Al centro del dibattito gli intrecci pericolosi e gli interessi inconfessabili che si celavano dietro la trattativa Stato-Mafia.
Fatti & Misfatti emergono nel libro di Roberta Ruscica, “I Boss di Stato” edito da Sperling & Kupfer. All’evento organizzato dall’Associazione Noi Tutti Liberi e Partecipi, hanno partecipato: l’autrice; Occhiello del Tg3 Campania, il Procuratore aggiunto del Tribunale di Salerno Cannavale.
di Marco Naponiello
per POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
BATTIPAGLIA- Da anni dibattiti televisivi e titoloni su testate giornalistiche di prim’ordine parlano della “Trattativa Stato-Mafia”, la quale si riferisce ad una sorta di negoziazione (al limite del romanzo di spy story, ma purtroppo pare verosimilmente accaduta) tra alcuni alti dirigenti della Repubblica Italiana ed esponenti-emissari di “Cosa Nostra”, che riguarderebbe il periodo storico subito appresso la stagione stragista del 1992-93 tristemente nota ancor oggi. Dunque un vero e proprio ricatto al cuore dello Stato per ottenere in contropartita un’attenuazione delle misure di detenzione, come regolate dall’articolo 41 bis dell’Ordinamento Penitenziario, che commina il cosiddetto “carcere duro ai mafiosi”, un successo legislativo per l’epoca, caldeggiato dai magistrati successivamente assassinati dalla Mafia in quel mortifero anno che fu il 1992, ci riferiamo a: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Poche settimane addietro, ossia il 20 aprile, è stata emessa la sentenza di primo grado da parte della Corte di Assise di Palermo, con la quale si condannano a dodici anni di carcere due generali dei Carabinieri: Mario Mori ed Antonio Subranni, l’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, il mafioso Antonino Cinà, ad otto anni un altro alto ufficiale dell’Arma, il colonnello Giuseppe De Donno, a ventotto anni il capocosca Leoluca Bagarella, prescritte, come richiesto dai pubblici dai pm, le accuse a carico dell’ergastolano Giovanni Brusca, mentre viene assolto l’ex Ministro degli interni e presidente del Senato, Nicola Mancino, all’epoca dei fatti militante nella Democrazia Cristiana.
Da quel che si riscontra “La trattativa Stato-Mafia” non è un per nulla un teorema fantasioso, una speculazione ad uso e consumo di giornalisti vanitosi e testate a caccia di facili e lucrosi scoop, ma quanto sembra essa sia iniziata con l’omicidio del plenipotenziario andreottiano siculo, Salvo Lima, e continuata con le stragi del ’92-’93. Infatti dal dispositivo della sentenza si evince, salvo rovesciamenti in secondo grado visto che viviamo pur sempre in una Repubblica fondata sul garantismo processuale, che Marcello Dell’Utri avrebbe mediato con le organizzazioni malavitose fin dal ’93 a seguire; dunque la Storia ci parrebbe di conoscerla, ma forse ancora è intermante da scrivere…
Pertanto di questo e di molto altro si è parlato nel Convegno:
“Una Repubblica ‘ferita’. L’inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia”, iniziativa civica promossa dall’Associazione Noi Tutti Liberi e Partecipi – circolo di Battipaglia, sabato 5 maggio alle ore 18.00, presso il Salotto comunale di Palazzo di Città, piazza Aldo Moro.
Ne hanno discusso nell’elegante Salotto Comunale gremito di un pubblico interessato ed attento, un parterre d’eccezione: Roberta Ruscica – giornalista e autrice del libro “I Boss di Stato”, Giovanni Occhiello – giornalista di Tg 3 Campania, Luigi Alberto Cannavale – procuratore aggiunto del Tribunale di Salerno, ed infine ha portato i saluti Luciano Ceriello – presidente dell’associazione/organizzazione politica “Noi Tutti Liberi e Partecipi” e cofondatore della coop sociale “Libertà è Partecipazione” (con a capo la giovane presidente “in rosa” Manuela Di Leo), da diversi anni impegnato in prima persona nelle battaglie civiche del territorio battipagliese, come di tutta la Provincia di Salerno.
L’incontro sviluppatosi nella laboriosa cittadina della Piana del Sele, è stato il momento clou del tour salernitano della giornalista Roberta Ruscica autrice appunto del libro-inchiesta, il quale ha avuto tre prologhi: il primo venerdì 4, alla Bimed di Salerno (Biennale Arti e Scienze del Mediterraneo) con licei provenienti da tutta Italia, rappresentanti degli stessi per un numero di 400 unità, convenuti nella città di S. Matteo per la “Staffetta di scrittura creativa”,successivamente nella mattinata del 5, al Liceo Scientifico “E. Medi” di Battipaglia ed al Liceo Classico “E. Perito” di Eboli.
Erano presenti in aula oltre come accennato ai relatori del convegno e tanto pubblico, diverse testate giornalistiche locali, autorità di pubblica sicurezza, e tra gli altri, il presidente del circolo ebolitano di Noi Tutti Liberi e Partecipi, Vincenzo Fornataro, e la dirigente del circolo della Piana del Sele di Libertà e Giustizia Sofia Masillo. Un innegabile successo quindi per il presidente provinciale di Noi Tutti Liberi e Partecipi, Luciano Ceriello, a cui viene riconosciuto un ruolo sociale di primaria importanza nel comprensorio, arricchito anche dalla costituzione parallela della coop sociale Libertà è Partecipazione, nata appunto per colmare esigenze di assistenza (welfare) assenti o di molto insufficienti da parte dello Stato, in specie nelle regioni Meridionali.
Va specificato in abbrivio che tutti i relatori, anche nei momenti di dialogo con gli astanti (molto partecipi all’avvenimento, i quali hanno prodotto diverse domande sempre rivolte ai protagonisti), sono stati sempre accorti ad evidenziare la temporaneità della sentenza su cui si basa la discussione. Essa infatti è stata licenziata in primo grado e si basa su un mero dispositivo giudiziale (decisione) mentre si attende la motivazione (argomentazione logico-giuridica) su cui trarre altri elementi di discussione, oltre ai certi prossimi gradi di giudizio, nel merito in Appello e di Legittimità in Cassazione. Sentiti applausi ed occhi umidi, quando Gianni Occhiello ha ricordato Giancarlo Siani, cronista de Il Mattino di Napoli, trucidato dalla camorra del Clan Nuvoletta nel lontano settembre del 1985, emblema del giornalismo di inchiesta, serio e coraggioso, che fortunatamente nel nostro Paese ancora resiste, come ha dimostrato il pubblico nell’accogliere entusiasticamente l’autrice e comperando il libro esposto in sala in una moltitudine di copie.
Inizia con i saluti ed i ringraziamenti di rito, il promotore della serata, l’avv. Luciano Ceriello, che da presidente provinciale del sodalizio politico-apartitico “Noi Tutti Liberi e Partecipi” ha evidenziato il sottotitolo della manifestazione: “..Una Repubblica ‘ferita,’ed effettivamente questa è la percezione generale che come collettività avvertiamo, la quale penalizza i deboli e nega i diritti sociali parimenti ai valori costituzionali in cui crediamo come organizzazione, valori che fanno da corollario alle pari opportunità riconosciute dalla carta fondamentale; adesso in questa triste contingenza un ‘ascensore sociale’ è irrealizzabile, un frangente storico cosi iniquo che mai avremmo pensato si realizzasse sulla pelle degli italiani, in specie dei giovani come dei meno giovani. Per ovviare a tali storture, abbiamo indicato come obiettivo della coop sociale Libertà è Partecipazione di cui sono socio fondatore, la quale non vuol essere e non è, solo uno slogan stile anni ‘70, ma si prefigge in aggiunta ad eventi come questi odierni che ospitiamo, di perorare la perequazione sociale aumentando al contempo la coscienza civica attraverso la consapevolezza dei fatti storici. Infatti – chiosa in conclusione di intervento Ceriello – il rischio è quello di perdere la realtà delle cose in cui si è vissuti con annessa assuefazione allo stato di fatto, che creano sudditanza al potere ed alla logica di malaffare: noi vogliamo e lo ribadiamo con forza, essere cittadini e mai sudditi!”
La parola passa a Gianni Occhiello, cha ha tenuto “il filo” delle varie disquisizioni serali, giornalista conosciutissimo del Tg3 Campania, Occhiello è testimone da anni dei cambiamenti in melius et peius della nostra società regionale e non, rivendicando l’esistenza odierna di un giornalismo pulito, dalla “schiena dritta” che fa da contraltare a professionisti dell’informazione non in linea sempre coi dettami deontologici della professione: ”… tale sentenza mette adesso un punto fermo sull’esistenza della trattativa Stato-Mafia, anche se trattasi di primo grado, questo libro mette nero su bianco la memoria del nostro paese, che purtroppo tra tante bellezze ha anche tante cose che non funzionano, le quali tendiamo anche dimenticare, purtroppo facilmente, gli episodi che hanno caratterizzato la nostra Storia. Quindi dobbiamo essere orgogliosi di aver persone come Roberta che coraggiosamente portano avanti tali principi, in specie per rendere edotte le nuove generazioni!”
Il procuratore Luigi Alberto Cannavale, ripercorre commosso le sue prime esperienze del 1993 in Sicilia come giovane magistrato e la conoscenza di servitori dello Stato che i seguito saranno uccisi dalla Mafia, e lui da “forestiero” si fece apprezzare dai siciliani per la sue qualità professionali: “..i rapporti tra apparati statali e criminalità ci sono sempre stati,un libro questo che fa riflettere quello di Roberta, e fa luce su episodi di inaudita gravità! Ricordiamo l’avv. Canfora, biglietto da visita di elementi dello Stato come cognato dell’allora Ministro degli Interni Gava per contattare il Boss Cutolo in carcere per liberare Ciro Cirillo, assessore regionale campano in mano alle BR. Le stesse commistioni sono state presenti nel caso di Aldo Moro, anche se nella fattispecie per quel che riguarda la trattativa Stato – Mafia, i ruoli degli ufficiali dei Ros Mori e De donno non furono fondamentali. Si dovranno pertanto valutare bene – sottolinea con forza l’alto magistrato – le argomentazioni-costruzioni giuridiche per provare davvero le commistioni, e dunque il concorso tra apparati e criminalità!”
Roberta Ruscica, attesissima ospite della serata e ricordiamo autrice del libro ”I Boss di Stato” inizia con il sottolineare che”..mai mi sarei aspettata di scrivere di Mafia, ma la strage di via D’Amelio e l’uccisione di Paolo Borsellino cambiarono il corso degli eventi miei e nazionali!” Fondamentale il 30 gennaio 1992 ove nel Maxiprocesso gli imputati di Cosa Nostra, furono condannati in Cassazione, con pene durissime e non messe in conto, difatti questi si sentirono traditi dagli “amici”, e cosi il verso della Storia d’Italia prese un brutto crinale. Ci furono prima l’uccisione di Salvo Lima, ricordiamolo plenipotenziario di Giulio Andreotti nell’isola più volte parlamentare e già Sindaco di Palermo e fu: “L’inizio della fine per il duo Falcone-Borsellino!”, subito appresso stragi di Capaci e di via D’Amelio, con un avvertimento feroce di non essere ostacolati, da parte dei mafiosi verso le istituzioni. E da li le congetture che durano da oltre un quarto di secolo, se ci fu realmente una trattativa, come si evince dal dispositivo della sentenza di primo grado della corte di assise di Palermo, e a cui cerca Roberta Ruscica ricostruire:intrecci, accordi, interessi mafiosi sugli appalti, attraverso le dichiarazioni dei pentiti e gli ordini della Cupola di Cosa Nostra agli affiliati: ”Nel Libro vi è una esclusiva intervista a Teresa Principato, il procuratore aggiunto di Palermo che da la caccia da anni Matteo Messina Denaro. Io mi trovavo a Palermo qualche giorno prima della strage di via D’Amelio, Ho vissuto in prima persona l’omicidio di don Pino Puglisi, ho collaborato con Gian Carlo Caselli, allora procuratore capo di Palermo, il quale presentò il mio libro e ci incontrammo nel capoluogo siculo. Subito dopo collaborai anche con altri magistrati come Nino Di Matteo e Carmelo Petralia. Per la mia opera sono stata allontanata dal Corriere della Sera ed attaccata dal giornalista Renato Farina, poi sospeso dall’albo dei giornalisti, il, famoso “Betulla” che collaborava con il SISMI, reo di diversi articoli diffamatori!”
Più volte l’autrice del libro-inchiesta ha ringraziato il procuratore aggiunto di Salerno, Luigi Alberto Cannavale e l’associazione di Luciano Ceriello per l’invito. ”..ho intervistato come prima il pentito Scarantino e leggendo le dichiarazioni di Spatuzza, altro pentito ho cercato di farmi una idea dei fatti sulla trattativa, che nasce nell’estate del 1991, dove Totò Riina seppe anticipatamente della condanna dei boss in Cassazione, in quel periodo Giovanni Falcone stava al Ministero di Giustizia a Roma, vilmente accusato di allontanarsi dalla lotta alla Mafia.”
La Ruscica continua per diversi minuti nel suo lungo excursus, evidenziando con cura certosina, fatti e persone che ben sono stati documentati negli anni dai media nazionali, congedandosi infine vero le ore 20.00 dalla platea con una chicca per gli ospiti: ella ha anticipato la prossima uscita di una seconda parte del libro in questione, promettendo di arricchire di particolari scottanti tutta l’intera fosca vicenda, su come vennero prese le decisioni più infelici e la progettazione di piani di deviazione dall’ordine democratico, dalle stragi consumate a quelle che per fortuna (come al pullman dei carabinieri allo Stadio Olimpico di Roma), non sono giunte mai a compimento.
Grande merito in congedo, va agli organizzatori in simbiosi agli augusti ospiti, di perorare tale nobile causa, volta a mantenere alta l’attenzione e sensibilizzare le nuove generazioni su queste pagine oscure della nostra Storia, che come “fantasmi” continuano a tormentare la nostra coscienza collettiva, ma al contempo possono essere sicuro volano per la crescita della memoria nazionale, insieme alla creazione di una nuova e più robusta forma di cittadinanza attiva.
Battipaglia 7 maggio 2018
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