Risultati positivi per la Bcc di Aquara: Leader nei fidi.
Il dg Marino: “no alla riforma del credito coooperativo, snatura l’economia di territorio“.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
AQUARA – Aumentano i risultati positivi per la Banca di Credito Cooperativo di Aquara e non diminuisce l’impegno a favore di imprese e famiglie: il primo mese del 2018 ha fatto registrare un incremento del credito erogato in controtendenza rispetto al trend nazionale. Nel 2017, infatti, per quanto riguarda le piccole aziende, in Italia l’aumento dei fidi è stato dell’1% rispetto al +11% fatto registrare dalla Bcc di Aquara. «A conferma che noi guardiamo davvero con attenzione al territorio, valutando le persone piuttosto che i numeri», spiega Antonio Marino, direttore Generale della Bcc di Aquara.
La riforma del Credito Cooperativo rischia, però, di minare il ruolo di volano dello sviluppo territoriale incarnato dalle banche di prossimità. «Le Bcc così come le abbiamo viste fino ad oggi, ossia come piccole repubbliche del credito, probabilmente verranno meno poiché facenti parte di un gruppo con il vertice lontano dal nostro territorio. Passeremo da una Repubblica ad una monarchia, volendo forzare il concetto, da una valutazione più personale del cliente ad una più tecnicistica e meno “umana” che penalizzerà soprattutto i più deboli. Le ex Casse Rurali, oggi Bcc, non fanno solo credito ma, dato il rapporto di fiducia che si instaura col cliente, danno consigli, stimolano, accompagnano», sottolinea Marino. Il professore Stefano Zamagni , economista, ha rappresentato il disegno di affossare in Italia le piccole banche. «Non è elegante dire che noi lo andiamo dicendo da due anni. E’ come se un medico di paese vedesse confermata la sua diagnosi da un luminare della medicina – analizza Marino – le piccole banche sono fondamentali soprattutto nei borghi minori che i grandi gruppi del credito continuano ad abbandonare. La scelta è tra modelli di economie alternative: una di mercato civile, che tende a creare civilizzazione, e una di mercato di tipo speculativo che guarda soltanto alle risultanze finanziarie prevedendo pochi grossi gruppi bancari in Italia. La nostra preoccupazione nasce dalla pretesa della riforma di mettere le cooperative di credito sotto la direzione di una Spa, una filosofia di vita economica orizzontale sotto un modello verticale (dividendo)».
La Banca di credito cooperativo di Aquara vuole restare culturalmente una cooperativa. «Usciamo dalla banca, – conclude il direttore generale Antonio Marino – visitiamo le imprese e offriamo i nostri servizi, la nostra vicinanza e la nostra consulenza, secondo le esigenze di chi opera, a tassi ritenuti dalla clientela concorrenziali. E continueremo a farlo come banca del territorio vecchia di quaranta anni ma sempre più attuale».
Aquara, 24 febbraio 2018