Ma… “Ogni scarrafone è bell a papà suoie”.
L’attacco al figliuolo del Governatore campano è di Tofalo(M5S): “De luca jr? Fallimenti, incompetenze e le poltrone regalo agli amici di papà”.
da POLITICAdeMENTE il blog di Massimo Del Mese
SALERNO – La campagna elettorale è entrata nel pieno e gli attacchi non si sprecano. Sembra che ad attirarsene di più siano proprio quelli del PD e tra questi in testa c’è il “figlio del padre”, Piero De Luca, che oltre a concorrere come candidato uninominale alla Camera dei Deputati nel Collegio di Salerno, è anche capolista nel plurinominale Camera del Collegio di Caserta, e alla pari di un leader nazionale mette a sicuro il suo culo su uno scranno parlamentare, premio non ad un giovane che si è distinto, peggio di come fece Veltroni che portò la Pina Picierno in Parlamento attribuendogli come meriti solo quello di aver presentato una tesi su Ciriaco De Mita., semmai solo di essere figlio e basta del papà capo di una porzione di partito che ormai nessuno più riconosce come erede di una tradizione politica che si richiama alla sinistra socialista e Comunista, Liberale e cattolica. Allora si scelse Picierno a De Mita, oggi il PD lo ha rivalutato concedendogli qualche collegio in cambio di “equilibri” elettorali.
Ma la storia di Piero De Luca è un’altra, tant’è vero che a chiederglielo (sic) siano state le basi e i dirigenti politici di Salerno e provincia e di Caserta e provincia. Infatti in suo soccorso il papà non è proprio intervenuto, anzi si è mantenuto a distanza da Salerno, nelle ore della scelta lui stava a Roma e lo ha appreso solo dopo che gli hanno comunicato di occupare tre collegi e mezzo sicuri in provincia di Salerno, quelli di: Matteo Renzi, Marco Minniti, Gianni Pittella e l’ex Segretario regionale Enzo Amendola. A cosa fatta e rispondendo alle critiche De Luca-Crozza si limitò solo a dire che non si trattava di familismo assolutamente no, perché la candidatura di Piero era tutta un’altra cosa: «distinguiamo i somari da chi ha qualcosa da proporre e si candida per motivi di passione politica» come sottolinearono i quotidiani, quindi non era affatto un somaro, ma un giovane brillante e di valore: “Ogni scarrafone è bell a papà suoie“. Di giovani brillanti ce ne sono a iosa, ma non confondiamo la lana con la seta, perché Piero è un’altra cosa, lui è il figlio del padre e mica tutti i padri sono Vincenzo De Luca. Gli altri sono figli di………. .
Con la storia del “Somaro” il Governatore De Luca forse voleva imitare l’On. don Luigi Angrisani allorquando parlando dei suoi due ex “figliocci” gli On. Lucio Brandi e Enrico Quaranta, in un comizio si automagnificó, ritenendosi più importante e più bravo dell’Imperatore romano Calicola e disse: “Calicola ha portato un cavallo al Senato, io due somari al Parlamento“. Però mentre Don Luigi Angrisani con questo volle sminuire i suoi due giovani ex delfini, De Luca al contrario voleva esaltare le doti del figliolo. Ovviamente Brandi, Quaranta non erano somari, nemmeno Piero lo è, tuttavia proprio quella particolare condizione che mette in evidenza un’arroganza politica inaudita, imponendo, sia pure ammantandola di democrazia, una candidatura familiare e solo familiare fornisce l’occasione all’On. Angelo Tofalo del M5S di realizzare un affondo su Piero De Luca, e oggettivamente per lui è stato come affondare il coltello nel burro.
«Leggo e apprendo con grande stupore – si legge in una nota dell’On. Angelo Tofalo del M5S – le parole di Piero De Luca che da un lato definisce “Salerno capitale dell’accoglienza” e al contempo auspica più forze dell’ordine per affrontare un’emergenza tutt’altro che risolta. Eppure nel programma del PD non c’è alcuna traccia, 10mila nuove assunzioni nelle forze dell’ordine sono previste invece nel programma del M5S. In questi anni abbiamo imparato a conoscere le grandi capacità politiche del figlio del governatore.
Prima ha fallito come promotore salernitano del referendum contribuendo ad affossare Renzi e il PD, – prosegue Tofalo – poi ha provato a risolvere il drammatico problema delle fonderie Pisano, mortificando ulteriormente chi vive gravi problemi di salute, senza cavare un ragno dal buco.
Sull’immigrazione il PD e i suoi esponenti hanno perpetrato un totale fallimento, basti ricordare lo scorso mese di novembre, proprio al porto di Salerno, l’arrivo dei 26 corpi senza vita, chiusi in sacchi neri, un momento di shock assoluto per la nostra comunità. Uno dei pessimi risultati della cosiddetta cura ‘Minniti’, un vero e proprio flop – attacca ancora a testa nassa l’On. Angelo Tofalo – perché ha “donato” soldi a scafisti e criminali, travestiti all’occorrenza da marinai, senza risolvere il problema e anzi facendolo mutare in modalità più tragiche”.
Come premio proprio a Marco Minniti – conclude il leader salernitano del M5S Angelo Tofalo – è stato regalato da papà Vincenzo un collegio nel Salernitano. Forse sarebbe più corretto dire che l’operazione rientra in uno scambio di favori con Renzi che ha concesso la candidatura di De Luca jr in un listino bloccato a Caserta? La cosa certa è che c’è chi paga gli scafisti della morte, c’è chi lucra sull’immigrazione, mai dimenticare “Mafia Capitale”, c’è chi regala seggi in Parlamento in cambio di un posto in paradiso per il figlio e alla fine dobbiamo apprendere dalle parole di un nominato che siamo un modello per il paese».
Ma se talune cose che mette in evidenza Tofalo sono appetitose e offrono il fianco di Piero De Luca agli avversari, forse era meglio per Tofalo di non parlare di programmi, anche perchè pare che sui programmi il M5S, come ha rilevato più di qualcuno e Renzi in testa, pare si sia fatto un copia e incolla, allo stesso modo delle candidature, anche su quelle andrebbe messo unvelo pietoso, basta una per tutte per rovinare l’annunciata rivoluzione delle capacità ass9lute dichirate dal Premier in pectore Di Maio, e noi nel Collegio uninominale di Agropoli ne abbiamo un esempio palese, con la “tedesca”, ovvero la giovane è bella Alessia D’Alessandro, economista e consulente economico del CDU, immediatamente smentita dallo staff di Angela Merkel. Mentre va bene rispetto alle Fonderie Pisano per tutti i silenzi e le conseguenti implicazioni, e come va male attaccando De Luca padre, con la polemica riguardante il probabile centro di ricerca dell’Enea che se realizzato comporterebbe l’apertura di una nuova frontiera della ricerca. Che dobbiamo fare aspettare il parere di uno degli esperti come la D’Alessandro per dire se va bene e se va male trovando come scusa le “scorie radiottaive“: Cazzate”.
Salerno, 9 febbraio 2018