Mercoledì 28 febbraio, ore 10.00, a Palazzo di Città a Salerno, presentazione dello spettacolo “26 – Come in Mare Così in Terra”.
L’iniziativa “26 – Come in Mare Così in Terra”, che andrà in scena giovedì l’8 marzo al Teatro Augusteo di Salerno, e che ricorda le 26 giovani migranti morte è un’opera collettiva di teatro civile promossa dall’Ordine dei Giornalisti della Campania, in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Salerno.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – Presentata il 28 febbraio scorso, presso la Sala del Gonfalone di Palazzo di Città, l’iniziativa “26 – Come in Mare Così in Terra”, per ricordare le 26 giovani migranti morte e rinvenute in uno sbarco nel porto di Salerno, l’opera collettiva di teatro civile promossa dall’Ordine dei Giornalisti della Campania, va in scena domani giovedì 8 marzo al Teatro Augusteo di Salerno, spettacolo in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Salerno, il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e la partecipazione di una delegazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Salerno.
Alla conferenza stampa intervenne anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli: il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli; l’assessore alle politiche sociali del Comune di Salerno, Nino Savastano; il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, Giuseppe Longo; la responsabile dello Sportello di Ascolto – Centro Antiviolenza di Genere “Artemisia”, Rosa Esposito.
Firme, voci e volti del giornalismo uniti per rendere omaggio alle vittime di un disumano esodo migratorio ed offrire ad una buona causa tutta la forza del potere immaginifico della propria parola: nasce così “26 – Come in Mare Così in Terra”, lo spettacolo di teatro civile promosso dall’Ordine dei Giornalisti della Campania che andrà in scena giovedì 8 marzo, alle ore 21, al Teatro Augusteo di Salerno in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Salerno ed il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana. All’evento partecipa anche una delegazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Salerno.
L’OPERA E L’IDEA
L’opera collettiva, realizzata con il contributo di 55 giornalisti del territorio, prende spunto dal più drammatico sbarco registrato nel capoluogo campano lo scorso anno, quello dei cadaveri di 26 ragazze nigeriane, recuperati in mare aperto tra la Libia e l’Italia e approdati a Salerno il 5 novembre 2017 a bordo della nave Cantabria. I cronisti salernitani sono stati, loro malgrado, testimoni di una “tragedia dell’umanità” (come la definì il Prefetto Salvatore Malfi): vite giovanissime, le più senza identità, spezzate nel viaggio alla ricerca della serenità per se stesse e, in diversi casi, per creature innocenti portate in grembo. Tra l’avvio dell’inchiesta per fare luce sull’accaduto, le incombenze burocratiche per il riconoscimento dei corpi, le necessarie autopsie, l’organizzazione dei funerali e i momenti salienti del giorno del rito funebre e del silenzio, l’intera comunità ha seguito commossa la vicenda, grazie soprattutto al lavoro puntuale della stampa locale.
Spenti i riflettori della cronaca, su impulso della giornalista Concita De Luca (vice presidente della Commissione Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Campania che patrocina l’iniziativa), le ‘penne’ salernitane hanno continuato a scavare nel cuore e nella mente di quelle ragazze per provare a dare “voce”, ciascuno con la propria sensibilità e professionalità, alle speranze riposte nel viaggio, alle attese per l’incontro con il mare e la terra promessa, ai pensieri in punto di morte, ai messaggi che dall’altrove vorrebbero (o dovrebbero) urlarci. Sono nati così ventisei brevi monologhi in cui si prova ad interpellare la coscienza di ognuno rispetto a quella che può essere definita la moderna “shoa”. Per condividerli, gli scritti sono stati affidati a 26 giornaliste del territorio chiamate a calarsi, attraverso la lettura, nelle storie e nelle riflessioni prodotte dai colleghi.
Filo conduttore dello spettacolo, tra una lettura e l’altra, è il monologo di una madre che racconta il “viaggio” della figlia dal suo particolare punto di vista, mentre il testamento ideale dell’opera è affidato, sul finale, alla “voce della giustizia”, gentilmente prestata sul palco dal dott. Matteo Casale, già Presidente della Corte di Appello di Salerno.
LE FIRME E LE INTERPRETI
Firmano i brani dell’opera Massimiliano AMATO, Francesca BLASI, Gabriele BOJANO, Claudia BONASI, Barbara CANGIANO, Petronilla CARILLO, Piera CARLOMAGNO, Olga CHIEFFI, Antonella D’ANNIBALE, Concita DE LUCA, Clemy DE MAIO, Monica DI MAURO, Carla ERRICO, Peppe IANNICELLI, Giovanbattista LANZILLI, Franco MATTEO, Ivano MONTANO, Felice NADDEO, Carlo PECORARO, Erminia PELLECCHIA, Enzo RAGONE, Mariano RAGUSA, Paolo ROMANO, Eduardo SCOTTI, Andrea SIANO, Angela TROCINI, Monica TROTTA, Ketty VOLPE.
A dare anima, corpo e voce ai loro testi le giornaliste Barbara ALBERO, Alessia BIELLI, Simona CATALDO, Rosa COPPOLA, Federica D’AMBRO, Silvia DE CESARE, Francesca DE SIMONE, Alessandra DE VITA, Giovanna DI GIORGIO, Pina FERRO, Rossella FUSCO, Lucia GALLOTTA, Rosanna GENTILE, Ersilia GILLIO, Carmen INCISIVO, Barbara LANDI, Alessandra LOMBARDI, Matilde PISATURO, Carla POLVERINO, Romina ROSOLIA, Giorgia SABATINI, Francesca SALEMME, Carolina SORRENTINO, Rosita SOSTO ARCHIMIO, Eleonora TEDESCO, Lucia TROTTA, Cinzia UGATTI (quest’ultima interpreta la madre).
LO SPETTACOLO
Arricchiscono la messa in scena le generose collaborazioni di alcuni professionisti delle arti sceniche che hanno sposato il progetto, a partire dalla consulenza teatrale di Carla Avarista e la consulenza artistica di Antonella Iannone. Ad accompagnare le letture 12 danzatori – Antonello Apicella, Vincenzo Barletta, Cristian Cianciulli, Gea Faye, Dario Ferrara, Simone Liguori, Giorgio Loffredo, Sara Mazzamurro, Nicol Memoli, Nunzia Prisco, Daniele Sessa, Pierfrancesco Vicinanza– che, grazie alle coreografie di Annarita Pasculli, coadiuvata dall’aiuto coreografa Annalisa Di Matteo, sottolineeranno con il movimento del corpo il significato di quanto narrato.
Le musiche, originali, sono state composte ad hoc da Max Maffia, celebre chitarrista salernitano fondatore dell’etichetta Daybox Records, che ne concede gratuitamente l’uso e le eseguirà dal vivo con la sua formazione “Max Maffia & The Empty Daybox” (Annamaria Conte, Alex Taborri, Gino Ariano, Max Maffia, Valerio Valiante) a cui, in alcuni brani, si uniranno il violino di Danilo Gloriante e la voce di Lamin Ceesay.
L’immagine scelta per presentare l’iniziativa è stata gentilmente messa a disposizione dall’artista Olga Marciano ed è tratta dal suo dipinto “Safiya” (olio su tela, cm 200×180 – 2017); il progetto grafico è di Enzo Figliolia.
A volontario servizio dell’iniziativa, le acconciature sono a cura di I CASOLA Consulenti di Bellezza, il trucco di Linda Baiardini e Francesco Trotta (centro estetico Tiarè). Partner dell’iniziativa è anche Coldiretti Salerno.
LA FINALITÀ
La scelta della data dell’8 marzo per la messa in scena non è casuale: obiettivo della serata è raccogliere fondi a sostegno dello Sportello di Ascolto – Centro Antiviolenza di Genere “Artemisia”, ubicato al Pronto Soccorso del plesso Ruggi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno.
Inaugurato nel maggio 2017, lo Sportello d’Ascolto è un supporto per le persone vittime di abusi gestito da ginecologi, psicologi ed ostetriche in totale sinergia con le Forze dell’Ordine, con la Magistratura e con le Associazioni del territorio che possono indirizzarvi quei casi bisognosi di visite mediche e di ascolto da parte di personale specializzato. La responsabile della Struttura Aziendale per la violenza sulle donne, dott.ssa Rosa Esposito, interfacciandosi con il Ministero, ha formato personale qualificato operante al Pronto Soccorso in grado di individuare anche le violenze silenziose, quelle taciute, che sono, alla fine, quelle più pericolose. La sua istituzione rientra, inoltre, nelle azioni previste dal Protocollo d’Intesa con la Corte d’Appello di Salerno finalizzato alla promozione di strategie condivise per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza di genere e, in particolare, della violenza nei confronti delle donne.
INFO UTILI
La serata avrà inizio alle ore 21. L’accesso è a inviti e su prenotazione, scrivendo una mail all’indirizzo 26comeinmarecosiinterra@gmail.com.
Tutte le informazioni sull’iniziativa sulla pagina: facebook.com/26ComeinMareCosiinTerra, 26comeinmarecosiinterra@gmail.com.
Salerno, 7 marzo 2018
Concordo al 100% con questo articolo. Il problema è in generale dellItalia, paese nel quale dove se qualcuno ottiene successo e si fa pagare per il lavoro e la qualità che ci sta dietro nascono cori di invidie e relativi attacchi. Certo questa cosa è probabilmente più accentuata al sud che al nord, ma è un modo comune. In Francia hanno la grande capacità di fare squadra e portare avanti un marketing sul prodotto che è veramente di eccellenza. Cè poi una riflessione in più: se come cantina mi metti nella condizione di capire, tramite visita, degustazione e storia, la motivazione su un prezzo allora posso anche accettarlo volentieri; alcune cantine piemontesi in questo sono maestre (eccezione fatta per lo snobbismo irritante di Gaja). Al sud la cosa è diversa: non cè alcuna cultura dellaccoglienza del cliente e dellappassionato. Cantine che per organizzare una visita nemmeno lo sbarco sulla luna o fastidio nel farlo. Io nomi ne faccio: Luigi Tecce! Contattato per fare una visita approfittando delle vacanze in zona e mi sento dire “non so se mi va di fare una visita! Mi chiami due giorni prima e vediamo! oppure lo stesso Modo che chiude la cantina dal 28/7 a fine agosto. Il vino è storia, passione, qualità e cultura, ma è anche relazione con chi il vino lo beve. Quindi per me due cose mancano: la capacità di fare squadra comune (senza però difendere lindifendibile) e il venire incontro allesigenze del cliente.