M5S, “Tofalo: a campagna elettorale ormai quasi conclusa, è giunto il momento di fare i conti“. E li fa su De Luca, il PD e FI.
«Allora, cominciando dal Pd e dalla coalizione cucita addosso e senza fatica dal segretario dem Matteo Renzi, i candidati inquisiti sono 29. Tra questi è noto a tutti il nome più eccellente di Piero De Luca: tale padre tale figlio. Ma il centrodestra neanche scherza».
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – «Allora, cominciando dal Pd e dalla coalizione cucita addosso e senza fatica dal segretario dem Matteo Renzi, i candidati inquisiti sono 29. Tra questi è noto a tutti il nome più eccellente di Piero De Luca: tale padre tale figlio. Ma il centrodestra neanche scherza. – Ci va giù duro il Deputato salernitano del Movimento 5 stelle Angelo Tofalo. – L’incandidabile Silvio Berlusconi porta alto il vessillo degli impresentabili con una sentenza della Corte di Cassazione che, condanna Dell’Utri, ma sancisce anche gli accordi del leader di Forza Italia con la mafia di Bontade.
Berlusconi continua a negare e minaccia querele, ma le sentenze restano. Soprattutto se sono definitive. Nella coalizione di centrodestra, dove in Campania, in tempo di elezioni perfino Cirielli (FdI) e Carfagna (FI) fanno finta di aver deposto l’ascia di guerra, gli impresentabili sono in tutto 22. L’ultimo, in ordine cronologico, è Luciano Passariello (capolista al Senato di FdI), beccato da Fanpage nel tentativo, sembrerebbe, di fare affari sullo smaltimento dei rifiuti in cambio di soldi. Ma se andiamo a ritroso nel tempo troviamo vari volti storici del centrodestra che, sebbene gli scandali giudiziari, non si arrendono e sono sempre pronti a gettarsi in prima linea (e in posizione sicura) nella campagna elettorale. Luigi Cesaro, candidato al Senato nel collegio di Salerno, – continua Tofalo – è indagato per voto di scambio e minacce aggravate dal metodo camorristico ai danni di una funzionaria del Comune di Marano. Fratello di imprenditori altrettanto indagati per collusione con la camorra, riesce però a portare alla convention di Forza Italia anche il giudice che dovrà decidere del destino dei propri cari.
Cesaro, o Giggino ‘a purpetta come dir si voglia, è riuscito a trascinare con sé nel registro degli indagati anche Flora Beneduce, candidata al Senato nell’uninominale di Giugliano. Ma c’è un signore che, sebbene non indagato, fa politica dal 1980 in Campania. Prima consigliere comunale, poi regionale per ben due volte e, da ultimo, ha ottenuto un prestigioso incarico presso l’Arcadis, l’agenzia che si occupa della protezione del suolo. Ebbene, questo signore che risponde al nome di Pasquale Marrazzo, prima di lasciare la poltrona, si è aumentato lo stipendio di 91mila euro, incassando per un anno la bellezza di 274mila euro: 20mila euro in più rispetto allo stipendio che Angela Merkel prende per guidare la Germania. Dulcis in fundo, ricordiamo Romano Ciccone detto Lello, un uomo sempre al servizio del centrodestra in tutte le campagne elettorali, tranne però per fare l’opposizione a Vincenzo De Luca dai banchi del consiglio comunale presieduto dal sindaco governatore della Campania.
Lello Ciccone si sacrificò anche per le regionali del 2015 per Forza Italia. I suoi manifesti elettorali, pronti per essere affissi, furono ritrovati in un deposito gestito da due salernitani, freddati in un pomeriggio qualunque in zona Fratte da esponenti di clan malavitosi della zona. Ciccone non è mai stato indagato per questa vicenda, – conclude Tofalo – ma non ha mai spiegato perché per certi lavori ci si debba rivolgere a determinate persone. Dunque, con una squadra così gli impegni elettorali del centrodestra sono assicurati e se venti anni di Berlusconi non sono bastati, adesso si raddoppia con Renzusconi e il patto del Nazareno mai cancellato».
Salerno, 1 marzo 2018