Migranti & Proteste: Dopo due appuntamenti pubblici e la minaccia di un blocco stradale, il terzo si consuma alla presenza del Sindaco di Eboli Cariello.
Scaduto il termine perentorio che i residenti dell’Epitaffio hanno concesso all’Amministrazione per scongiurare l’arrivo di 25 Migranti in via Salvemini, pena un blocco stradale e paralisi dei trasporti. Il Sindaco Cariello rassicura: ”Potete stare tranquilli, la struttura all’Epitaffio non si farà ed a breve istituiremo una consulta tra i vari comitati di quartiere per renderli partecipi sulle scelte in questione!“
di Marco Naponiello
per (POLITICAdeMENTE) il blog di Massimo Del Mese
EBOLI – Il tempo è scaduto! Sembra questa l’affermazione che sinteticamente declina in una sola espressione lo stato d’animo dei residenti della contrada Epitaffio, allocata strategicamente nella zona orientale della città di Eboli, i quali da alcuni giorni sono in agitazione per il temuto arrivo ( con voci contrastanti che non acclarano le vere intenzioni dell’Amministrazione comunale) di ben 25 migranti, da stiparsi in un immobile situato in via Salvemini.
Dopo due incontri tenutisi al bar New York, il primo mercoledì 7 c.m. e il secondo il giorno dopo, alla presenza del capogruppo di F.I. Damiano Cardiello, fiero oppositore della Giunta in carica, ma in special modo della consigliera Cosimina Cennamo e di Carmine Busillo, entrambi esponenti di spicco della Maggioranza, i quali minacciavano pubblicamente di dimettersi dalla stessa, confortati implicitamente anche dal collega Luigi Guarracino, se il famigerato progetto di ricollocamento dei nuovi migranti – profughi (presunti) dovesse davvero realizzarsi (come documentato: Eboli-protesta-allepitaffio-contro-nuovi-arrivi-di-migranti/), si giunge cosi, in una sala ospiti del solito locale pubblico gremita di cittadini ivi convenuti, ad ascoltare le parole tanto attese quanto gravide di speranza, del primo cittadino in persona Massimo Cariello, accompagnato dai consiglieri di maggioranza: Carmine Busillo, Luigi Guarracino e Cosimina Cennamo; presente come sempre insieme al capogruppo forzista Damiano Cardiello, i dirigenti del M5Stelle, Luca Carbone, Rosario Cicalese ed Emiliano Di Biase, con l’aggiunta del segretario della Lega di Eboli, Vincenzo Albano.
Questa ennesima riunione civica, indetta dalla portavoce di quartiere Roberta Meola, ha il sapore di un vero e proprio ultimatum per l’Amministrazione eburina, la quale a quanto affermato da alcuni suoi esponenti istituzionali sui media, rischia di divenire se non bene districato il bandolo della questione, una perniciosa“pietra d’inciampo” per la stessa, ed ove in essa pubblicamente i cittadini dell’Epitaffio anelano a conoscere definitive parole di verità, che diano presto seguito ad atti amministrativi concreti.
Il Sindaco di Eboli scortato dalla “Benemerita”, leggermente in anticipo entra nella grande sala ove ad attenderlo erano presenti un nugolo di cittadini e senza giri di parole in prologo di intervento, che in alcune parti è divenuto un monologo intercalato da qualche domanda, come giovedì scorso poste principalmente dal giovane pentastellato Luca Carbone e dalla stampa che non hanno lesinato precisi interrogativi, ha stentoreamente affermato:”..ci sono stati dei giornalisti che hanno sparso veleni sulla vicenda: Ebbene è tutto falso! Io vi assicuro che il centro Sprar in via Salvemini non si farà! Eboli è una città accogliente e non razzista ma abbiamo già dato!”
Cariello ha operato un parallelo con quanto accaduto nella contrada di PapaLeone – La Storta https://www.massimo.delmese.net/119202/eboli-scongiurati-nuovi-arrivi-a-papaleone-e-la-lega-canta-vittoria/: ”..ci muoviamo ma sempre in accordo con i territori, mi spiace che qualcuno non abbia dormito ma non ci sta nulla da preoccuparsi, anche noi non siamo stati informati nella tempistica, ricordiamo che il numero massimo che possono arrivare in una comunità di questi ospiti è di 50. Lo Sprar rimane a S. Cecilia, l’Epitaffio non è stato coinvolto preventivamente, si è creato allarmismo in qualche caso montato ad arte, di cui i cittadini non hanno colpa, che ricorda la vicenda del 2016 a S. Cataldo, ove fu chiusa in un giorno la struttura.” Cariello ha continuato reiterando il dilemma implicito, che ad Eboli rimarrà un solo Sprar, il quale evita i centri di prima accoglienza, ossia quelli in modalità dove il Comune prescelto viene scavalcato dalla Prefettura, e con orgoglio rivendica l’attenzione alta dell’Amministrazione, che ha evitato nuovi arrivi con la promessa di confronto in futuro con tutti i comitati di quartiere. Il Sindaco ha anche sottolineato come il contratto stipulato da i privati senza coinvolgere l’Amministrazione, rimane un accordo negoziale da risolversi tra privati (Coop Millenium e il proprietario dell’immobile Michele Iannece), riguardando i finanziamenti che arrivano dal Ministero, una partita di giro che coinvolge il Comune di “passaggio” ma non lo investe. A queste affermazioni qualche presente sussurrava che in definitiva si era consumata una gara di appalto pubblico corroborata da delibera comunale, in definitiva l’Amministrazione è stata coinvolta a tutti gli effetti
Il Primo cittadino nel suo lungo intervento alla cittadinanza, ha promesso un prossimo coinvolgimento dei comitati di quartiere, i quali previa convocazione, potranno confrontarsi con i dirigenti delle cooperative gestori dei centri per i migranti e ispezionarne le strutture (CAS e SPRAR),ricordando come la pressione antropica dei migranti non deve essere vista, come purtroppo spesso avviene in chiave egoistica, ma come ogni comune viciniore finisce per influenzare quello adiacente e viceversa, dunque una problematica articolata da studiare e risolvere in ambito ampio, pertanto da demandare a livello comprensoriale.
Ultimo passaggio del Sindaco Cariello degno di nota è: ”..se non fossi stato accorto nel monitorare la situazione, andando ogni settimana in Prefettura, saremo stati scavalcati e allora mi sarei messo con la fascia davanti ad ogni struttura per evitare che la Città di Eboli non fosse rispettata! Io stasera ci sto mettendo pubblicamente la faccia dunque ho più da perderci io di chi mi accusa!”
In conclusione sembra che la montagna abbia partorito il classico topolino: Proteste inutili allora o comunque una positiva manifestazione di cittadinanza attiva? Il Sindaco Cariello afferma più volte che l’Amministrazione non aveva dato il suo consenso, i critici in sala bisbigliavano di una delibera con gara di appalto di oltre 2 milioni di euro,e dunque dove sta la verità dei fatti e quella degli atti, ed esse coincidono?
Di certo la volontà di indirizzo politico può molto ma non violare i dettati normativi, sia in ambito amministrativo che civilistico, se davvero le cose stanno come afferma il Sindaco nulla quaestio, problema archiviato, ma in caso contrario la revoca di un appalto può attivarsi solo in autotutela con efficacia ex nunc (non retroattiva) di un atto ad efficacia durevole, in ottemperanza ad una nuova valutazione dell’interesse pubblico alla conservazione o meno della sua efficacia, altrimenti se non fossero presenti tali condizioni insorgerebbe una responsabilità contrattuale dell’Ente Comunale che potrebbe essere citato in giudizio per danni arrecati a dei privati, i quali nel frattempo hanno posto in essere un investimento.
L’esito statisticamente in questi casi sarebbe quasi scontato, ossia di una condanna e l’obbligo di risarcire i due privati contraenti, con aumento evitabile dei debiti delle casse collettive (Danno Erariale) e conseguente ingravescenza dell’ammortamento periodico delle passività finanziarie, inerenti un Comune il quale vige come quello eburino, in uno status patrimoniale di pre-dissesto (243-bis, 243-ter e 243-quater nel t.u.e.l.) ancora per qualche anno.
Vedremo presto allora come il tutto si evolverà, ma ci conforta sapere che Massimo Cariello non sia certamente uno sprovveduto, che il “nostro” nella sua pluridecennale militanza politica abbia maturato esperienza di vita e conoscenze tecniche, e al limite saprà se opportuno con un rischio calcolato, addivenire ad una mediazione conciliativa con i privati per evitare procedure giudiziali, salvando “capra e cavoli” cosi evitando parimenti l’inveterata prassi italiota di privatizzare i guadagni e socializzare le perdite, ponendo si spera definitivamente, la parola fine all’incresciosa faccenda.
Eboli, 14 marzo 2018
24 mesi all’ Alba poi tu e la tua banda toglierete il disturbo x grazia di Dio