Nella “Giornata mondiale vittime dell’amianto”, la Città di Eboli risponde con 50 siti bonificati.
I dati dell’amianto sulla salute pubblica: 6000 morti l’anno scorso; oltre 21mila casi di mesotelioma maligno diagnosticata in 20 anni; una lotta senza quartiere alla presenza di polveri di amianto P10 nell’aria. Il Sindaco Cariello: “Sensibilità per l’ambiente, tutelare della salute, collaborazione con comitati e associazioni, con tali premesse abbiamo avviato e realizzato un’imponente azione di bonifica del territorio”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il 28 aprile di ogni anno vengono ricordate le vittime dell’amianto: una giornata internazionale di commemorazione dedicata a tutti i lavoratori morti in incidenti sul lavoro o da malattie causate dal lavoro. Anche la Città di Eboli in questa giornata vuole commemorare le vittime da esposizione all’amianto, certificando e confermando il proprio impegno insieme alle associazioni e i comitati presenti sul territorio, oltre che nella divulgazione della cultura della sicurezza e della salute che tuteli in uno sia i lavoratori e sia i cittadini esposti all’amianto. A 26 anni dalla legge che bandisce l’amianto, l’asbesto continua ancora a fare vittime e ancora non c’è un piano nazionale che copre tutte le regioni e che preveda l’istituzione di siti di raccolta e di bonifica, oggi solo 18 in italia.
Il bilancio della lotta serrata contro la presenza dell’amianto sul territorio comunale arriva nella “Giornata mondiale in ricordo delle vittime dell’amianto“. Un bilancio che parla di azioni sull’intero territorio comunale, con interventi di privati e del Comune di Eboli e con la collaborazione di cittadini ed organismi associativi. «Sensibilità per l’ambiente, volontà di tutelare la salute dei cittadini e la strettissima collaborazione con comitati ed associazioni hanno consentito al Comune di avviare e realizzare un imponente azione di bonifica dell’intero territorio comunale – sottolinea il sindaco di Eboli, Massimo Cariello -. Siamo tra i pochi Comuni ad avere strutturato interventi ed azioni, con un programma preciso ed obiettivi chiari per tutelare la salute dei cittadini, per dire no all’amianto che provoca 4000 morti all’anno, con oltre 21mila casi di mesotelioma maligno diagnosticato dal 1993 al 2012».
I dati dell’azione comunale riguardano sia strutture private, che pubbliche. «A 26 anni dalla sua messa al bando, l’amianto è ancora diffusissimo in diverse forme in tutta la nazione – ricorda l’assessore all’ambiente, Ennio Ginetti -. Eboli si colloca tra i pochi Comuni che hanno istituito uno sportello amianto, frutto dell’indispensabile collaborazione con il comitato “Leviamoci l’amianto dai tetti” di Eboli. Abbiamo emesso decine di ordinanze comunali per la rimozione dell’amianto, oltre 50 bonifiche sono così state eseguite da privati».
Privati a parte, il Comune ha già rimosso l’amianto da tutti gli edifici di proprietà comunale. Per i privati a reddito basso, è stato introdotto un contributo per la rimozione dell’amianto. Nella lotta all’amianto il Comune ha voluto ricomprendere l’intero territorio. «Abbiamo lavorato ed ottenuto un finanziamento per la bonifica dell’ex Apoff, seppure struttura non comunale – ricorda ancora l’assessore Ginetti – e stiamo lavorando con la proprietà per l’ex foro boario. Il territorio è monitorato quotidianamente dagli ispettori ambientali in collaborazione con l’ASL e stiamo per avviare, su spinta del comitato cittadino per la salute pubblica, un monitoraggio ambientale sulla presenza di polveri di amianto P10 nell’aria».
Eboli, 29 aprile 2018
Invece di fare propaganda, l’assessore dicesse quali sono i 50 siti bonificati e quale e’ stata la partecipazione del Comune. Basta, non se ne può più ogni occasione e’ buona per una conferenza stampa in cui si parla di aria fritta.