Doppio appuntamento a Eboli per Luigi de Magistris con la presentazione del suo libro “La Città ribelle” e l’inaugurazuione della sede di DemA.
Il Sindaco di Napoli ha presentato il suo libro “La Città Ribelle” scritto con Ricca, Erri De Luca e De Giovanni e poi ha inaugurato con la sua fedelissima Assunta Nigro la sede di Dema. De Magistris ”Noi siamo una forza di liberazione e crediamo nella difesa di Beni Comuni, portando avanti con orgoglio una lotta per il riscatto della Campania e del Sud!”
di Marco Naponiello
per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, nonché presidente del movimento DemA (Democrazia e Autonomia), è stato ospite ad Eboli per un doppio appuntamento politico. Infatti l’ex PM transitato nella politica attiva, da anni conosciuto dal grande pubblico prima per le sue numerose inchieste contro la corruzione ed ora dopo un passaggio da europarlamentare (Italia dei valori), è al suo secondo mandato come Primo Cittadino del capoluogo regionale, ha consumato un doppio faccia a faccia con i suoi estimatori locali sabato 12 maggio.
Infatti nell’auditorium S. Bartolomeo si è svolta la presentazione del libro “La città ribelle” (edito da Chiarelettere), redatto a quattro mani con la giornalista Sarah Ricca corredato dai contributi di Erri De Luca e Maurizio De Giovanni. Napoli grazie a de Magistris ha svoltato, i napoletani stanno tornando ad essere fieri della loro città ma ancora persistono sacche di’illegalità diffusa: una elefantiaca macchina burocratica, e quello che paventa maggiormente il Sindaco, un boicottaggio da parte del Governo Centrale, e dove paradossalmente la bella “Partenope” sembra prigioniera di un debito pubblico comunale altissimo ereditato da passate Amministrazioni,i che ne impedisce lo sviluppo in un momento di contingenza felice. A tutto questo si ribella Luigi de Magistris, volendo creare un nuovo “Movimento nazionale di liberazione” DemA appunto. Fiero di essersi scrollato il vecchio rapporto tra il Governo Nazionale,le istituzioni cittadine vivono ed operano in autonomia di scelte, coltivando progetti di crescita e nuove aspirazioni politiche per la collettività, in un quadro generale avulso dal vecchio sistema dei partiti che ha devastato le casse comunali.
Chiariamo subito che il personaggio Luigi de Magistris non ammette vie di mezzo: o si ama, o si odia! Egli infatti è considerato dai suoi estimatori, come un emblema coraggioso della rivincita del Sud contro il sistema partitocratico, un uomo libero e forte che combatte il “Leviatano del Sistema” e gli ultimi venti anni “riempiti” da esecutivi nazionali, obbiettivamente, dimentichi della Questione Meridionale; dunque de magisteri viene visto come un momento di rottura dello status quo, di sana ribellione alle rigide regole contabili targate UE, che affossano a priori ogni iniziativa di rilancio, in specie degli enti locali al di sotto della Linea Gotica. Ultima chicca, la possibilità che de Magistris sia il prossimo candidato alla presidenza della Regione Campania di un caratello allargato di centro-sinistra, cosa che a vedere molti ospiti politici presenti i platea, nel sabato ebolitano, e i partiti in cui questi ultimi militano sembra un indizio, parafrasando per celia, il diritto processuale penale.”grave, preciso e concordante.”
Di contro per i suoi detrattori, egli altro non è che un Masaniello 2.0, già da magistrato le sue inchieste riprendendo il “Tanto Rumore per Nulla” di Shakespeare, (denominato Giggino a’ manetta,) non hanno prodotto alcunché se non spreco di danaro pubblico, considerato dagli avversari accentratore e narciso (anche il suo movimento DeMa, è l’acronimo delle iniziali del suo cognome), accusato di nepotismo, di piagnulocheria meridionale, e di sterile ribellismo (il “nostro”, gode delle simpatie dei centri sociali partenopei, in specie del Je so pazz, che è stato l’incubatrice politica della lista “Potere al Popolo”, cosa che infastidisce alcuni), della serie “la colpa è sempre degli altri”, avulso da una seria analisi politico-sociale che faccia prendere coscienza dei problemi reali e strutturali della città di Napoli. Segnaliamo al caso, un piccato commento di un lettore anonimo in calce ad un articolo pubblicato proprio da il Mattino di Napoli il 9 aprile scorso cosi commentava: «ma perché solo Napoli sarebbe sotto attacco e non altre città? Ce l’hanno con i napoletani o con il governo della città? se poi leggiamo che siamo ultimi in Italia (sole 24h) questa è un altro meteorite lanciato contro Napoli? se così fosse meglio fare denunce formali alla procura per danno reale e di immagine alla città da parte di De Magistris che essendo uomo di legge conosce la differenza tra azione politica e azione giudiziaria.»
Con queste “frizzanti” premesse, si consuma il doppio appuntamento ebolitano, dopo la prima tappa salernitana sempre in giornata, organizzato dai coniugi Italo Ciccarone e Assunta Nigro, fervidi sostenitori della prima ora dell’ex magistrato prestato alla politica, che invero non si sono mai risparmiati anche in tempi difficili di perorare l’azione ed il pensiero del primo cittadino partenopeo.
Scaletta di appuntamenti ha avuto una variante su programma iniziale, infatti de Magistris ha “benedetto” come sua prima iniziativa, la nuova sede locale “Agorà DemA”, sul centralissimo viale Amendola al civico 61, un luogo di aggregazione voluto, come tutta la tappa eburina del sindaco partenopeo, dai referenti Locali di DemA, ricordiamolo ancora una volta, Italo Ciccarone ed Assunta Nigro, che da anni seguono con passione e dedizione le iniziative di Luigi de Magistris.
Si inizia l’incontro, con la presenza di un nutrito pubblico di sostenitori, curiosi e molti esponenti della Sinistra locale, tra i quali spiccano: il capogruppo consiliare MDP, Antonio Conte, il candidato Senatore alle trascorse Politiche di Potere al Popolo, Massimiliano Voza, la responsabile locale di Libertà e Giustizia, Sofia Masillo, cariche istituzionali: il Sindaco di Eboli Massimo Cariello, quello della viciniore città di Campagna, Roberto Monaco, insieme ad altri variegati rappresentanti della società civile comprensoriale.
Abili sono stati i due moderatori serali, ci riferiamo a: Rosaria Ciccarone e Giampiero Comite, i quali si son bene alternati, cadenzando tempi, temi e argomentazione all’invitato Luigi de Magistris e agli altri fugaci relatori, di quello che, a consuntivo finale, sicuramente è stato un successo organizzativo e di pubblico da attestare ai Coniugi Italo Ciccarone ed Assunta Nigro.
Inizia Rosaria Ciccarone, introducendo il significato del libro “la città di ribelle” e gli impegni sociali e politici di Luigi de Magistris, rammentando, come poco dopo farà don Alfonso Raimo, la figura di Matteo Ripa, missionario e fondatore dell’odierno Istituto Orientale di Napoli, primo Istituto universitario di cultura e lingue orientali in Europa: «..Napoli è ancora inferno, ma ci sta anche Purgatorio e Paradiso, purtroppo sui media si attardano solo sulle negatività e non sulla vita culturale molto attiva. Napoli è dotata,esempio unico nel nostro Paese, di un assessorato ai beni collettivi. Essa è città di pace e di accoglienza, profondamente impegnata nelle battaglie sui diritti civili!»
Giampiero Comite ha operato una compendiosa sinossi della carriera in Magistratura dell’ospite serale, dalle indagini sui fondi europei (Why Not), che ipotizzava un gruppo di potere trasversale e sovversivo legato ad una loggia massonica coperta, la quale avrebbe guidato le scelte di amministrazioni pubbliche per l’utilizzo di finanziamenti e l’assegnazione di appalti ed ove nel giugno 2007 furono raggiunti da una serie di provvedimenti della magistratura diversi personaggi ed amministratori molto noti, inchiesta che ebbe una vasta eco in tutta la nazione: «.. un polverone di fango che amareggiò il magistrato il quale dopo che il CSM gli tolse l’inchiesta sanzionandolo, episodio che lo costrinse alle dimissioni, lo spinse ad iniziare una seconda vita, ossia la carriera politica!»
La parola passa veloce a Luigi de Magistris, il quale in abbrivio spiega le ragioni del suo abbandono alla toga: «..sono entrato in Magistratura nel tormentato ’92, ho scelto di rimanere in prima linea come magistrato in Calabria e a Napoli, ma mi ha fermato non la criminalità organizzata, invece sono stati gli organi dello Stato, in specie il CSM (all’epoca dei fatti i vertici erano Napolitano e Mancino), se avessi svolto tali indagini 10 anni prima forse sarei morto, successivamente le mafie hanno usato i proiettili di Stato considerandoli più utili del tritolo, e son stato trasferito in altra sede. Ma la rabbia che avevo dentro – Continua de Magistris – da buon credente l’ho trasformata in energia e voglia di riscatto, cosi mi sono rifatto una vita in politica e nel 2009 ho ottenuto quasi 500.000 voti (Secondo in tutta Italia), e forse qualcuno mi avrà votato anche qui ad Eboli, un risultato del tutto inatteso! – Come neo parlamentare a Bruxelles, egli fu eletto presidente della commissione del Parlamento europeo istituita al controllo del bilancio comunitario: –..solo grazie alla mia esperienza di trincea, elezione supportata dai mie colleghi parlamentari, tra Calabria e Campania, ho potuto poi svolgere bene il mio incarico!»
Viene toccato nel corso del dibattito, anche il problema storico dei rifiuti solidi urbani in quel di Napoli, e il Sindaco rivendica l’eliminazione del servizio di esternalizzazione dello stesso, che ha eliminato la perenne emergenza terreno fertile per le mafie e la corruttela in genere: «.. rispetto a prima dei miei mandati come primo cittadino, è tornata la crescita culturale e turistica facendo di Napoli la prima città in Italia con un trend positivo, abbiamo fatto tutto da soli e senza finanziamenti alcuni. Noi meridionali potremmo vivere solo di Turismo, che non è una frase fatta, ma adesso abbiamo per paradosso il problema opposto, ovvero di troppa gente da ospitare! Poi la scelta dei beni comuni: Napoli è l’unica città d’Italia che ha rispettato il referendum sull’acqua pubblica, come bene comune primario, mettendo al primo posto il rispetto di questi elementi fondamentali della società da togliere alle avidità delle multinazionali!»
Il Sindaco di Napoli ha ricordato commosso come quando egli vestiva la Toga, 100.000 calabresi fecero una petizione per impedirne il trasferimento e ad adiuvandum si schierarono diversi parroci delle province calabre: ”..voglio ricordare che solo grazie alla vicinanza del popolo napoletano ho potuta fare il Sindaco di Napoli e senza soldi ed appoggi politici o governativi,adesso le mie spalle larghe le devo alle pregresse battaglie sostenute in autonomia ed indipendenza, elementi di forza nelle scelte ma pure di debolezza, perché si rischia l’isolamento. Per esperienza preferisco stare tra la gente e non nelle stanze del puzzo di potere e di compromesso. La gente perbene te la ritrovi vicina nei momenti difficili, il Potere nei momenti di difficoltà, ti gira le spalle e ti accoltella!”
Dopo essere stato ringraziato più volte, don Alfonso Raimo, padrone di casa appena salito sul tavolo dei relatori, ricorda agli astanti ed all’illustre ospite, che Eboli ha una simbiosi speciale che parte da lontano con il capoluogo regionale, ed inizia da quell’ebolitano illustre che è stato Matteo Ripa, monaco missionario in Cina, il quale ha costituito la pietra miliare dell’attuale Istituto orientale di Napoli, ossia il primigenio: «..Collegio dei Cinesi, dove vennero a studiare molti novizi giunti dall’Oriente! Napoli è uno scrigno di bellezza mondiale, un esempio che inorgoglisce tutto il Sud!» Anche Massimo Cariello, sindaco di Eboli, invitato tra i banchi dei relatori, ha ringraziato della visita il primo cittadino partenopeo nella nostra città, ricordando anch’egli la difficile opera di essere un Sindaco in una realtà meridionale, quasi una “follia” e ha continuato«..mi danno del populista, che trovo quasi un complimento, un epiteto comune a noi due, del resto abbiamo un medesimo senso di appartenenza, come anche ritengo ogni cittadino napoletano da quando ci sta lei si sente orgoglioso di abitare nella città di Napoli, un segnale che si è archiviato un certo vittimismo meridionale e che da questo può partire un riscatto del Mezzogiorno!»
Il microfono passa al moderatore Giampiero Comite che sempre in tandem Rosaria Ciccarone e dopo il consueto passaggio riassuntivo di alcuni stralci del “tomo- pamphlet” “La città Ribelle”, ritorna tra le mani di de Magistris che con fare suadente, da consumato intrattenitore di platee, alterna seriosità a facezie, dimostrando elevate capacità dialettiche di rara qualità, e la simpatia tipica accompagnata sempre da un grande carisma, degli abitanti al di sotto del Vesuvio. «..la delibera dei beni comuni, che è un provvedimento ‘copiatoci’ da molte realtà cittadine anche straniere, vuol far passare il messaggio che i beni comuni sono della collettività e l’ente locale ne è il mero gestore. Difatti è possibile e doveroso, recuperarli alla pubblica fruizione, sempre nel solco della gerarchia delle fonti, che vede la Costituzione come la matrice di ogni legge, ecco e perché ribellandomi ai dettami del fiscal compact e altre prescrizioni normativa, mi sono speso, anche contro il direttore generale del mio Comune, contro la chiusura di alcune scuole che sarebbero state a discapito dei bambini meno abbienti, amministrare una città non significa soltanto far quadrare i conti!»
Termina in crescendo de Magistris, sottolineando un revanscismo meridionale, e con facondia afferma: «..io mi sento prima un napoletano, poi un meridionale ed infine un italiano: solo con una forma di autonomia forte e consapevole, potremmo autodeterminarci in futuro, sarebbe fuorviante il titolo del libro, io non sono un sindaco ribelle sono ossequioso della nostra bella Carta Costituzionale, purtroppo tra le migliori del mondo ma ancora in buona parte inattuata nei principi fondamentali. In nome del coraggio e della legalità, come simbolo stiamo cambiando anche la toponomastica napoletana. Mi riferisco ad una strada che era intitolata al giurista Gaetano Azzariti, presidente della commissione sulla razza del periodo fascista, ho voluta intitolarla a Luciana Pacifici, una bambina di appena 6 mesi uccisa sulla via di Auschwitz!”
Ho imparato – si congeda con un consiglio che ha il sapore di una umana confessione, dalla sua serata eburina Luigi de Magistris – che nella vita non bisogna mai giudicare il prossimo, a tutti si deve concedere una possibilità di riscatto anche ai ‘malamente’, io personalmente quello che ho fatto in questi sette anni l’ho potuto realizzare soltanto grazie alla costante vicinanza della gente, specialmente quella semplice, della mia Napoli!”
Eboli 13 maggio 2018
…de Pulcinellis
Cerchiamo di capire il sindaco di Napoli,riferendo
la sua figura a due miti,simboli delle storie di Na-
poli e del Mezzogiorno d’Italia:Masaniello e il cardi-
nale Ruffo. Nessuno può negare che Napoli sia stata
ed è la capitale del Mezzogiorno d’Italia.I contadini lucani elessero Napoli la loro capitale ,in quanto
capitale della miseria.E la miseria molto ha contato
nella storia di Napoli. Gli avvenimenti di Napoli
hanno sempre avuto eco in tutto il Regno meridionale:
basta ricordare la storica rivolta anti-spagnola ,ca-
peggiata da Tommaso Aniello .detto Masaniello ,nel
1647 e l’epopea della impiccagione di tredici pos-
sidenti ad opera dei popolani in rivolta:il famoso
Arco dei Tredici a Portadogana di Eboli.
Come è importante ricordare il sanfedista cardinale Ruffo,alla testa di uno scellerato esercito di repres-
sori dei giacobini napoletani;la Repubblica partenopea
del 1799.Masse sanfediste nascoste negli anfratti della società meridionale che all’occorrenza rie-
mergono, arricchendo di ulteriore disperazione la loro
precaria esistenza.Questo può,forse ,spiegare il
recente successo elettorale dei grillini , nel Sud
e con i quali il sindaco di Napoli non disdegna di parlare.
Quindi De Magistris ,un moderno Masaniello che
indossa le vesti del cardinale Ruffo?. Egli è lontano
dalla migliore tradizione culturale napoletana,quando
i filosofi intervenivano in aiuto dei governi e quando cercavano di rielaborare la sapienza “volgare” della plebe, perché essa diventasse popolo.
Questo popolo -plebe che si contappose all’annessione
del Sud in una terribile guerra civile dopo il 1860.
E comunque la presenza di De Magistris ci aiuta a
ricordare il nostro passato e nel solco dei nostri
grandi filosofi -ribelli ,Bruno ,Campanella ,Vico,
questo popolo del Mezzogiorno,quando ha saputo rie-
laborare il proprio ribellismo ,ha dato un contributo
fondamentale alla rinascita nazionale ed europea
peppe leso 14 maggio 2018