Riconoscimento all’Istituto Agrario “Fortunato” di Eboli, per la didattica e le produzioni vitivinicole al Vinitaly 2018 di Verona.
La scuola ebolitana considerata eccellenza per la produzione del vino è stata premiata dal Mipaaf e dal Crea nell’importante concorso enologico nell’ambito della manifestazione di respiro internazionale “Vinitaly 2018”. Il riconoscimento è arrivato per: Palmento, Casarsa e Montedoro; tre vini straordinari di produzione dell’Istituto Agrario “Fortunato”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
VERONA – L’Istituto Agrario Giustino Fortunato di Eboli è stato indicato quale scuola di eccellenza per il vino nella manifestazione di respiro internazionale “Vinitaly 2018”, ospitata a Verona, nell’ambito del quarto concorso enologico dedicato alle scuole.
Lo ha ufficialmente comunicato nei giorni scorsi la dirigente scolastica Patrizia Marini, presidente della Rete Nazionale degli Istituti Agrari (RENISA). Il riconoscimento all’Istituto Agrario è arrivato per il Palmento, per il Casarsa e per il Montedoro, vini che caratterizzano didattica e produzione della scuola ebolitana e che, da tempo, rappresentano eccellenza enologica ai massimi livelli.
“La classe non è acqua“, recita un detto dalle nostre parti, per dire di qualcosa che è talmente preziosa che non si trova con facilità, dappertutto e in grandi quantità, quindi rara, esclusiva e per questo di grandissimo valore, ed infatti la “classe” si è fatta “vino”, e con il vino non si scherza. E lo storico Istituto Agrario di Eboli non scherza affatto e i vini di produzione della sua Cantina sperimentale didattica, in uno racchiudono storia, tradizione, cultura, pregio e tradizione vitivinicola.
Il Montedoro, Casarsa e Palmento, sono vini in “purezza” come dicono gli esperti, cioè provenienti rigorosamente da uve dell’azienda dell’istituto e monovitigni, raccolte a mano, accuratamente selezionate in vigna ed avviate poi alla pigiatura nella cantina: Il Montedoro, un Fiano, dal gusto asciutto e armonico, ben strutturato, morbido ed equilibrato, ideale con antipasti di mare ma ottimo, se invecchiato, con formaggi e mozzarella di bufala; Il Casarsa, un Aglianico tra i vitigni più diffusi in Campania, gusto asciutto, morbido e persistente, adatto alle carni rosse; Infine il Palmento, che prende il nome da un’antica struttura di origine romana adibita alla pigiatura ed alla prima fermentazione, un vino rosato ottenuto dal vitigno Aglianico di colore rosato, profumo elegante, speziato con sentori di vaniglia, ribes e fragola, gusto secco e armonico, adatto alle carni bianche e rosse, ai formaggi stagionati, al pesce e ai dolci; tutti e tre derivanti da toponimi della Città di Eboli.
E quale è il “segreto” che è valso alla Scuola Agraria ebolitana l’ambito riconoscimento? Sicuramente un rigoroso disciplinare dal momento che le uve, raccolte a mano, vengono accuratamente selezionate in vigna e subito avviate alla pigiatura nella cantina didattica, ma anche il sistema di conduzione, che è rappresentato da un’agricoltura integrata, a basso impatto ambientale, con uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute dei consumatori, e ancora l’impegno serio e professionale dei docenti, del personale addetto e soprattutto degli alunni. Tutte circostanze che sottolineano che “La classe non è acqua”.
«Ancora una volta un riconoscimento importante del Mipaaf alle eccellenze proprie dell’istituto. I vini Palmento, Montedoro e Casarsa costituiscono la sintesi perfetta di cultura, tradizione, territorio, qualità, ecosostenibilita’, eccellenze e buone pratiche didattiche. Il riconoscimento, conferito congiuntamente dal Mipaaf dal Miur e dal Crea nell’ambito del Vinitaly, costituiscono insieme un plauso e la progettualità futura di alunni e studenti» – commenta la dirigente scolastica, Laura Cestaro. –
La premiazione della scuola ebolitana si è tenuta nel salone Rossini, all’interno della manifestazione di Verona. Alla cerimonia di premiazione, oltre alla dirigente scolastica dell’Istituto Agrario di Eboli, Laura Cestaro, ed al docente referente della cantina didattica, Benedetto Reppuccia, hanno partecipato anche gli studenti Antonio La Regina ed Antonella Apicella, entrambi della V C, selezionati per meriti scolastici, e la docente accompagnatrice, Lucilla Polito. Presenza importante quella del direttore generale del Miur, Carmela Palumbo.
Onore al merito, e a proposito proposito val la pena ricordare che in merito ai tre vitigni e ai loro toponimi di origine e ai tre straordinari vitigni che da secoli deliziano i palati e accompagnano i cibi dei migliori intenditori di vino, si racconta che gli Dei stanchi dell’Olimpo e delle troppe implicazioni con il mondo reale di allora, spinsero alcuni naviganti a trovare un luogo alternativo per i loro “baccanali” e questi, dopo l’approdo del monte di Capaccio scelsero quello di Eboli: il Monte d’Oro; “d’oro” proprio come tutte le straordinarie ricchezze che questa terra offre e soprattutto per quel “nettare” appunto degli Dei, che dai vitigni del posto dilettavano il palato degli Dei e degli uomini, e si accompagnavano ai cibi sempre unici ed esclusivi che gli abitanti del luogo sapevano presentare e che poi sono diventati “scuola” del buon cibo oggi riconducibile alla Dieta Mediterranea al e alla sua preziosità tanto da guadagnarsi il riconoscimento da parte dell’Unesco di “Patrimonio immateriale Universale” dell’uomo.
Verona, 20 aprile 2018