dopo che il segretario generale Ugo Zampetti ha confermato lo scioglimento della riserva e la remissione del mandato, è uscito di fronte alle telecamere per un laconico rinfgraziamento al Capo dello Stato ma anche a Di Maio e Salvini che gli avevano affidato l’onore di guidare il governo.

A confermare l’altissima tensione già nel primo pomeriggio, dopo la dichiarazione di Paolo Savona, l’arrivo in segreto al Colle prima di Matteo Salvini e poi di Luigi Di Maio, per un ultimo drammatico faccia a faccia con Sergio Mattarella.

Il comunicato di Paolo Savona, diffuso alle 13, non è stato infatti sufficiente a diradare le perplessità sulla figura dell’economista sardo. Anche perchè – viene fatto notare – è stata pubblicato sul sito dei No-euro “Scenarieconomici.it”. Un tentativo in extremis, in cui sono diventate chiare le dinamiche: la Lega impuntata sul nome di Savona all’Economia, ad alimentare il dubbio che voglia apposta far saltare il tavolo per tornare al voto e passare all’incasso; i Cinque Stelle disposti a trattare fino alla fine, pur di approdare a Palazzo Chigi.

Tant’è che è continuata a circolare l’ipotesi di una mediazione finale che prevedeva lo spacchettamento del Mef in due dicasteri, con le Finanze affidate a Savona e il Bilancio, con la delega ai Rapporti con l’Europa, al banchiere di lungo corso Rainer Masera, 74enne ex ministro del governo Dini, docente all’Università telematica Marconi da cui negli ultimi tempi si era avvicinato al mondo pentastellato. Ipotesi però tramontata nelle ultime ore.

Conte è salito al Colle con il nome di Savona inserito nella casella dell’Economia. Una scelta che ha chiuso qualunque possibile via d’uscita. La stessa presenza, prima di Conte, dei 2 leader di Lega e M5S ne erano del resto l’anticipazione. Non è bastato quindi a convincere il capo dello Stato la dichiarazione di Savona in cui chiarisce la sua volontà di riformare l’Europa ma rispettando i Trattati, senza accenni a posizioni euroscettiche estreme ma neppure a posizioni favorevoli alla moneta unica. Savona sottolinea la piena aderenza al contratto di governo legastellato anche sul fronte della riduzione del debito attraverso la crescita.

Se il fallimento verrà confermato, il ritorno alle urne si avvicina. «Buona domenica Amici. Chi si ferma è perduto, io fino all’ultimo non mi arrendo!», ha twittato Salvini fotografando nostalgicamente le vecchie lire, prima di partire per Terni e Spoleto in vista delle amministrative del 10 giugno.

Eboli, 27 maggio 2018 (dal Sole24Ore)

4 commenti su “No a Savona da Mattarella. Conte rimette il mandato”

  1. Napolitano ha creato un precedente pericoloso quello di un presidente che va oltre il dettato costituzionale e le sue prerogative nel nostro ordinamento Noi vigiamo in una democrazia parlamentare e non presidenziale il presidente della Repubblica è soltanto poco più che un notaio può dare delle indicazioni ma non può porsi alla volontà di dei partiti i quali ammesso abbiano la maggioranza nelle camere sono libere di scegliere i componenti di un esecutivo Dunque l’atteggiamento di Mattarella finirà per favorire i cosiddetti populismi che la prossima volta se davvero si dovesse votare in autunno prenderanno i due terzi dei voti buona serata

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    • Vero, ma purtroppo, sia Salvini che Di Maio per coprire le loro difficoltà hanno deciso di affidarsi al Presidente invece di scegliere la strada parlamentare al momento pernulla praticata.
      Mattarella era buono fino ad adesso che li ha assecondati da ora in poi no.

  2. La crisi della società italiana,morale ,culturale
    storica , politica,si esprime nella parabola dei
    ceti intellettuali e nella corruzione volgarizzata
    di ampi strati popolari.Dispiace che un intellettuale
    come il prof Paolo Savona ,insigne studioso di teorie
    monetarie sia caduto nelle trappole “radioattive”
    dei due impostori populisti ,che avevano come obiet-
    tivo la strumentalizzazione delle sue controverse idee sull’euro.
    I due ciurmatori hanno affermato che i rapporti
    istituzionali e i processi politici sono rapporti
    mercantili e non rapporti costituzionali.
    Il Presidente della Repubblica ,come custode della
    Costituzione repubblicana ,nel difendere le sue
    prerogative istituzionali ,ha difeso la Costituzione
    antifascista ed il Parlamento rappresentativo,dalle
    imposizioni dei nuovi inquinatori populisti,imposizio-
    ni così cariche di schiamazzi e baldanze neofasciste.
    GRAZIE PRESIDENTE.Egli non si è comportato come un
    notaio ,ma ha riaffermato che la decisione sovrana,
    non stà nella “lex mercatoria”e nel contratto ,ma che la sovranità del popolo ,quando esso è “virtuoso”
    risiede nella Costituzione e nel Parlamento secondo
    le regole della rappresentanza parlamentare , in
    accordo con la migliore dottrina del Novecento
    (vedi Hans Kelsen).
    Per i precedenti storici ricorderò che nel 1922,
    quando Vittorio Emanuele si comportò come un notaio,
    rifiutò di fermare i decreti del governo “Facta” e
    aprì le porte dello Stato al fascismo;e per non
    dire del reazionario maresciallo Hindenburg,che sulla
    base di una strumentale interpretazione dell’art.48
    della Costituzione della Repubblica di Weimar,
    nel 1933,diede l’incarico di cancelliere ad Adolfo Hitler,un criminale nazista.
    Per finire il dott.Marco Naponiello ha sostenuto
    opinioni collimanti con quelle della nota “fascista
    on/le SANTACHE’.Mi sentirei un “pericoloso sovversivo,
    ma non un rivoluzionario ,se mi accorgessi di ragionare come i vecchi e nuovi arnesi del fascismo.
    peppe leso 28 maggio 2018

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  3. chissà i girotondini dove sono, i guardiani della costituzione, con Berlusconi scatenati ed oggi assenti. Cottarelli amico del Pd, sconfitto alle elezioni torna in auge con un governuccio balneare di breve respiro che non accontenta nessuno. cittadini e mercati.

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