25 Aprile, 73° anniversario della Liberazione: Da Mattarella a Eboli e Battipaglia

Festa della Liberazione: Il Presidente Mattarella incontra al Quirinale le Associazioni Partigiane, Combattentistiche e d’Arma. Celebrazioni in tutta Italia.

In provincia di Salerno sono tante le iniziative che celebrano il 25 aprile e la Festa della Liberazione dal nazifascismo: A Eboli con la deposizione da parte del Sindaco Cariello di una Corona d’alloro, a Battipaglia con un dibattito organizzato dalle ACLI Salerno.

25 Aprile 2018-Mattarella incontra le Associazioni combattentistiche
25 Aprile 2018-Mattarella incontra le Associazioni combattentistiche

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

ROMA – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato al Quirinale gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, nella ricorrenza del 73° anniversario della Liberazione.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti il Presidente del Consiglio Nazionale Permanente delle Associazioni d’Arma, Mario Buscemi, il Presidente della Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane, Claudio Betti, il Presidente Emerito dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Carlo Smuraglia, la Ministra della Difesa, Roberta Pinotti, e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli.

Il Presidente Mattarella e la Ministra Fedeli hanno poi premiato le scuole vincitrici del Concorso Nazionale dal titolo “1° Gennaio 1948, da sudditi a cittadini: sovranità popolare, partecipazione, solidarietà“, promosso dal MIUR d’intesa con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

Al termine il Capo dello Stato ha pronunciato il seguente discorso.

«Un benvenuto al Quirinale alle Ministre della Difesa e dell’Istruzione, senatrici Pinotti e Fedeli, al presidente della Confederazione nazionale fra le Associazioni combattentistiche e partigiane, professor Betti e al presidente del Consiglio nazionale delle Associazioni d’arma, generale Buscemi.

Mi rivolgo a tutti i rappresentanti delle Associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma qui presenti e, attraverso loro, a tutti gli aderenti che, in ogni parte d’Italia, operano, con dedizione e costanza, per mantenere viva la memoria degli eventi e trasmettere i valori della Resistenza e della liberazione del Paese dall’oppressione nazifascista.

Oggi, per celebrare l’anniversario della liberazione, mi recherò in Abruzzo, una regione – anch’essa – profondamente segnata dai combattimenti e dalle rappresaglie delle truppe naziste. Rievochiamo in questi giorni quel 25 aprile 1945, quando il comitato di liberazione nazionale alta Italia chiamava alla insurrezione generale. Pensando a quel momento storico il nostro pensiero è rivolto al presidente Sandro Pertini e a quanti furono artefici di quel giorno storicamente così importante per il nostro Paese.

Gran parte dell’Italia era già stata liberata. La Resistenza, attiva dal ’43, aveva combattuto con crescente intensità dal sud al nord del Paese, pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, cui si aggiungevano le orribili repressioni che hanno colpito cittadini innocenti e indifesi, anziani, donne e bambini.

Alle vittime di queste tragedie si aggiunsero i martiri della divisione Acqui nelle isole Ionie. Gli internati militari: 600.000 soldati deportati nei campi di concentramento perché si rifiutarono di combattere nelle file nazifasciste, trattati così duramente che ben 50.000 non fecero più ritorno. I militari del primo raggruppamento motorizzato caduti nella battaglia di Montelungo e quanti, nelle fila dell’esercito del sud, presero parte alla guerra di liberazione.

A tutti loro è rivolto il nostro pensiero e l’abbraccio del ricordo della Repubblica.

La Resistenza fa parte della nostra storia. Nata spontaneamente nelle città, nelle periferie, nelle campagne e sulle montagne, coglieva il bisogno di pace, di giustizia e di libertà. Ha ridato dignità alla Nazione.

Le Forze Armate vi hanno dato, con il Corpo italiano di liberazione, il loro prezioso contributo.

Tutti questi eventi, comportamenti, passioni, generose dedizioni vanno ricordati costantemente, con convinzione, anche perché, in tanti Paesi, le società di oggi, pur passate attraverso i drammi umani, le sofferenze e le macerie del ventesimo secolo, sembrano, talvolta, aver attenuato gli anticorpi all’egoismo, all’indifferenza e alla violenza, avvertiti intensamente dalle generazioni che hanno vissuto il secolo delle due guerre mondiali e le crudeltà delle dittature.

Affiorano ogni tanto segnali che manifestano rigurgiti di autoritarismi, di negazionismi, di indifferenza rispetto ai fondamentali diritti della persona umana, di antisemitismo, di malintesi egoismi nazionali.

Chi ha lottato, chi ha sacrificato la propria vita, per la libertà, per la giustizia e per la democrazia, costituisce un esempio per tutti e ci ha consegnato un patrimonio di valori che va custodito e trasmesso.

L’azione, che, attraverso le Associazioni che rappresentate, viene posta in essere, rappresenta un servizio alla democrazia e alla memoria del nostro popolo.

E’ di grande importanza far conoscere ai giovani, con le testimonianze e la coerenza delle vostre scelte passate, il valore dell’impegno, della responsabilità e della solidarietà.

Ai nostri militari, che hanno raccolto la tradizione di tanti nobili esempi di dedizione, di altruismo, di sacrificio, rivolgo il saluto più cordiale ed esprimo riconoscenza del Paese per il prezioso impegno quotidiano, in patria come in terre lontane, al servizio della pace e della sicurezza.

Pochi giorni orsono, alle Fosse Ardeatine, ho reso omaggio a quelle vittime innocenti, nella ricorrenza di una barbarie che non potrà mai trovare spiegazione umana. Nell’ascoltare l’appello delle 335 vittime trucidate, si viene presi dallo sgomento per tanta aberrazione e tanta violenza.

Proprio sulla base della constatazione dell’abisso di sofferenza e di disumanità che hanno subito nostri concittadini in quei tragici anni, possiamo guardare con grande ammirazione e riconoscenza all’eroismo, al coraggio, alla tenacia e all’operosità di quell’Italia che ha saputo ricostruire e offrire alle nuove generazioni una patria libera e pacificata.

Nella ricorrenza del 73° anniversario della liberazione, mi rivolgo a tutti voi, presidenti e rappresentanti delle associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma, per esprimere il mio sincero apprezzamento per il vostro compito di custodirne i valori, e mi permetto di esortarvi a cercare costantemente nuove idee, energie e iniziative per trasmettere questo patrimonio alle nuove generazioni».

Al Quirinale, erano presenti i vertici delle Forze Armate e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche.

Le celebrazioni del 73° Anniversario della Liberazione si sono tenute in tutta Italia e tra queste in provincia di Salerno nella Città di Eboli nella mattinata alle ore 11.00 in Piazza della Repubblica si terrà la cerimonia della celebrazione della Liberazione dell’Italia ed il conseguente ripristino delle libertà democratiche, per la circostanza il Sindaco Massimo Cariello alla presenza delle autorità civili, militari e religiose deporrà di una corona d’alloro al monumento ai caduti e in ricordo dei dispersi italiani di tutte le guerre.

A Battipaglia presso il Centro Sociale in via Guicciardini, in collaborazione con le Associazioni “Acli Proattiva-Famiglia Viva” e “Con le Mani” nella della III Edizione di “LiberAzione”si festefferà la Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo, a seguire poi ci sarà un momento di dibattito e riflessione organizzato in collaborazione con le ACLI provinciali di Salerno, su “LiberAzioni – storie del nostro territorio” per rilanciare i temi della libertà, giustizia sociale, pace e progresso. Nel corso della giornata sarà possibile aderire e firmare l’appello “Mai più fascismi, mai più razzismi

Roma, 25 aprile 2018

1 commento su “25 Aprile, 73° anniversario della Liberazione: Da Mattarella a Eboli e Battipaglia”

  1. Ieri il democristiano Mattarella ,presidente della Repubblica ,è andato a Carsoli ,in Abruzzo ,per affermare che la brigata antifascista “Maiella” aveva
    preferito definirsi brigata “patriottica ” e non brigata “partigiana”.Se ,in questo modo ,ha voluto
    svilire la influenza determinante dei comunisti nella
    lotta partigiana e nella Resistenza,si sbaglia di grosso.Come ha scritto G.B.vICO ,in una delle sue
    degnità:”Natura delle cose è nel suo nascimiento”.
    Nessuno può negare la determinazione e volontà unita-
    ria dei comunisti nella lotta partigiana e antifascista che culminò nella Resistenza.
    Nel mantenere fede ai propri propositi il comunista
    Gramsci .così rispose al pubblico ministero Isgrò ,al
    processo ,presso il Tribunale speciale fascista per la difesa dello Stato ,nel 1926:”Voi fascisti porterete l’Italia alla rovina,toccherà a noi comunisti ricostruirla”
    Naturalmente Mattarella s’è dimenticato della morte di Antonio Gramsci ,ucciso dalle angherie del carcere fascista ,avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 aprile del 1937.

    eboli 26 aprile 2018 peppe leso

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