Le Mani nella monnezza: Il M5S e Tofalo attaccano i De Luca’s

Il Deputato salernitano del M5S Angelo Tofalo attacca la dinastia De Luca: padre e figlio; “beccati con le mani nella monnezza”.

All’attacco del Deputato salernitano Tofalo segue la solidarietà del Gruppo dei Consiglieri Regionali del M5S nei confronti di Fanpage e del suo diretore Franco Piccinini: “Paradossale indagare cronisti che hanno svelato intreccio tra politica, clan e figli di”.

Angelo Tofalo
Angelo Tofalo

da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese

SALERNO – “Quando c’è di mezzo la “monnezza – si legge in una nota del M5S – non fa differenza essere di destra o di sinistra perché con i rifiuti si fanno i soldi. E i soldi girano attraverso le tangenti sugli appalti. Lo spiegò 25 anni fa l’ex boss pentito Nunzio Perrella al già capo della Dda di Napoli, Franco Roberti, che “la monnezza è oro, dottò”. E da ieri nella nuova inchiesta della Procura di Napoli sullo smaltimento delle ecoballe in Campania sono finiti sotto indagine per corruzione sia Roberto De Luca, figlio del governatore Vincenzo che nel Pd ci sta da anni pur considerandolo un “partito di anime morte”, e Luciano Passariello, consigliere regionale campano di Fratelli d’Italia e candidato alla Camera del centrodestra nel collegio uninominale di Napoli-Ponticelli.

roberto-vincenzo-piero-de-luca
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Stamattina, il padre dell’assessore salernitano – prosegue la nota dell’On. Angelo Tofalo – che aspira allo scranno di sindaco che fu di Vincenzo ha commentato la vicenda invitando tutti a pensare alle nuove generazioni e agli asili nido. “Non vi preoccupate di queste effervescenze”. E’ effervescente invece quanto risulta dagli atti di indagine dei pm napoletani che, sulla scia di una inchiesta giornalistica avviata tempo fa da Fanpage, hanno svelato come in Campania sia facile pilotare gli appalti sulla gestione dei rifiuti, riscuotendo tangenti per il servizio reso.

C’è un video girato dal direttore di Fanpage, – aggiunge – indagato e perquisito anche lui per istigazione alla corruzione per essersi finto un imprenditore spregiudicato che fa affari con i politici pur di ottenere appalti, in cui si sente parlare il commercialista di Roberto De Luca di una quota del 15 per cento sulla tangente che il direttore-imprenditore avrebbe dovuto versare in cambio dell’aggiudicazione dell’appalto.

Fanpage ha già dichiarato di essere pronto a pubblicarlo. – prosegue ancora la nota del parlamentare del M5S – Effervescenza contro effervescenza. Ma questa sui rifiuti, che nasce come una inchiesta giornalistica, coinvolge anche la Sma, la società in house della Regione Campania guidata dal padre dell’assessore indagato, Vincenzo De Luca, che lo scorso ottobre ha espletato una seconda gara per lo smaltimento di 500mila tonnellate di ecoballe da rimuovere in questi mesi.

Sono indagati anche Lorenzo Di Domenico e Agostino Chiatto, – conclude Tofalo elencando anche altre persone coinvolte a vario tirolo nell’indagine – rispettivamente consigliere delegato e dipendente della Sma. Chiatto è distaccato presso la segreteria di Passariello, che è a sua volta presidente della commissione di inchiesta sulle società partecipate. Lunga la sfilza degli imprenditori messi sotto inchiesta: Vincenzo Riccio, Giovanni Caruson, Abramo Maione, Salvatore Porro e Lucio Varriale. Coinvolti anche Andrea Basile, ritenuto legato al clan Cimmino, e Antonio Cristofaro, considerato in contatto con la famiglia Bidognetti. Ma l’inchiesta è destinata ad allargarsi e a travolgere altri politici, come annuncia lo stesso direttore di Fanpage, Francesco Piccinini.

All’attacco di Tofalo si aggiunge anche la solidarietà del Gruppo dei Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle per Fanpage e il suo direttore Franco Piccinini che all’unisono dichiarano: Paradossale indagare cronisti che hanno svelato intreccio tra politica, clan e figli di – che poi aggiungono – Il gruppo regionale: “Per primi chiedemmo di far luce sulla Commissione d’inchiesta sulle partecipate presieduta da Passariello”, e giù la dichiarazione al cardiopalma del gruppo regionale pentastellato – “Il Movimento 5 Stelle esprime piena solidarietà nei confronti del direttore di Fanpage.it Francesco Piccinini e del giornalista Sasha Biazzo, finiti nell’indagine della Procura di Napoli per aver svolto il loro lavoro di cronisti, svelando un business con un danno ancora oggi incalcolabile, realizzato con i soldi e sulla pelle dei cittadini.

Luciano PASSARIELLLOFacebook +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO? ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L?AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ 
Luciano PASSARIELLLOFacebook
+++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO? ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L?AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

Se in Parlamento fosse stata approvata la nostra proposta di legge sull’introduzione degli agenti provocatori per scovare i reati di corruzione, – proseguono i consiglieri regionali del M5S – oggi non ci troveremmo di fronte a questo paradosso. Grazie alla professionalità e all’opera di una redazione da sempre impegnata nel rivelare il marcio che si cela tra le maglie del potere, è stato possibile ricostruire un vergognoso traffico di rifiuti che sarebbe stato gestito con la connivenza di politici, imprenditori criminali, malavita organizzata e figli di. Un business che ha messo ancora una volta insieme clan e politica, finalizzato a smaltire sostanze tossiche e destinato a produrre l’ennesimo disastro ambientale”.

“Sappiamo bene – sottolineano i consiglieri regionali M5S – quanto è difficile riuscire a far accendere i riflettori su illeciti, anche di una certa gravità, quando sono coinvolti politici influenti, grandi lobby ed esponenti di una certa imprenditoria. Figurarsi se c’è di mezzo il figlio del governatore di questa Regione. Come Movimento 5 Stelle, siamo stati i primi ad aver evidenziato sospetti sull’opera di Luciano Passariello, nel suo ruolo di presidente della Commissione regionale d’inchiesta sulle Partecipate, tra cui la stessa Sma al centro di questa inchiesta, per aver chiesto e ottenuto tre proroghe ai lavori di una commissione che non ha prodotto un bel nulla. Una commissione che sarebbe dovuta durare sei mesi, ma che si è trascinata per due anni, con la beffa recente di una ulteriore proroga di sessanta giorni avallata dalla maggioranza del Consiglio, con voto contrario di M5S. Questione che avevamo già denunciato nel maggio scorso attraverso un esposto alla Procura della Corte dei Conti, ravvisando l’ipotesi di un danno erariale”.

Salerno, 16 febbraio 2018

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